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Ronaldo illumina, la Juventus si trasforma in europea. Torino e il rischio di un altro anno a vuoto. Ventura non fa miracoli, anzi... Squadre B inutili, serie B e serie C da rifare, Gravina cambi subito il mercato

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Gattuso vince e lascia Donadoni al Ristorante che si presta a dichiarazioni ufficiali senza rispetto del collega in panchina. La risposta è arrivata: 3 gol e un Milan d'assalto. La squadra non è con Rino, la squadra è di Rino. Tutti tranne uno. I tifosi sono con Rino che se dovessero sostituire con Gattuso con Conte, forse, non ci penserebbero due volte ma siccome le alternative non sono valide il tifoso è ancora capace di intendere e di volere. Nel frattempo a Napoli ha vinto la Juventus. Il Napoli ha giocato e meritato il pari, la Roma l'aveva quasi spuntata ma il punto a testa è giusto in un campionato che per lo scudetto non è mai iniziato.
Capitolo Juventus: la differenza tra un top player e un fuoriclasse è che il secondo quando decide di vincere da solo una partita lo fa. Ronaldo solo in Italia poteva ricevere critiche nelle prime giornate. Adesso che inizia a segnare con frequenza, oltre a milleduecento tiri che fa a partita, qualcuno non può più parlare e deve solo ammirare. Sabato si è vista una partita dove l'Empoli non ha fatto pesare l'enorme differenza tra le due squadre e, sinceramente, meritava anche qualcosa in più. Esce senza punti ma, contro Allegri, Andreazzoli ha dimostrato che la squadra ha il suo DNA e una fisionomia ben precisa. La Juventus, mettiamolo in conto subito, qualcosa dovrà perdere prima o dopo la Champions. L'ha fatto prima di Manchester e ha rischiato di perdere 2 punti anche dopo. E' andata bene ad Allegri che inizia ad avere una mentalità sempre più europea. Prima la Champions, poi lo scudetto. Lo dicono le stesse prestazioni. In Europa serve il 101% in ogni giornata; in Italia, a volte, ti può bastare anche il 70% per vincere una partita. Ronaldo è la fotografia del suo successo e della sua ricchezza. Il calciatore più forte del mondo che entra nella realtà bianconera avrebbe potuto tirarsela, fare il fenomeno e giocare per conto suo. La squadra, invece, lo sostiene, lo aiuta e lo ama proprio perché il fenomeno non fa il fenomeno. E' la grandezza del portoghese. Chiede aiuto e lo riceve. Dà una mano anche quando non serve e si è calato subito nella parte qui in Italia. Al Real Madrid non tornava a centrocampo, non faceva il centrocampista aggiunto perché tanto in una squadra di grandi campioni ognuno occupava la sua mattonella. Entrare nel sistema tattico italiano non era facile. Lui ci è riuscito alla grande e ricopre ogni tipo di ruolo gli richieda Allegri. Lo vedi lontano dalla porta ma all'azione dopo arriva e calcia. Le statistiche lo premiano e, ogni domenica, la sua crescita è evidente e costante. Alla faccia di chi lo dava per un flop.
Il Toro, invece, non riesce a trovare una sua dimensione. Al terzo tentativo consecutivo rischia di non raggiungere un posto in Europa. Sarebbe un fallimento per Urbano Cairo che, almeno da due anni, dichiara ufficialmente l'obiettivo. In avanti la coppia Zaza-Belotti non ingrana e la squadra non convince mai appieno. Troppi problemi, un mercato monco e la mancanza di convinzione nel fare quel salto in alto che consentirebbe alla società un'altra dimensione. Cairo ha fatto grandi cose per il Toro, ma se dopo 13 anni non entri nel cuore dei tifosi significa che qualcosa hai sbagliato. Sicuramente ha dato una stabilità economica in un momento difficile al club. Ma se sei al Torino e hai una tifoseria così passionale sei, quasi, obbligato ogni anni a fare un passo in più. Il problema del Torino è invece che è sempre fermo lì. Certamente ci sarebbe di peggio. E, a Torino, qualcosa ne sanno. Ma ora sarebbe arrivato il momento di spiccare il volo.

