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TMW - Lega Pro, Ghirelli: "Ci aspettavamo una chiamata dalla Lega B"

di Ivan Cardia
Fonte: Inviato in Lega Pro
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© foto di Francesco Scopece/TuttoLegaPro.com

Un nuovo presidente per la Lega Pro: come previsto, l'ex segretario Francesco Ghirelli, in carriera anche ex amministratore delegato del Bari e direttore generale del Perugia, è stato eletto al termine di un'assemblea particolarmente vivace: "Mi aspettavo anche qualcosa in più, vivo da tempo la Lega Pro. C'è stata una grande partecipazione da parte dei presidenti, con interventi e proposte sul programma. Poi nell'ultima fase ho partecipato a tanti incontri, sono stato colpito dal fatto che ci fossero dei gruppetti, con la voglia poi di risolvere insieme le questioni".

Situazione complicata.
"Noi siamo stati devastati in questi mesi. Mi sarebbe piaciuto che qualcuno fosse venuto da noi, semplicemente per capire che, quando si innesca un meccanismo come quello che qualcuno ha definito riforma, lacera. Lacera i rapporti umani, frastaglia una situazione che non aveva necessità di essere agitata. Non parlo solo dei tifosi: domani cercherò di andare a parlare con quei ragazzi che hanno messo lo striscione a Pontedera. In questi mesi non c'è stato solo quanto visto oggi: penso ai ragazzi delle giovanili che non hanno giocato. A un ragazzo con grandi problemi che doveva andare a vedere la gara sospesa del Pontedera, l'hanno preso e rimandato indietro. Hanno rotto un filo che era già incrinato".

È preoccupato?
"Qualcuno dice che è meglio perché il fondo è stato toccato. Però non è così, dobbiamo lavorare. Sarei un alieno se non fossi preoccupato. Ho fiducia: c'è un presidente nuovo in federcalcio, può rimettere al tavolo i diversi soggetti e farli lavorare. Il problema sarà nostro, di Jacopo e Cristiana (Tognon e Capotondi, ndr). Sarà nostro compito ragionare con i presidenti, hanno sentito come se fossero colpiti a livello di identità".

A chi si riferisce quando dice che qualcuno sarebbe dovuto venire?
"La Serie B. Quando si parla di riforme, non capisco di cosa si parli: noi siamo scesi da 90 a 60. Di cosa si parla? Noi non abbiamo ricevuto una telefonata su quella vicenda. Non giudico neanche se sia positiva o meno, ma quando si introduce una cosa di questo genere succede quello che avete visto. Ora ce la faremo, sicuramente. Però è una fatica che ci potevamo risparmiare".

Si era parlato di sette promozioni.
"Allora, il formato della B è a 22 squadre. Se così fosse, c'è una lettera scritta qualche settimana fa in cui chiedevamo questo. Per noi quella letterà ha una validità. Contestualmente c'è un problema: i nostri presidenti, essendo stato violato un diritto, ci chiedono di ripristinarlo. È un punto delicatissimo, è qualcosa che sta sotto le regole: se si rompe, non tiene più niente. Nel momento in cui si dovesse ragionare di riforme, noi siamo per farle. Ne abbiamo bisogno: da lì passa tutto il ragionare a livello di sistema. Se si ragiona di riforme, quando si dovesse andare alla B a 20, nessuno pensi che quelle promozioni sono tutte della Lega Pro".

C'è ancora tempo per ripristinare i campionati in questa stagione?
"Sapete che non è finita a livello di tribunali. Il decreto del sottosegretario Giorgetti prevede che di fronte a una sentenza si riapra il discorso. Faccio un esempio: noi abbiamo lavorato per mettere in piedi i recuperi. Abbiamo dovuto spingere in avanti la Coppa Italia perché altrimenti alla nona giornata di ritorno avremmo avuto il recupero della nona di andata. Un paradosso. È un problema: fin qui i tribunali sono stati talmente sorprendenti".

Non si può aspettare marzo per avere un regolamento.
"Assolutamente no. Se ci sarà una retrocessione in meno dalla B? Magari a quel punto ci chiameranno finalmente. Visto che non l'hanno fatto prima, potremmo non rispondergli".

Serviranno nuove regole sulle ammissioni ai campionati?
"Dovranno essere regole semplici, per esempio se fissi una data deve essere definitiva e non ci devono essere deroghe. È evidente che le regole sono una cosa centrale nella nostra piattaforma. A livello di giustizia sportiva pensiamo a un processo endofederale, per l'ammissione ai campionati".

Nuove risorse.
"C'è un giacimento inesplorato, che sono i fondi europei. Parlo di infrastrutture, formazione, lotta alla legalità. Di tutti i processi tecnologici e innovativi. Di stadi. Noi, come Paese, abbiamo una disattenzione incredbile a un bacino che c'è e che costringe le nostre società a misurarsi con le imprese internazionali. Attingervi sarà uno dei compiti che dovremo portare avanti".

Il ruolo dell'altro vicepresidente, Cristiana Capotondi?
"Intanto si scusa perché non poteva essere presente oggi per ragioni legate al suo lavoro. Lei opererà nel campo del rapporto con la scuola e del rapporto coi giovani calciatori. È anche un problema tecnico: se c'è qualità alta tra i calciatori, questi sono più recettivi a livello di tattiche, cura del corpo e dell'alimentazione, protezione delle illegalità. C'è una serie di dati con cui ci dobbiamo misurare: prendete una nostra nazionale e confrontatela con quella di altri Paesi. Pesate i titoli di studio e vediamo se perdiamo solo 2-0 o magari anche qualcosa in più".

Un mandato?
"Onestamente lo faccio per un periodo, l'impegno che ho preso non è lunghissimo. Cominciamo a parlare di uscire e non di entrare. Dobbiamo lavorare per costruire un gruppo dirigente della Lega, giovane: se ci riesco è il massimo che posso fare, vuol dire che ho lavorato bene".

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