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Roma-Shakhtar 1-0, Dzeko spezza l'incantesimo: giallorossi ai quarti

di Pietro Lazzerini
Fonte: Dallo Stadio Olimpico di Roma
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La Roma di Di Francesco entra nella storia della gestione Pallotta e regala al proprio presidente la qualificazione ai quarti di finale, fondamentale per il progetto di crescita che Monchi ha in mente di costruire con il proprietario americano. Dzeko spezza la maledizione del gol nella fase a eliminazione della Champions contemporaneamente a quella del mancato accesso ai quarti nelle precedenti esperienze in giro per l'Europa. E' un successo anche per il calcio italiano: due squadre su otto nella fase finale della massima competizione europea provengono dalla Serie A.

La Roma inizia la partita gettando il cuore oltre l'ostacolo. Che però blocca i giallorossi dopo nemmeno cinque minuti di gioco. E' questo il tempo che serve allo Shakhtar per prendere in mano il pallino della gara, con un lungo possesso che ha toccato punte del 70% nel corso dei primi 20 minuti. Di Francesco aveva pensato a una partita diversa, con pressing a tutto campo che potesse costringere gli ucraini all'errore nella costruzione dell'azione, ma è a centrocampo che la squadra di casa non trova la forza per interdire il palleggio avversario. Un centrocampo tanto scialbo da fare infuriare Di Francesco. E' soprattutto Strootman a non trovare i tempi per aiutare la squadra a bloccare e successivamente costruire in fase offensiva. Lo Shakhtar non ha problemi e palleggia serenamente controllando la gara con una qualità che la Roma non ha.

Sono gli errori giallorossi a dare spazio alle ripartenze ucraine. Difficilmente gli ospiti decidono di affondare, tranne quando trovano il varco giusto per sbilanciarsi e provare a colpire in contropiede. Emblematica l'azione di Facundo Ferreyra al 34' del primo tempo, con Fazio che pesticcia col pallone tra i piedi consegnandolo malamente tra i piedi del brasiliano. Per fortuna di Alission, è lo stesso Fazio a recuperare quanto basta per sbilanciare l'attaccante dello Shakhtar in fase di tiro, poi finito a lato. I dieci minuti successivi sono forse i migliori della Roma in fase offensiva, anche se, nonostante un leggero miglioramento in fase di costruzione, non arrivano tiri che possano complicare la vita a un inoperoso Pyatov. La squadra di Di Francesco spesso si perde con lanci lunghi e inutili, con poco movimento da parte di Perotti e Under, colpito a metà primo tempo e in difficoltà per tutto il resto della frazione.

Il duplice fischio di Mallenco è quasi una liberazione per Di Francesco, che ha bisogno di parlare a quattr'occhi con diversi suoi giocatori. Il centrocampo deve crescere, come del resto anche il rendimento di Perotti che non si accende mai abbastanza per creare pericolo alla difesa ucraina.

Il secondo tempo riprende da dove era terminato il primo. La Roma aspetta con lo Shakhtar che fa possesso palla avvicinandosi all'area di Alisson ma senza mai creare pericoli. A cambiare l'inerzia della sfida è l'illuminazione di Strootman, che dal centro sinistra, di prima intenzione dopo un retropassaggio di Florenzi, lancia Dzeko da solo davanti a Pyatov. Il bosniaco questa volta non sbaglia e infrangendo ogni previsione negativa e un periodo complicato, segna con un tunnel da vero cecchino, il 500esimo gol dell'era Pallotta e l'inatteso vantaggio giallorosso.

Da qui, inizia una nuova partita. I 50mila dell'Olimpico aumentano i decibel e la Roma pare una squadra quanto meno rivitalizzata sul piano delle forze. Non si interrompono gli errori in fase di costruzione e il possesso resta tra i piedi degli ucraini che però continuano a essere quanto meno sterili. Dzeko pare un altro giocatore rispetto al primo tempo. Galvanizzato dal gol pesantissimo, dopo dieci minuti ci riprova con un tiro da fuori che sfiora il palo prima di terminare sul fondo. I giallorossi hanno bisogno di copertura e fiato sulla destra, anche per dare man forte a Florenzi e Di Francesco opera il primo cambio al 64' mandando Gerson sul terreno di gioco al posto di uno spento Under.

Come sale di tono lo stadio, salgono di tono anche gli uomini di Di Francesco, che però non riescono a sfruttare due contropiedi clamorosi per portare a 2 le reti di vantaggio. Prima Dzeko, sfinito dopo un contropiede iniziato nella metà campo giallorossa, poi Gerson, incapace di sfruttare un grande assist di Kolarov da sinistra verso destra, non chiudono degnamente le rispettive azioni. Se lo Shakhtar fa possesso, la Roma è più ordinata, ma è chiaro che servirebbe il colpo del ko per vivere con meno ansia le folate di Berard e Taison. Ma il bosniaco ha la froza per sfruttare una palla persa, involarsi verso la porta e costringere Ordets al fallo da ultimo uomo e alla sacrosanta espulsione. Momenti di tensione successivamente a causa di Marlos che scaraventa un raccatapalle fuori dal campo meritando altrettanto il rosso ma graziato col giallo estratto da Mallenco. Mancano 8 minuti e la Roma ha in pugno il passaggio del turno.

L'unica emozione, nonostante il pressing offensivo dello Shakhtar, resta la standing ovation per Dzeko, vero protagonista di una partita coplicata che la Roma porta a casa con un successo storico.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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