Fin qui la gestione Mazzarri è anonima e sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più dal tecnico di San Vincenzo.
Problemi grossi a Verona, dove c'è un Chievo Verona in picchiata. Il club deve ringraziare già che quest'anno è ancora in A ma se poi vuoi autodistruggerti sei libero di farlo. Il declino del Chievo inizia con l'esonero di Rolando Maran, vero punto di forza di tutta l'organizzazione. Tutti andavano messi in discussione tranne Maran. Malissimo anche aver perso un direttore come Nember ma capiamo che forse lì possano aver preso il sopravvento altre dinamiche. Quando confermi Romairone dietro la scrivania e prendi Ventura in panchina non puoi neanche invocare gli dei se le perdi tutte.
Ad una settimana dall'insediamento della nuova governance del calcio italiano facciamo due riflessioni: la prima è che vanno abolite le squadre B. Anzi, la squadra B. La sola Juventus non serve a nulla per il sistema ma anche per il club stesso. O si fa una riforma che comprenda tutto o sono solo perdite di tempo. La Juventus infilata nel campionato di serie C è utile come la forchetta nel brodo il giorno di Natale. La scorsa settimana abbiamo vissuto un'altra pagina di satira del nostro calcio. Di nuovo fermo il campionato di serie C per Catania, Ternana, Siena, Novara e Pro Vercelli mentre dell'Entella non si hanno più notizie. Qui siamo arrivati ad un punto di non ritorno e c'è ancora chi fa finta di nulla. Dopo il parere del Tar, Gravina deve intervenire duro. Ci sarebbe solo una soluzione: sanguinosa ma l'unica che possa mettere ordine. B a 22, Lega Pro come è senza le ripescate, campionato da far ripartire senza falsarlo alla prima di novembre e mercato aperto, solo quest'anno, a dicembre e gennaio. Ma come, è follia! No, è follia pensare di introdurre tre squadre alla decima giornata con 10 partite da disputare. Iniziamo il campionato a novembre, lo finiamo il 30 giugno tanto i calciatori sono tutelati dal contratto fino al 30 giugno. In estate non ci sarà il Mondiale e anche se finissimo dopo nessuno ci correrebbe dietro. Il prossimo anno inizieremmo a fine agosto. Dov'è il problema? Ma come il Pescara primo, i punti che hanno conquistato, sarebbe una beffa e bla bla bla... Avete ragione ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. I 19 Presidenti hanno votato per una irregolarità, sono andati contro le norme e oggi pagano. Non possono 19 imprenditori prendere delle decisioni senza conoscere le conseguenze giudiziarie. I campionati di B e C vanno rifatti. Un altro calendario, altre date e si riparta in maniera seria. Ogni altra decisione sarà comunque inutile ai fini della regolarità dei campionati. Sarebbe una presa di forza, certo, come lo è stata questa estate. Il pasticcio è stato fatto, il buco c'è, ma mettere la toppa sbagliata finisce di rovinare ulteriormente l'abito. E' la pagina più assurda del nostro calcio ma ormai siamo abituati a far passare tutto in cavalleria. Il Commissario ci ha salutati e speriamo di non vedere mai più commissari così nel nostro calcio. Oggi contiamo morti e feriti. Prima, almeno, ci fermavamo a malati gravi ma pur sempre coscienti. Gravina deve prendere subito le prime decisioni. Il mercato è una priorità. Senza dover aspettare l'estate dove la sessione estiva va riportata con chiusura al 31 agosto, deve pensare a gennaio. Due settimane di mercato non ha il minimo senso logico. A maggior ragione quest'anno dove molte squadre di serie B e serie C ancora non hanno iniziato a giocare. Più che ridurlo a due settimane, quest'anno andrebbe protratto fino al 15 febbraio.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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