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Preziosi: "Juric mi ha deluso. Ballardini? So già cosa fare"

di Michele Pavese
Fonte: Dal nostro inviato, Andrea Piras
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Enrico Preziosi, presidente del Genoa, ha parlato in conferenza stampa a margine di un evento extra-calcistico tenutosi a Santa Margherita Ligure.

Su Ballardini: "Aspetterò che finisca il campionato e che arrivi la matematica salvezza, poi comunicherò la decisione. Questi risultati sono anche merito mio e se l'ho chiamato per la terza volta in corsa c'è un motivo. Non l'ho confermato nonostante abbia raggiunto l'obiettivo due volte, se fossi stato in lui sarei stato arrabbiato, ma tra noi c'è un grande rapporto e una bella stima, la stessa che c'è per esempio con Criscito che ha rifiutato 3,5 milioni per tornare qua. Ai giornalisti non risultano mai rapporti finiti male tra me e gli allenatori o i giocatori. Ballardini ha fatto un ottimo lavoro: eravamo messi male, ma ero convinto di potercela fare perché la rosa non era da buttare. Purtroppo il manico conta e in questo senso Juric mi ha dato una grande delusione. Lo ritengo un grande allenatore potenzialmente, ma non era pronto, gli è mancata quell'esperienza necessaria per allenare il Genoa. Forse c'era bisogno di tempo ma pensavo che si sfruttassero gli errori del passato per cambiare registro. Mi ha fatto "soffrire" ma è un grande professionista, è stato un grande giocatore. Qui non ha fatto bene e ci ha inguaiato. È stata una scelta dolorosa sul piano umano. Ballardini è equilibrato, serio ed è merito anche mio di averlo ripreso in tempo. Poi è merito suo e della squadra per aver raggiunto questi risultati. Chi storce il naso per il gioco non capisce che quando sei in difficoltà devi accontentarti del frizzantino, non puoi volere lo champagne".

Sui calciatori che chiedono la conferma del mister: "Non mi faccio influenzare da nessuno, nemmeno dagli applausi del pubblico, che diventano fischi dopo 2 giorni. Io non voglio essere condizionato. Se Perin o Zukanovic dicono che la salvezza è merito di Ballardini lo condivido ma non significa nulla. Non abbiamo ancora stabilito un "piano industriale" da condividere. Molti pensano che la società sia allo sbando e che io sia assente, ma in realtà sono stato il presidente più presente in questi anni. Con Ballardini ci incontriamo e parliamo sempre. Io non metto il naso sulle decisioni tecniche ma do consigli e metto a disposizione la gente giusta. Quando le cose vanno male, invece, sono sempre io il capro espiatorio. Trovo che sia ingiusto. Prima di venire qua ho fatto l'analisi della partita contro la Roma con lui. Stasera andrò a cena con Perinetti per fare il punto della situazione. Una decisione l'ho presa ma la dirò quando verrà il momento. Voi pensate di sapere già tutto ma non è così".

Sul rapporto con i tifosi: "Tra me e Ballardini c'è rispetto, come c'è stato con tutti gli altri. Abbiamo avuto tanti allenatori ma nessuno è andato via sbattendo la porta o lamentandosi. Per me conta prima di tutto la relazione e il comportamento, poi i tifosi hanno sempre ragione perché pagano il biglietto e hanno il diritto di essere delusi e trovare un colpevole. Offendere però è diverso, quello è inaccettabile e fa male. "Preziosi vattene" va bene, "Preziosi figlio di..." è irrispettoso e offensivo. Lo stadio ormai è libera frontiera, uno spazio dove si può dire di tutto. Do ragione a chi si lamenta perché ha sofferto troppo, ma fa parte del calcio. Mi assumo le mie responsabilità, ho sbagliato agendo in buona fede e cercando una strada nuova, ma negli ultimi due anni è andata male, Le società non vivono di umori ma di programmazione. Andare incontro e assecondare le richieste dei tifosi non va bene: Biraschi, Medeiros e Hiljemark sono stati contestati all'inizio e ora sono tra i più in forma. Lapadula è stato contestato ma è un giocatore fortissimo, che ha avuto una stagione sfortunata a causa degli infortuni. La nostra situazione non ci ha permesso di fare esperimenti, bisognava solo fare punti e qualcuno è stato penalizzato. Spero che possano avere la possibilità di esprimersi tutti al meglio in futuro. Vorrei che i tifosi mi dicessero qualcosa di più carino ma va bene così. Tornerò allo stadio perché è giusto che dopo un anno negativo si torni a un clima più sereno e pacifico. Tutti mi vogliono bene in squadra e soffrono con me: raggiunta la salvezza, sarò allo stadio con i miei nipotini".

