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Sconcerti: "Italia, il problema sono i giocatori e non il ct"

di RMCSport Redazione
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Mario Sconcerti, prima firma del giornalismo sportivo, nel suo intervento ad RMC Sport ha commentato così la situazione della Nazionale italiana, che martedì sarà impegnata in amichevole contro l'Inghilterra: "Si parla molto di allenatore e poco di giocatori. Noi in questo momento non abbiamo giocatori di livello internazionale, per cui non so quanto un allenatore esperto possa fare di più. In questo momento il nostro problema sono i giocatori più che l'allenatore. Forse il nostro campionato non è abbastanza allenante e questo secondo me sta succedendo da molti anni. Ci dimentichiamo che con Lippi e Prandelli siamo arrivati ultimi al Mondiale e che quest'anno non ci andremo. prendiamo tutto come se fosse una tempesta improvvisa, in realtà noi è da 20 anni non costruiamo grandi giocatori. Il problema dell'allenatore secondo me è anche secondario, prima di tutto bisognerebbe capire perché non costruiamo più giocatori".

Dalla partita con l'Argentina cosa possiamo prendere di buono?
"I primi venti minuti del secondo tempo sono stati abbastanza buoni, quando siamo riusciti a portare più uomini in area di rigore. La cosa che mi preoccupa di più è che anche i giocatori ufficialmente buoni, come Immobile, Insigne e lo stesso Verratti, a livello internazionale hanno dei vuoti di memoria importante. Per Immobile forse è il vero limite, visto che ha giocato anche due anni in altri campionati e non li ha giocati bene. Per Insigne a quasi 27 anni pensavo che ormai fosse pronto anche per questi palcoscenici. È forse questo quello che segna il limite vero e che paradossalmente ci fa dire che non siamo in crisi. Tu sei in crisi se dai molto meno di quello che puoi, invece se dai quello che puoi non sei in crisi ma semplicemente non basta quello che dai. Ho l'impressione che il nostro problema sia soprattutto questo".

Oggi c'è stata la premiazione della panchina d'oro. Vittoria per Allegri, secondo Gasperini e terzo Sarri
"Io penso che la panchina d'oro la debba ricevere chi con la panchina ha prodotto da solo dei risultati che senza quella panchina non ci sarebbero stati. Per esempio Gasperini. Chi invece ha vinto dovrebbe essere già sazio. È un po' troppo elementare far vincere chi ha centrato dei successi".

Per la Juventus adesso ci saranno due settimane intense. Come ci arrivano fisicamente i bianconeri?
"Non può essere brillantissima però a questo punto della stagione poche squadre sono brillanti quanto potrebbero. Nel senso che a questo punto conta l'energia di una sera e quanto tu riesci ad entrare nell'importanza della serata. Anche perché sono già 6-7 mesi che si sta correndo. Io credo che questi siano momenti e partite da Juve, i bianconeri hanno fatto la loro differenza proprio nel tempo per sapere resistere a questi periodi di grande sollecitazione. Non sarà questo che la metterà in difficoltà. Il problema di quest'anno in campionato è che ci sono due squadre che vanno molto forte e che si può perdere anche senza perdere, perché a volte se pareggi equivale ad una sconfitta. Ed il pareggio, soprattutto con squadre di seconda fascia, sta diventando un pericolo ordinario".

In Champions il fatto di avere gare di andata e ritorno può aiutare Roma e Juventus?
"La partita secca è molto più una scommessa, però proprio perché è una scommessa può aiutare le italiane anche la partita secca, non è che vince automaticamente il migliore. Sono pessimista sulla Roma e non pessimista sulla Juventus. Il Real è una grande squadra ma mi sembra che abbia già dato il meglio di sé un anno fa. Credo che sia una partita abbastanza aperta. Quella della Roma con il Barcellona invece mi sembra meno aperta".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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