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LIVE TMW - Micciché: "Fiducia in Gravina, non volevamo creare spaccature"

di Daniel Uccellieri
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gaetano Micciché, presidente della Lega Serie A, ha rilasciato una lunga ai microfoni di Sky:

"Sono una persona che lavora da oltre 40 anni e che crede che la qualità del proprio lavoro possa esprimersi in qualunque settore. Il calcio? La mia storia è abbastanza normale. Come tutti i bambini mi sono appassionato al pallone e alla squadra della mia città. Sono un appassionato di tutti gli sport, credo di aver conquistato Malagò parlando di tennis, di gol, di automobilismo. Considero lo sport un grande compagno di vita".

Sull'essere presidente della Lega serie A: "È un ruolo importante. Occuparsi di calcio, ed in particolar modo di serie A, vuol dire avere a che fare con milioni di tifosi. La priorità è quella di convincere tutti che l'interesse generale è più importante dell'interesse personale".

Su Gravina: "Ho fatto un ragionamento di grande pragmatismo. Veniamo da un periodo di commissariamento. Quando una cosa viene commissariata, vuol dire che c'è qualcosa che non va. L'idea di dividersi ancora sarebbe stato il peggior segnale. La candidatura di Gravina è di autorevolezza e di leadership. Invece di andare a cercare alternative, che avrebbero creato ulteriori spaccature, ho chiesto di appoggiare Gravina".

Sul calcio italiano: "La Nazionale italiana al 98% è composta da giocatori che militano in serie A. C'è un tema di grande attenzione che bisogna sviluppare. Dobbiamo tutti sentirci responsabili di ciò che abbiamo intorno e non puntare sempre il dito verso le colpe altrui".

Sulla Lega A: "L'assemblea è un'assemblea sana, ogni assemblea è piena di idee e suggerimenti interessanti. Io sono in carica da fine maggio, abbiamo dovuto occuparci dei diritti televisivi, dei calendari e dell'inizio dei campionato. Adesso dobbiamo trovare un amministratore delegato. Nel giro di 15-20 giorni possiamo individuare il nome giusto. Una persona che gode di ampio consenso".

Sulla crescita dei club: "La partita di calcio deve essere un'occasione per arricchirsi di quello che rappresenta l'Italia con tutte le sue città, dai capoluoghi alle meravigliose province. Dobbiamo cercare di avere appassionati sportivi che possano usare il calcio come biglietto da visita per visitare il paese".

Sui nuovi criteri: "Parma è stato un caso emblematico di una situazione deficitaria che c’era. Si è intervenuti sia a livello di Federazione che di Lega. Il calcio deve diventare un settore per persone per bene. L’avventuriero che con pochi soldi si compra una squadra per poter poi vendere il proprio prodotto e avvantaggiarsi di quelli che sono i benefici territoriali ed ambientali, non deve nemmeno avvicinarsi,.Chi vuole una squadra deve avere certi requisiti, perché chi acquista un club diventa parte integrante della storia della città"

Sul modello Premier League: "Il calcio è nato in Inghilterra, è la patria del calcio. Non invidio molto la Premier. Invidio solo la capacità di realizzare nuove infrastrutture. In Inghilterra hanno migliorato l'area dei ricavi. Noi eravamo leader 10 anni fa, adesso la Premier è in testa. Questo è dovuto grazie all'arrivo di investitori e sponsor internazionali".

Sulla qualità della serie A: "Faccio l'esempio di Inter-Milan. È stato un evento straordinario, con milioni e milioni di spettatori. Sono eventi che dovrebbero durare molto di più, magari organizzando eventi e spettacoli per attirare più tifosi".

Sui nuovi di stadi: "Per prima cosa voglio fare i complimenti alla famiglia Percassi. Il tema delle infrastrutture è importantissimo, vorrei lavorarci. Le infrastrutture migliorano le zone dove si opera".

Sul rapporto tra le società di calcio e le tifoserie, tornato d'attualità dopo la recente inchiesta di Report : "La delinquenza organizzata è un dramma non solo in Italia, è un dramma non solo nello sport. Tutti noi dobbiamo lottare. Io, anche per limitare eventuali ipotesi come quelle descritte, non userei la parola ricatto, ma parlerei di forme di condizionamento: stiamo lavorando per attuare una legge che, nel momento in cui si rispettano alcune regole di comportamento e sicurezza all'interno dello stadio, limitino le responsabilità oggettive dei club. Ho sempre considerato spiacevole, quando accade qualcosa nello stadio, che la società venga ritenuta responsabile in modo oggettivo, senza che il presidente, i manager o coloro che operano per la società ne abbiano conoscenza. Con queste regole si limiteranno i casi di responsabilità oggettiva e così anche i potenziali condizionamenti della malavita organizzata".

Sull'unità fra le 20 squadre di serie A: "C'è da dire che tutti i presidente dei club di serie A sono dei grandissimi imprenditori. Sono tutti, giustamente, tifosi della loro squadra. Il lavoro c'è stato, c'è e ci sarà, ma l'unitarietà non utopia. Se c'è un obiettivo comune, tutto ciò diventa propositivo. Il mio lavoro è portare in evidenza tutto quello di bello che il calcio italiano esprime".

Che Lega ho trovato e che Lega sarà: "Ho trovato una Lega commissariata. Ho trovato una Lega un po' magra nella sua organizzazione. Su questo dobbiamo lavorare. Oggi nessuno opera solo nel suo paese, ci sono opportunità a livello mondiale".

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