Spalletti e l'eccesso di esultanza. Adesso giustizia è fatta
Visto che il reato di gioia ancora, s'intende, non è contemplato, suonava ben strana la squalifica al verace Luciano Spalletti. Che è talvolta l'esasperazione della toscanità, dell'istinto e dell'essere diretto, è stato tacciato d'essere eccessivo e dunque colpevole per l'esultanza all'ultimo secondo contro la Sampdoria. Un grido televisivo, che può apparire studiato, ma se Irina te amo è entrato negli annali, il suo gol non lo farà altrettanto ma è semplicemente la sublimazione di un peso che l'Inter si scrolla di dosso. Lo squillo d'Europa per risvegliarsi dalla crisi, la vittoria in stile la Var o la spacca contro i liguri arrivata all'ultimo tuffo per il gol di Marcelo Brozovic non poteva certo essere accolta con l'aplomb di un lord britannico. Non da Luciano Spalletti che è questo, prendere o lasciare.
L'ha gridato agli scettici, quel gol. L'ha urlato a chi, a ragione, visti i recenti risultati in campionato, vedeva l'Inter come anti-Inter, piuttosto che come anti-Juventus. Squalificarlo per eccesso di gioia era la tipica follia italica. Fortuna che talvolta l'appello consente di rivedere e ritornare anche sui propri passi. Cosicché il verace Luciano da Certaldo possa essere in panchina stasera contro la Fiorentina.