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Napoli, prima volta contro lo Zurigo: strada spianata verso ottavi di EL

di Marco Frattino
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Un incrocio inedito, perché Napoli e Zurigo mai si erano sfidate prima. La formazione azzurra incrocerà la formazione svizzera nei sedicesimi di Europa League, ringraziando l'urna di Nyon che ha sorriso al club di Aurelio De Laurentiis dopo il girone della morte affrontato in Champions League. Lo Zurigo è la quarta forza in un campionato di livello medio-basso composto da appena dieci partecipanti totali. Inoltre, a dire il vero, negli ultimi tempi il periodo non è neanche dei migliori: in Europa è stata mollata la presa dopo le prime tre vittorie che hanno di fatto ipotecato la qualificazione, nella Super League svizzera - dopo un buon inizio - lo Zurigo è scivolato addirittura ventiquattro punti dietro rispetto alla capolista Young Boys. E adesso, precisamente a metà campionato, al massimo gli svizzeri possono combattere per un posto ancora in Europa League.

Filosofia e allenatore. Ventisei gol realizzati e venticinque subiti in diciotto partite raccontano di una squadra molto equilibrata, accorta in fase difensiva. D'altronde sulla panchina dello Zurigo c'è Ludovic Magnin, ex bandiera della nazionale svizzera, ma soprattutto ex difensore. Va da sé che, anche in virtù dei numeri, malgrado il 4-2-3-1 di base si predilige un baricentro abbastanza basso e un lavoro importante in fase di ripiegamento da parte di tutta la squadra. Allenatore emergente, è in sella allo Zurigo da appena dieci mesi, prima esperienza nel calcio dei grandi dopo cinque anni nelle giovanili dello stesso sodalizio elvetico. Ha poca esperienza, ma viene da una scuola di pensiero piuttosto conservativa: organizzazione tattica e grande agonismo, questo il Napoli deve aspettarsi, ma poco altro. Sulla carta la rosa a disposizione di Magnin vale un ventiquattresimo di quella azzurra: 21 milioni, contro i 512 del valore di quella di Ancelotti. Ma guai a sottovalutare. Anche perché c'è un pizzico di Serie A con l'ex Piacenza e Udinese Nef, perno della difesa, che forse conosce un po' meglio la formazione partenopea. Così come Roberto Rodriguez, fratello di Ricardo, che magari chiederà consigli a suo fratello Ricardo, che avrà già sfidato due volte il Napoli con il Milan di Gattuso.

La stella. 4-2-3-1 o al massimo 4-4-2, cambia poco. E' così che si schiera lo Zurigo, chiedendo grande sacrificio agli esterni di centrocampo, che di solito sono Winter e Kololli. Ecco, quest'ultimo è il calciatore più interessante. Kosovaro ma di origini svizzere, quest'anno ha realizzato già nove gol tra campionato e coppe, ma soprattutto s'è distinto per tante belle giocate, anche in Europa League. Un esterno che ricorda un po' il Lorenzo Insigne dell'era-Benitez, forse meno propenso alla fase difensiva malgrado le mansioni che gli chiede Magnin. Qualche mese fa diventò virale la sua esultanza dopo un gol in Europa League, quando si lanciò in un fossato lungo tre metri per andare ad abbracciare i tifosi, senza accorgersene. Nessuna ripercussione: resta l'uomo più temibile degli elvetici.

L'allenatore: Ludovic Magnin
La stella: Benjamin Kololli
La rivelazione: Stephen Odey
L'undici titolare: (4-2-3-1) Brecher; Ruegg, Maxso, Bangura, Modou; Kryeziu, Palsson; Winter, Marchesano, Kololli; Odey.

Il percorso in Europa dello Zurigo:
AEK Larnaca-Zurigo 0-1
Zurigo-Ludogorets 1-0
Zurigo-Leverkusen 3-2
Leverkusen-Zurigo 1-0
Zurigo-AEK Larnaca 1-2
Ludogorets-Zurigo 1-1

La classifica del girone A di Europa League: Bayer Leverkusen 13, Zurigo 10, AEK Larnaca 5, Ludogorets Razgrad 4.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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