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LIVE TMW - Football Leader, Fedele: "Juve aiutata ma Napoli ha voluto perdere"

di Marco Frattino
Fonte: Dall'inviato a Napoli, Marco Frattino
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15.00 - Amici di Tuttomercatoweb.com, buon pomeriggio. Inizia oggi l’evento Football Leader 2018, il premio nazionale dell’Assoallenatori in programma fino a martedì 29 maggio. Sarà il convegno dell’AIAC ad aprire la manifestazione: alle 15, presso la sala “Mirabilis” del “Hotel Royal Continental” (sul Lungomare di Napoli) si parlerà del tema: “Sarrismo e Allegrismo, modi diversi per conquistare il risultato. Differenze per allenatori e media”.

15.10 - Presenti a Napoli Renzo Ulivieri, Davide Ballardini, Massimo Rastelli, Maurizio De Giovanni ed Enrico Fedele. Modera Paolo De Paola.

15.42 - Iniziato il convegno AIAC a Napoli, modera Paolo De Paola che dice: "Il Napoli di Bianchi, quello di Maradona, non passò alla storia per la bellezza del gioco. Il Milan di Sacchi lo passò per la bellezza del gioco, riuscì anche a vincere. Sarri quest'anno non è riuscito a vincere col bel gioco. Ancelotti rappresenta un salto di qualità a livello internazionale, ma è anche un tecnico che ha un suo modo di intendere il calcio. E' una via di mezzo, nasce da Sacchi, poi è diventato un grande gestore di campioni. Sarri, all'inizio, fece fatica a imporre il suo gioco al Napoli. Però, neanche nel Milan di Sacchi ho visto cosa ha fatto il Napoli di Sarri quest'anno".

Interviene Ulivieri: "Calcio europeo? Juve e Roma hanno sfiorato il grande colpo in Europa, vuol dire che ci siamo adeguati. Noi, come scuola, abbiamo fatto un grosso errore. Nel 2006 ci siamo fermati, ma non era il caso e l'abbiamo capito. Poi tutti erano diventati spagnoli, poi tedeschi dimenticando che loro avevano imparato dalla nostra scuola. Ci stiamo 'meticciando', la nostra scuola si confonde con quella inglese e quella spagnola/sudamericana. Vedendo le gare di 7/8anni fa, cambia il palleggio della difesa. E' indicativo della mentalità che cambia".

Interviene Ballardini: "Se si formano giocatori non all'altezza delle richieste dei tecnici? Io ho la fortuna/sfortuna di lavorare poco, arrivo sempre dopo. Quindi da luglio a ottobre in genere pass il mio tempo in giro per l'Europa, quello che ci frega è perdere tempo nella tecnica individuale. Noi giochiamo poco, anche le nostre squadre del settore giovanile partono poco dal gioco. C'è poca abitudine a giocare, soffermandoci un po' troppo nell'aspetto tattico. Anche in età giovanissima. In Spagna, Germania e Inghilterra vedo che c'è abitudine al gioco, si va anche dietro al gioco. Magari si fa un allenamento per settori, molte squadre partono dal gioco. L'Italia ha un'identità chiara, da preservare".

Interviene Rastelli: "Le piccole squadre pensano a 'scansarsi' contro le grandi? Assolutamente no, negli ultimi anni la mentalità di tanti allenatori è cambiata. Ho allenato il Cagliari fino a ottobre, quindi sono stato il tecnico di una squadra di provincia. Ho cercato di inculcare la mentalità di vincere su ogni campo, al di là dell'avversario. Ma è normale che le qualità vengano fuori, ma oggi si vedono squadre che vanno in trasferta contro grandi squadre sapendo che anche le big possono andare in difficoltà se proponi calcio. La mentalità in Italia sta cambiando, tutto il calcio italiano ne trae giovamento".

Interviene lo scrittore De Giovanni: "Io seguo il Napoli da 60 anni, non ho mai visto una squadra così bella. Allegri ha detto che i campioni ti risolvono le gare, quando non ce li hai puoi cercare solo il gioco e la sua bellezza. Con la vittoria attraverso l'affermazione di un'identità".

Interviene Enrico Fedele: "Non ho capito perché si parli di Sarrismo, perché non s'è mai parlato di Lippismo, Sacchismo, Ulivierismo? Noi siamo la città del tutto o nulla, siamo rimasti attratti dalla bellezza ma nel calcio contano i risultati. Non si discute. A Sarri dobbiamo tanto, l'ho sempre etichettato come l'allenatore più bravo. E' stata vittima della sua idea, ha fatto sempre i soliti cambi ma ha portato la squadra a battere la Juve a Torino. La colpa di tutto è di Ulivieri, lo sa perché è stato insieme a Orrico il capostipite della scuola toscana. Lui ha iniziato a giocare con tre in difesa, non lo faceva nessuno. Il Napoli di Vinicio giocava bellissimo con calciatori non proprio all'altezza, come il Napoli di Mazzarri che è arrivato secondo in classifica e ha vinto una Coppa Italia. Sarri è un maestro, ha giocato con 14 calciatori e in Italia esiste un solo un fuoriclasse: si chiama Dybala. Il resto possono essere campioni. Insigne non ha un patrimonio tattico, mette in mostra le tre cose che sa fare. La Juve ha avuto qualche aiuto arbitrale, il Napoli dice che ha perso lo scudetto in albergo. E' un'offesa per i calciatori. La Juve ha vinto a Milano aiutata da Orsato, io avrei detto che bisognava vincere comunque a Firenze. Sarri ha fatto bene in Italia, non in Europa. Sacchi ha vinto un campionato col Milan, Capello con gli stessi uomini ne ha vinti quattro. Nell'almanacco resta chi ha vinto. Io ricordo il Napoli di Vinicio, oggi si ricorderà il Napoli di Sarri. Senza vittorie".

Ancora Fedele: "Il Napoli ha speso 131 milioni di euro negli ultimi anni per i vari Maksimovic, