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Modric in testa, Pallone d’oro vicino. Ronaldo e Messi ora basta. Marotta porta Tonali e Barella, poi Chiesa. Milan fra Sensi e Paredes. Ok per Ibra. Manolas alla Juve, Rugani a Roma

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Se c’è qualcuno appassionato di Pallone d’oro e dintorni, siamo circa a metà dello spoglio delle schede. Voto elettronico niente? In attesa, le indiscrezioni (vere? false?) o semplicemente certi exit poll de noantri, raccontano di un Modric in testa con un buon margine, avviato alla conquista del primo trofeo Deronaldizzato e Demessizzato.

Se così fosse non ci troverei niente di strano o di scandaloso. Modric ha giocato un mondiale strepitoso, oggi è il prototipo dell’uomo-squadra e anche uno come Ronaldo sa bene cosa significhi averlo in cabina di regia. Ma poi, diciamolo chiaramente, dopo dieci anni di trofei equamente divisi fra Ronaldo e Messi, è anche giusto che il calcio guardi altrove. Questo monopolio andava spezzato, stava intristendo anche il premio che forse un po’ triste lo è già per conto suo. Ragioniamo: qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che Messi e Ronaldo siano campioni assoluti, nell’Olimpo con Maradona, Pelè e Cruiff? No. Messi e Ronaldo sono consacrati dalla storia e dopo dieci anni di trionfi potremmo anche trattarli come quei cavalli di razza Fuori Concorso. Ecco, sono fuori concorso. Non so se per un tam-tam naturale o per un tam-tam pilotato, ma credo che i giurati l’abbiamo pensata proprio così. Magari poi nel prosieguo dello spoglio salta tutto come in tante elezioni politiche, ma io comunque non cambierei opinione: andiamo oltre quei due. Dispiace soltanto che Ronaldo non abbia riportato il Pallone d’oro in Italia dove manca dal 2007 anno del milanista Kakà. Ma quelli della Juve l’avranno di sicuro messo in conto, la bacheca di Ronaldo è stracolma, l’età avanza e, come detto, il calcio forse ha deciso di andare oltre due campionissimi conclamati.

Dove andrà invece Marotta con l’Inter? Intanto è andato in Cina per chiudere ed è già tornato, sorridendo per i tanti “io l’ho detto per primo” apparsi qui e là, cari amici lettori c’è in memoria il mio pezzo di sette giorni fa, scritto giovedì quindici novembre, che raccontava proprio di Marotta-Marco Polo. I giornali sono arrivati due-tre giorni dopo. Ma vantarsi per le notizie prese di calciomercato è uno sport rischiosissimo. Chi sottolinea i colpi anticipati, dovrebbe anche fare l’elenco dei nomi toppati. Non basterebbe la Treccani. Uno a cento? Lasciamo perdere…e lasciamo vincere…

Tornando a Marotta che, ricordiamolo, avrà in Ausilio il suo uomo-mercato, sta caldeggiando l’acquisto di due centrocampisti giovani. Il primo è Barella, 1997 del Cagliari, il secondo Tonali (2000) del Brescia. Con il Brescia si dovrebbe chiudere a breve, il giocatore resterà a Brescia fino a giugno. Per Barella invece si proverà a convincere Giulini che il Cagliari può salvarsi anche senza di lui, l’Inter lo vuole già gennaio. Ma i colpi veri arriveranno a giugno con Modric già da tempo nel mirino di Ausilio come ben sappiamo, e soprattutto Chiesa che l’Inter vuol strappare alla concorrenza della Juve. Bocciato Keita, con Candreva in uscita, uno degli esterni dell’Inter del futuro potrebbe proprio essere Federico Chiesa con l’ok del babbo Enrico e di Spalletti. La Fiorentina lo valuta un’ottantina di milioni e qualcuno a Firenze è più contento quando pensa a un futuro del ragazzo a Milano piuttosto che alla Juve. Ma i bianconeri, ovvio, non molleranno tanto facilmente. E se anche il prestito di Pjaca non dovesse portare a niente visto lo scarso rendimento, il rapporto tra le dirigenze oggi è buono. La Juve, fra l’altro, oltre a Chiesa sta monitorando da tempo anche il giovane difensore viola Milenkovic (1997). Con Barzagli in uscita, Benatia in ribasso (sarà ceduto) e Rugani congelato, la difesa bianconera ha bisogno di innesti. Nel mirino c’è Manolas che non vuol rinnovare con la Roma e ha una clausola da 36 milioni. Monchi prenderebbe volentieri Rugani, ma non più tardi dell’estate scorsa, la Juve ha rifiutato per il giocatore 50 milioni del Chelsea.

Capitolo Milan, siamo al lazzaretto. Bonaventura dovrebbe partire oggi per gli Usa dove sarà operato al ginocchio. Gli altri, Biglia, Caldara, Romagnoli, Musacchio e compagnia, purtroppo ne avranno ancora per un bel po’. Servono almeno due centrocampisti e nel mirino c’è sempre Paredes dello Zenit. Salgono le quotazioni di Sensi, il rapporto con il Sassuolo è buono (Locatelli è in prestito), Leonardo proverà a prenderlo a gennaio. Sullo sfondo l’idea Diawara, ma il Napoli (per ora) ha detto no.

Ibra? Ne abbiamo scritto fin dall’estate scorsa, ora siamo in dirittura d’arrivo. Raiola sta cercando di convincerlo ad accettare sei mesi (gennaio-giugno) a 2,5 milioni con opzione per l’anno prossimo. Ci siamo. E chi si preoccupa per Cutrone sbaglia, uno come Ibra nello spogliatoio servirebbe molto al baby rossonero, una partita in più o in meno a quell’età conta poco, serve crescere bene.

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