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Sarri: "Rinnovo solo se posso dare tutto. Ho debito coi tifosi"

di Ivan Cardia
Fonte: Dall'inviato Lorenzo Marucci
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

La lotta scudetto, il rinnovo di contratto, la gavetta e la sfida con Allegri. Protagonista al premio Maestrelli, Maurizio Sarri si racconta a 360°. Ecco l'allenatore del Napoli: "La settimana scorsa noi abbiamo fatto una grande partita a San Siro contro l'Inter, l'abbiamo tenuta ampiamente sotto controllo. Il fatto che non vincerla ci abbia lasciato l'amaro in bocca è il segnale di quello che stiamo facendo: andare a San Siro a dominare è qualcosa di fuori dall'ordinario. Avere l'amaro in bocca vuol dire che stiamo abituando e ci stiamo abituando a cose straordinarie".

Napoli prigioniero della sua bellezza?
"Non dobbiamo essere prigionieri di niente: abbiamo una strada da seguire. Non siamo una squadra costruita per vincere senza giocare ad alti livelli, per qualità e forse anche mentalità. Dà gusto giocare bene".

Allo stadio tanti striscioni e tanti applausi per lei.
"Il rapporto fra il San Paolo e la squadra in questi tre anni è sempre stato stupendo. Il pubblico di Napoli non ha eguali: è già emozionante entrare nello stadio, ricevere un attestato così è più che emozionante. Mi sento in grandissimo debito e l'unico modo che ho per sdebitarmi è dare tutto fino all'ultimo giorno".

Magari rinnovando il contratto.
"È un falso problema: il contratto c'è, bisogna vedere se ci sono tutte le condizioni. Il mio amore per questo pubblico è tale che voglio essere in grado di dare il 100%. Se così non è meglio lasciare. Spero che sia possibile".

Quali sono le condizioni?
"Sono cose che arrivano da dentro: se ti senti in grado di dare il 101% devi andare avanti, sennò è il caso di fare un passo indietro".

Oggi è così?
"Oggi non ci penso, ho altro a cui pensare".

Lotta scudetto: più teso, preoccupato o emozionato?
"Io quattro anni fa ero in Serie B, non ce la faccio a sentirmi preoccupato. Mi sento onorato di essere, a nove giornate dalla fine, ancora vicino a una squadra che domina da 7 anni".

Quanto può pesare l'impegno in Champions League per la Juventus?
"Si sta parlando di una squadra abituata a giocare molto spesso, abituata a grandi pressioni. In teoria non dovrebbe pesare tantissimo, poi tutte le stagioni sono diverse".

Cosa chiederà al suo gruppo in questo finale?
"Io ho chiesto tutto e mi hanno sempre risposto. Stanno dando il 101% delle loro possibilità, di più non possono chiedere. Ho avuto la fortuna di arrivare a Napoli e trovare un gruppo di giocatori che si è messo a mia disposizione e mi ha fatto fare bella figura. Gli devo tantissimo e so che darà tutto. Poi che basti o non basti vedremo".

Sosta utile per lavorare?
"Le soste sono per noi allenatori. In realtà per i giocatori, almeno per 5-6 squadre, sono momenti di grande stress. Noi rivedremo questi 10-11, altri 13-14, giovedì e abbiamo la partita di sabato. Non c'è riposo e non c'è preparazione".

Sarà decisivo lo scontro diretto contro la Juventus?
"Dirlo oggi è impossibile. Dipende da come ci arriveremo: le partite adesso sono dure per tutte. Ci sono tante squadre che lottano per la salvezza, giocarci contro diventa difficile. A questi livelli bastano 15 giorni di difficoltà perché lo scontro diretto non conti più nulla".

C'è un altro Sarri in giro per l'Italia?
"Io credo che ce ne siano tanti, e che abbiano la fortuna di venire fuori. Sono convinto che a giro ci siano tanti allenatori ancora non conosciuti che avrebbero qualcosa da dare a livello di idee. Ho fatto anni di dilettanti e ho visto buoni allenatori. Ho fatto tanti anni di professionismo e ho visto allenatori scadenti. Ci sono tanti allenatori sconosciuti e che possono dare qualcosa al calcio".

Ha detto che è pronto per l'assalto al palazzo. Cosa serve?
"Ho detto che fosse per me andrei fino al palazzo, a prendere il potere tecnico nazionale, a scalare la classifica fino in fondo. Poi sappiamo che è difficile, che abbiamo di fronte una squadra che in sei anni ha dominato. Abbiamo il merito di aver tenuto aperto il campionato".

Si accontenta?
"Infatti ho detto che andrei fino in fondo se fosse per me".

Hamsik come sta?
"Non lo so, oggi doveva raggiungere la nazionale in Slovacchia. Penso che dopo una breve visita lo rilascino e rientrerà a Napoli. Domattina ci saranno accertamenti e ci chiariremo le idee. Non sembra un infortunio da due giorni, ma neanche gravissimo".

Quando offrirà un caffè a Semplici?
"Ogni volta che lo trovo. Leonardo lo conosco da tanti anni".

Reina ha avuto l'affetto di tutto lo stadio.
"A Napoli sanno di chi stanno parlando. È un portiere di un certo livello, ma soprattutto una persona straordinaria: il pubblico sa che darà tutto fino alla fine".

Un caffè lo prenderebbe volentieri con Allegri?
"L'ho fatto e sicuramente lo rifaremo, non vedo il problema".

Si sente più Maradona o Che Guevara?
"Sarebbe una bestemmia paragonarsi a Napoli a Maradona".

Un ricordo di Astori?
"L'anno prima a Napoli lo stavamo per tesserare, poi ci furono problemi con i diritti di immagine, non ricordo esattamente. Il ragazzo mi chiamò per spiegarmi perché doveva dire no, da lì ogni volta che giocavamo contro si fermava cinque minuti dopo la partita con me. È stata una mattinata davvero infernale".

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