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Roma, Alisson: "Primo anno difficile, non mi hanno potuto apprezzare"

di Michele Pavese
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Alisson Becker, portiere della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al portare web di Globo Esporte, dove ha parlato del suo futuro e della sua stagione in giallorosso. Queste le sue parole, riportate da vocegiallorossa.

Mancano 90 giorni al Mondiale. Difficile controllare l’ansia?
"Sono una persona molto tranquilla in relazione al futuro. Sono abituato a gestire l’ansia prima di ogni partita. Quando c’è un impegno importante c’è sempre un po’ di ansia e nervosismo, ma credo di stare sereno e non pensarci troppo. Cercherò di fare lo stesso per il Mondiale. Voglio pensare al presente, a quello che devo fare per la Roma. Sto lavorando per arrivare al 100% della condizione per aiutare il Brasile se sarò convocato e se giocherò".

È il miglior momento della tua carriera?
"Credo di sì. Sto migliorando, disputando grandi partite e affrontando avversari di alto livello, soprattutto in Champions League e con la Seleçao. Oggi ho più esperienza rispetto a quando sono stato chiamato in Nazionale per la prima volta, mi sento molto bene e spero di aiutare il Brasile a vincere il Mondiale".

Crede che nella Roma l'abbiano valorizzata un po’ tardi?
"Non mi sono mai sentito sottovalutato. In alcuni momenti non mi hanno potuto apprezzare. Ho trascorso un anno di difficoltà e di esperienza, non giocando quanto io avrei voluto. Qui in Italia si dice molto che il primo anno serve per capire il calcio italiano. Ed è stato così, anche se quando sono arrivato mi sentivo già pronto per giocare. Ho lavorato molto durante il periodo in cui sono rimasto molto in panchina. Mi sono allenato per farmi trovare pronto non appena sarebbe arrivato il mio momento ed è stato così. Qui a Roma sono felice, sto disputando delle belle partite e sto aiutando la squadra a cercare di ottenere alcuni obiettivi. Voglio continuare così con la Roma fino a fine stagione per avere continuità poi con il Brasile".

La Roma è la sorpresa dei quarti di finale di Champions League?
"Non dico che siamo una sorpresa, ma siamo uno dei club meno favoriti sia per superare il turno che per la vittoria finale. Ma siamo facendo molto bene, siamo molto concentrati. Abbiamo una buona squadra, che sa bene dove vuole arrivare e che lotterà per raggiungere i suoi obiettivi".

Ti piacerebbe restare alla Roma per molti anni o pensi ad un possibile cambio di squadra?
"Non mi piace molto parlare del futuro. È logico che ho anche io i miei obiettivi personali e i miei sogni professionali, ma sono molto concentrato sul presente. L’Italia è un paese fantastico, con una cultura molto interessante. Roma è una bellissima città per vivere. Il club ha una struttura ottima per lavorare, garantisce il meglio per la nostra professione. Io qui mi sento molto bene, sono felice per il momento che sto vivendo e cerco di pensare ad oggi più che al futuro. Sono sicuro che accadranno grandi cose nella mia vita ma adesso penso a concentrarmi sulla Roma e sulle prossime due amichevoli della Seleçao".

Si segnala l'interesse di diversi grandi club, il più recente è il Real Madrid. Come ti senti quando leggi notizie del genere?
"Sono cose che fanno piacere, non posso negarlo. Sono soddisfazioni che fanno parte della nostra professione. Sono molto contento quando qualche club o qualche giornalista parla bene di me, vuol dire che sto lavorando bene, che mi seguono, immagina quando lo fa un club come il Real Madrid, ma io ora sono concentrato sulla Roma".

Al Mondiale il Brasile affronterà la Serbia del tuo compagno di squadra nella Roma Kolarov. Avete già pensato a questa sfida?
"Seguivamo il sorteggio insieme e quando è uscito il girone ci siamo guardati e abbiamo riso. Tutti i giorni quando ne parliamo ci diciamo che sarà una bellissima partita. Kolarov dice che è complicato affrontare il Brasile al Mondiale. Per me sarà un piacere e un onore giocare contro di lui: è un ottimo professionista, un giocatore di qualità che finora ci ha aiutato molto. Sarà un avversario difficile da affrontare".

Molto probabilmente sarai il titolare della Seleçao nel Mondiale. A chi ti ispiri?
"Il mio idolo è sempre stato Taffarel. E credo che sia così anche per tanti brasiliani, per quanto ha fatto per noi e per il nostro calcio. Ha aperto la porta dell’Europa per i portieri. Noi dobbiamo ringraziarlo per questo. È stato uno dei primi ad arrivare qui in Italia e si è comportato molto bene. Guardando lui ho imparato molte cose. Ho avuto il piacere di lavorare accanto a Dida nell’Internacional di Porto Alegre, un altro portiere che ho avuto come punto di riferimento. Anche Julio Cesar, che ha vinto tutto in Italia e in Europa, è un portiere di un livello molto alto. Non dimentico Marcos, che ha vinto il Mondiale del 2002. Me lo ricordo bene, mi svegliavo all’alba per vedere le partite in tv. Sono stati tutti nomi importanti per me sia come tifoso che come portiere".

Come vedi la lotta per un posto da titolare in Nazionale con Ederson?
"Ederson è cresciuto molto negli ultimi anni, aveva già fatto una stagione eccellente per il Benfica in Champions League e nel campionato portoghese. Ora al City è molto apprezzato da Guardiola. Gioca in una delle squadre con più qualità e gioca il calcio più bello del mondo. Vedo tutto in modo molto positivo, soprattutto per la squadra brasiliana e per i tifosi. La concorrenza mi farà migliorare, lavorare di più, e quindi sarà ancora meglio. Sono sicuro che il Brasile sia in buone mani. Faremo del nostro meglio per dare una gioia ai tifosi brasiliani".

Il Brasile è il favorito per il titolo?
"Il Brasile entra sempre nella Coppa del Mondo come favorito. Penso che la principale favorita sia la Germania, hanno vinto l'ultima Coppa del Mondo, ma tra le altre c'è sicuramente anche il Brasile. Tite ha trovato un modo fantastico per far giocare la squadra. Un calcio allegro, concreto e molto consistente, sia in fase offensiva che difensiva".

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