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Qui Radio Mosca: perché è un Mondiale come non si vedeva da Argentina 78? Dalla Russia ecco cosa sta succedendo nel e attorno al Mondiale. Di cosa deve avere paura il Brasile, in cosa deve sperare l’Argentina

di Tancredi Palmeri
Inviato di beIN Sports, opinionista per la CNN, ogni settimana presenta la Serie A in 31 paesi stranieri
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Qui Radio Mosca: benvenuti in Russia. Da oggi e per il prossimo mese ogni mercoledì proverò a portarvi le sensazioni che si vivono qui al Mondiale, provando a dirvi quello che non si vede davanti alle telecamere o sulla carta stampata. Doverosa promessa: in questo spazio saranno banditi i piagnistei per la nostra assenza, e ovviamente bandito anche il nome di Ventura (chi?), ché quanto faccia male non esserci lo sappiamo e non lo dimenticheremo mai, e dunque a nulla serve ricordarlo.
Vi scrivo da una Mosca che ha appena esploso nel cielo i fuochi d’artificio per la Festa Nazionale della Russia, ed è sembrato davvero come un inspirare collettivo per emettere l’urlo tra 48 ore per l’inizio della festa. Molti mi hanno chiesto se i russi credono nella loro nazionale, sulla carta la peggior squadra di sempre di un paese ospitante. La verità è che quasi passa in secondo piano: l’emozione qua è per qualcosa di unico che non si era mai visto: il mondo che arriva in Russia.

Era successo solo un paio di volte, con due campagne d’inverno, e tra esercito francese e tedesco sappiamo com’era andata a finire. Ma guardate che veramente questo Mondiale è qualcosa di epocale per la Russia. Pensateci bene: mai avevano accolto il mondo a casa loro, una possibilità che praticamente ti offrono solo Mondiali e Olimpiadi estive (non certo quelle invernali, peraltro tenute in un posto poco sopra la Turchia come Sochi). Perché la Russia aveva ospitato le Olimpiadi nel 1980, ma erano state quelle del boicottaggio dell’Ovest, quindi altro che unire i popoli, erano stati l’occasione della divisione. Ed è qualcosa di epocale perché la Russia e il popolo russo sono un mondo a parte: ai vasti confini del quale il mondo si ferma, un popolo che non parla praticamente inglese, nemmeno tra i giovani, un popolo che ha una lingua inaccessibile a un livello di prima comprensione, un popolo che perfino legge in maniera differente le lettere dell’alfabeto.
I russi conoscono per la prima volta il mondo a casa loro, tutto il resto è solo felicità che si può aggiungere.

Ma anche sportivamente è un Mondiale se non inedito, quantomeno atipico. Come non si vedeva da tempo, da Argentina 78 più precisamente. Perché? Perché è la prima volta che si parte senza un reale favorito netto. Nell’ordine i favoriti sulla carta negli ultimi 40 anni erano stati:

Spagna82 = Brasile
Argentina86 = Germania
Italia90 = Germania
Usa94 = Brasile
Francia98 = Francia
CoreaGiappone2002 = Brasile
Germania2006 = Brasile
Sudafrica2010 = Spagna
Brasile2014 = Brasile

Stavolta, pur avendo ancora il Brasile un piccolo vantaggio, in verità ci sono 5/6 squadre tutte grossomodo allo stesso livello. Situazione davvero anomala per i Mondiali, e che sembra replicare la Champions di quest’anno. Dove, nonostante alla fine abbia vinto la solita nota, però nel corso della stagione pure si avevano 5/6 squadre allo stesso livello, caso rarissimo nella Champions.
Appunto con quella mezza incollatura di vantaggio il Brasile deve temere le troppe carezze da campione in pectore, che fiaccano la fame. Tuttavia ha un uomo chiave che quasi nessuno si può permettere: e non parlo di Neymar, ma di Tite, il ct che 2 anni fa li prese sull’orlo della non qualificazione, e li ha lanciati in orbita.
Di colpo invece, soprattutto dopo l’1-6 con l’Argentina, nessuno crede più nell’Albiceleste. Bene, non io, e mi lancio: la mia favorita è l’Argentina. Nonostante tutti i problemi: sia perché è il Messi più intelligente di sempre, e non voglio credere che possa finire la sua storia ai Mondiali senza niente; sia perché Sampaoli è un grande ct, umile e acuto, e che è vero che ha sbagliato tutto finora, ma ha dimostrato in carriera di essere un fuoriclasse, capace anche di rompere gli incantesimi: l’Argentina infatti viene da 5 finali perse consecutive, record assoluto nella storia del calcio per nazionali. Il precedente record, 4 finali perse consecutive, apparteneva al Cile, una serie spezzata proprio da Sampaoli…

E occhio perché si pensa già ai Mondiali dopo, anzi quelli dopo Qatar 2022. Oggi si tiene il Congresso Fifa, e si voterà per l’assegnazione dei Mondiali del 2026. Si voterà come fosse l’Eurofestival: Infantino ha tolto al Comitato Esecutivo dei 20 la possibilità di assegnare il Mondiale, dando la votazione ai 211 paesi confederati, e la votazione sarà immediatamente visibile, con tanto di trasparenza su chi ha votato chi, proprio come nell’Eurofestival.
Comunque vada, sarà una assegnazione di portata storica.
Due le proposte: se vincerà l’organizzazione Usa-Messico-Canada, per la prima volta avremmo un Mondiale con 3 paesi ospitanti, e con il Messico che stabilisce il record di 3 Mondiali ospitati.
Se vincerà invece il Marocco, sarà un terremoto politico: la candidatura marocchina ha registrato la metà dei punteggi nella valutazione dei suoi dossier, ma nell’ambito della guerra Fifa-Uefa sta erodendo voti necessari alle tre americane.
E badate bene: in un tweet del 30 aprile, Donald Trump ha avvertito i paesi partner commerciali degli Usa di ritorsioni economiche in caso di voto non dato agli ‘amici’ Stati Uniti.
Insomma chiunque sia a vincere, questa vigilia dell’inizio del Mondiale ce la ricorderemo a lungo…

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