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Milan, Maldini sul ritorno: "Per ora non c'è nulla e non so cosa ci sarà"

di Pierpaolo Matrone
Fonte: milannews.it
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Paolo Maldini, presente a Los Angeles per l'inaugurazione della International Champions Cup, è stato intervistato da Huff Post.

Paolo Maldini al Milan, è un bellissimo ricordo del passato o possiamo parlare di futuro? Questa telefonata è arrivata?
"A me piace parlare del presente, e per ora possiamo solo ricordare il passato. Per ora non c'è ancora niente e non so cosa ci sarà. Questo naturalmente non cancella quello che è stato il mio rapporto con il club: sarà sempre nel mio cuore e credo anche nel cuore di tanti tifosi. Rimarrà, è incancellabile".

Cosa significherebbe per Paolo Maldini essere al comando della squadra che è stata la tua squadra di sempre?
"Io sono una persona molto pratica: pertanto non posso parlare di cose che in questo momento non sono reali. È inutile immaginare adesso cose che fino ad ora non esistono".

L'ultimo mondiale è stato un mondiale senza Italia, e tu sei stato il capitano della Nazionale Italiana: com'è andato secondo Paolo Maldini questo mondiale?
"Per me è stato un mondiale molto triste. Ero presente alla partita contro la Svezia a Milano... È stato comunque un mondiale interessante, fatto di risultati imprevedibili, forse meno bello da un punto di vista tecnico perché non c'erano tanti giocatori di classe. Un mondiale decisamente brutto per noi italiani perché l'Italia non c'era: dobbiamo sicuramente imparare dai nostri errori e magari partire anche dal punto più basso dei nostri ultimi sessant'anni, considerato che era da sessantadue anni che la Nazionale italiana non si qualificava".

Cos'è mancato alla Nazionale? La preparazione giusta o mancano i giocatori, i nuovi talenti dei vivai.
"C'è stato sicuramente un cambio generazione che è una causa, ma tecnicamente non siamo sicuramente inferiori alla Svezia o a tante altre squadre che ho visto al mondiale. È mancata senza dubbio una programmazione a livello di federazione".

Sei qui a Los Angeles alla House of Soccer per l'inaugurazione della International Champions Cup, ce la farà il calcio ad essere uno sport seguito non da pochi, ma tanti e poi da tutti qui in America?
"Il calcio negli Stati Uniti sta crescendo a livello esponenziale e ha tutte le potenzialità, appunto, per farcela. Certo, deve lottare contro tanti sport che qui sono sicuramente più ricchi. Ma non dobbiamo comunque pensare che qui negli Stati Uniti, se parliamo di calcio, siano messi poi cosi' male, perché anche qui ci sono e ci saranno grandi talenti. Il torneo ICC riempie gli stadi: naturalmente gli appassionati vogliono vedere i campioni, quindi un innalzamento del livello della Lega, della MLS, potrebbe essere qualcosa in più, qualcosa di meglio".

Stillitano e Silva sono una doppietta magica?
"Entrambi sono persone che hanno fatto molto per il calcio americano. Conosco Stillitano dai mondiali del '94, forse addirittura dalla super coppa italiana a Washington nel '93. Lui ha sempre portato avanti l'idea del calcio negli Stati Uniti".

Com'è l'America di Maldini?
"Io sono molto affezionato all'America e in particolare alla East-coast, Miami e New York, ma la mia vita è sempre stata a Milano".

Era il 20 gennaio 1985: che cosa è cambiato da quel giorno?
"Prima di tutto 34 anni in più! Ma io mi sento comunque bene e sono soddisfatto della mia vita, sia professionalmente che personalmente: ho fatto quello che ho fatto nel mondo del calcio e mi sono realizzato come uomo. Il massimo a cui potevo aspirare, soprattutto a quell'età".

Quanto è contato il ruolo di papà Cesare?
"E' contato ovviamente tantissimo. Ma sono contati anche la mamma, la famiglia in generale, compresi fratelli e sorelle. Per me sono stati fondamentali, e la scelta di non lasciare mai Milano mi è stata di grande aiuto".

Paolo, il colpo Ronaldo alla Juventus?
"E' un grande colpo, inaspettato, bello per il calcio italiano, anzi, molto bello. Forse lo è un po' meno per i tifosi che non sono della Juventus perché questo grande acquisto rende la Juve una squadra ancora più difficile da battere".

Nella nuova stagione sarai il volto di Dazn.
"Sì, ho questo rapporto commerciale con Dazn, che è una piattaforma nuova ed hanno scelto me come testimonial. Io cercherò di aiutarli ad entrare in un mercato molto difficile come quello del calcio".

Prima firmavi autografi a bordo campo, ai tanti tifosi che oggi erano qui per te: italiani, messicani, americani, comunque tanti...
"Questo è il calcio: uno sport mondiale, globale. Io ho smesso di giocare a calcio da più di 10 anni, ora sono qui a Los Angeles a più di 10.000 chilometri da casa e questo dimostra che Il calcio è lo sport più seguito al mondo".

Paolo, la prossima coppa del mondo sarà in Qatar. L'Italia ci sarà?
"Sicuro, al 100 per 100. Per forza!".

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