Sul nuovo stadio: "C'è una perizia in corso, è stato dato il mandato all'amministrazione e si deve fare un prezzo. Noi lo prenderemo solo a determinate condizioni. Qualsiasi cifra superiore al budget immaginato non la daremo, perché ci sono investimenti da fare. Prenderemo decisioni in sinergia con la Samp: ho detto al Sindaco che ognuno deve avere il proprio stadio perché c'è grande competizione tra noi. Magari più piccolo, ma mi piacerebbe avere la casa del Genoa, e così vorrebbe anche la Samp. Se poi sarà il Ferraris o uno nuovo sarà lo stesso".

Sulle prossime scelte: "Non mi va di dire oggi chi sarà il prossimo tecnico. Voglio capire come si può giocare l'anno prossimo e attuare un piano condiviso. Vorrei evitare la terza annata di sofferenza. Voglio essere convinto di stare sereno, l'Europa non è importante ma non voglio stare più nella zona bassa della classifica. In ogni caso, se guardiamo in casa d'altri non è che la situazione sia migliore. Udinese, Sassuolo, Torino e Milan in proporzione hanno fatto peggio di noi".

Sulla situazione di Perin: "Ci stiamo parlando, è un ragazzo eccezionale, nato qua calcisticamente e genoano dentro. Ha fatto un percorso con noi, dalle giovanili alla prima squadra e sa che in caso di opportunità irrinunciabile io non lo tratterrò. Lui ha un altro anno di contratto, è una persona seria e non andrebbe a scadenza. Se non lo venderemo, e lo spero egoisticamente, rinnoverà. Rincon voleva andare via, era in scadenza e lo abbiamo accontentato. Noi facciamo le cose serie, i giocatori hanno interessi e obiettivi personali. Bisogna lasciar andare chi non vuole restare, perché poi costano di più e rendono di meno".

Sull'entusiasmo: "Adesso è diverso ovviamente da quello dell'inizio, sia per l'età che avanza, sia perché all'epoca eravamo in C. Ho sognato di conquistare la stella genoana, ma non era fattibile. L'entusiasmo viene con le motivazioni, ma dopo due anni vissuti così e lontano dallo stadio, è venuto un po' meno. Il senso del dovere no però. Non mi vanto dei record del Genoa sotto la mia presidenza, vorrei solo sottolineare di aver dato stabilità".

Su Mancini CT: "Alla Nazionale serve un gestore, un allenatore consapevole di non lavorare sul campo ogni giorno. Se Malagò dovesse scegliere Mancini mi farà piacere, ma credo sia solo un nome, uno con esperienza. Gasperini per esempio dopo due mesi se ne andrebbe, è un lavoro difficile".

Sui diritti tv: "Con Mediapro finirà bene. Il dilemma è: Sky senza calcio sopravvive o noi senza diritti sopravviviamo? Mediapro ha un presidente forte, rispetterà i termini delle fidejussioni e programmerà i prossimi 3 anni".

Su un'eventuale cessione della società: "Se mi accorgessi di progetti, capacità e risorse migliori, do la mia parola d'onore che farei fare il prezzo al compratore. Ci sono trattative serie e segrete che non vanno sui giornali".

Su Perinetti: "Ho letto che va via, ma non è così. Abbiamo un rapporto da 30 anni, l'ho richiamato dopo 25 perché avevo bisogno e lui è venuto qui il giorno dopo. Se il mio modo di fare calcio non gli dovesse piacere, se ne andrà. Ha portato equilibrio e tranquillità. Io ricevo suggerimenti e poi prendo decisioni come è giusto che sia perché metto i soldi. Siamo per la condivisione, abbiamo già fatto qualcosa a gennaio in prospettiva e sappiamo cosa serve per integrare, per dare forma a una squadra che ci faccia soffrire meno".

Su Pepito Rossi: "Stamattina parlavo di lui col mister. L'ho preso sapendo in che condizioni fosse, ma ovviamente non è stato un semplice gesto umanitario. A causa della nostra situazione di classifica non ha avuto molte opportunità, ma con la Roma è entrato benissimo. Lui fa l'amore con il pallone, era mio dovere dargli una chance, per la sua bravura, la serietà e l'ostinazione che ha avuto nel continuare a giocare dopo i tanti infortuni. Ci parlerò, sarei molto felice se rimanesse. Oggi c'era una condizione per il rinnovo che non si è verificata, ma ne troveremo altre".

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