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Salernitana, l'ex Moro: "Squadra costruita per centrare i playoff"

di Luca Esposito
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© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com

Tre anni fa la Salernitana faceva il suo ritorno in Serie B, dopo aver dominato il campionato di Lega Pro agli ordini di mister Menichini e aver demolito record su record. Dopo aver consolidato per tre stagioni la cadetteria, adesso la società di via Allende proverà ad alzare l'asticella, per regalare alla piazza una stagione da protagonista nell'anno del centenario. Tra i protagonisti assoluti dell'ultima promozione granata vi è il centrocampista Davide Moro, il cui arrivo all'ombra dell'Arechi nel gennaio 2015 si rivelò determinante per il successo finale. L'ex centrocampista granata, attualmente svincolato ha conservato un ricordo splendido della sua esperienza a Salerno, città a cui è ancora legato da vincoli affettivi oltre che lavorativi, essendo socio di un noto ristorante salernitano. Di seguito l'intervista rilasciata in esclusiva dal centrocampista tarantino ai microfoni di TuttoSalernitana.com:

Lei ha vissuto nel 2015 l'ultima promozione della Salernitana, quella dalla Lega Pro alla Serie B. Oggi, nell'anno del centenario, la piazza sogna un'altra grande promozione...

“E' un augurio che ci facciamo tutti, me compreso. Vedere la Salernitana in Serie A sarebbe il sogno di un intero popolo. E' chiaro che tra il dire e il fare c'è di mezzo il campo, che poi dirà la sua. Penso che i play-off possano essere un obiettivo quest'anno”.

Che ricordi ha della sua avventura in granata e qual è il momento che le è rimasto più nel cuore

“La festa di un'intera città per la promozione in B. Quello stadio e piazza della Concordia strapiene penso siano tra i momenti più belli. Si vedono in pochi posti, soprattutto in Lega Pro, questo entusiasmo e questa passione sfrenata. Resta un momento indimenticabile anche quando ho cantato di fronte a tutto il pubblico dell'Arechi. E' stato molto toccante. Conservo nel cuore anche quel gol alla Reggina, che resta uno dei miei più bei gol in carriera”.

Si era formato un grande gruppo con mister Menichini. Che ricordi ha di quella squadra?

“Era una squadra molto forte caratterialmente, non mollava mai. Infatti molti risultati li abbiamo ribaltati anche negli ultimi minuti, come ad esempio a Catanzaro. Un misto di bravura e fortuna, ma la fortuna te la costruisci. Era un gruppo coeso, andavamo spesso a cena fuori tutti insieme. Eravamo un bel gruppo, questo ci ha dato una spinta in più”.

Ha avuto modo di seguire il mercato estivo della Salernitana e le prime due uscite stagionali? Cosa ne pensa?

“La squadra ha fatto due ottimi pareggi contro due ottime squadre. Credo sia un campionato equilibrato e anche le squadre medio-piccole sono attrezzate. Sarà un campionato tosto, come da sempre lo è quello di Serie B. La Salernitana è un'ottima squadra e può far bene, sono arrivati anche diversi giocatori che conoscevo come Perticone. Ci saranno dei momenti meno felici e bisognerà lavorare bene anche sul piano dello spogliatoio”.

Lei ha militato in tante piazze, ma cos'ha di diverso e, se vogliamo, speciale Salerno rispetto alle altre?

“Salerno ha sicuramente qualcosa in più in termini di passione e attaccamento della tifoseria. Anche se questo a volte può essere anche un'arma a doppio taglio, perché la troppa pressione, in determinati momenti della stagione, può anche nuocere a qualche ragazzo. Oggi ci sono molti più giovani rispetto a qualche anno fa. Ma Salerno è una piazza vera, dove si respira calcio e dove puoi dire di essere giocatore, ma devi essere capace di gestire la pressione”.

Oltre alla grande gioia della promozione lei ha vissuto anche una delle stagioni più difficili per i granata, quella del ritorno in Serie B, con una salvezza arrivata soltanto ai play-out.

“Indubbiamente fu un'annata difficile. Ci trovammo sempre a dover rincorrere, da penultimi o terzultimi. Giocare con quella tensione e stress alla lunga non è stato facile. La differenza tra una squadra di metà classifica a una di play-out, non è tanto tecnica quanto nella testa, perché un conto è affrontare una partita con la tranquillità, un altro se rischi di retrocedere. Interviene un po' di paura e non sei sereno quando giochi. Poi giustamente i tifosi sono esigenti, ma noi fortunatamente abbiamo fatto un miracolo salvandoci ai play-out col Lanciano. Resta comunque un'annata che ricordo piacevolmente”.

Lei è rimasto molto legato a Salerno, cui ha dedicato una bellissima lettera di saluto...

“Ricordo piacevolmente tutta Salerno. Ho anche un'attività in città di cui sono socio, l'ex ristorante “Vinile” che ora si chiama “Mercato”. Quindi ci torno sempre volentieri insieme a mia moglie e mio figlio. Salerno mi ispira allegria, felicità, benessere. Ne sento l'energia positiva, ho lasciato bellissimi ricordi”.

Da centrocampista cosa ne pensa della zona mediana della nuova Salernitana?

“E' un centrocampo che ci può stare. Ci sono elementi bravi nell'inserimento e altri in interdizione. Comunque la squadra deve essere completa in ogni reparto, deve partire tutto dalle punte che devono dare una mano. A centrocampo puoi avere anche Pirlo o Xavi, ma se non si fa filtro in avanti a centrocampo si soffre. I primi difensori sono le punte. Credo sia un'ottima squadra, può far bene”.

Lei ad Empoli ha giocato insieme a Castiglia, cosa ci può dire di lui?

“Anche i miei amici mi hanno domandato di Castiglia al suo arrivo a Salerno. Intanto è un ottimo ragazzo, ed essere delle brave persone conta in uno spogliatoio. E' un ragazzo d'oro e molto umile, oltre ad avere ottime qualità, come dinamicità, buon piede e ottimo fisico. Lo conosco benissimo, è un ottimo giocatore e farà bene”.

In terra toscana ha condiviso lo spogliatoio anche con Franco Signorelli, che attualmente è finito ai margini della squadra ed è fuori rosa. Pensa avrebbe potuto dare ancora il suo contributo?

“Franco è un altro giocatore e un ragazzo serio. Ha un'ottima tecnica, anche se nel calcio capita che con un nuovo mister possano cambiare le strategie. Dopo un'annata non felicissima è facile potersi trovare in una situazione del genere. Non conosco la sua situazione con la società può capitare di trovarsi in queste difficoltà. Gli faccio un grosso in bocca al lupo”.

E' stata ulteriormente posticipata la decisione del Collegio di Garanzia del Coni in merito ai ripescaggi, che stabilirà se il campionato cadetto proseguirà a 19 squadre o si tornerà a 22. Che idea si è fatto di questa estate caotica del calcio italiano?

“C'è stato un caos generale, anche la Serie C non sa ancora quando inizierà. Non mi sono ancora fatto un'idea se sia meglio giocare a 19 o 22 squadre. Da giocatore penserei soltanto a giocare. E' chiaro che con 19 squadre ci sarebbero meno partite, che può essere un bene o un male. Se giocassi nella Salernitana per me sarebbe indifferente. Magari se il campionato finisse prima potrebbe essere la cosa migliore, senza dover arrivare a giugno inoltrato. E' una cosa che, da giocatore, mi infastidirebbe”.

Attualmente lei è svincolato, ha trovato qualche squadra con cui allenarsi? Cosa può dirci sul suo futuro?

“Mi sto allenando per conto mio, in attesa di trovare qualcosa. Ho avuto qualche contatto ma sto valutando perché sono molto lontani e io non voglio più allontanarmi da casa. Se devo fare un viaggio lo faccio a Salerno per piacere”.

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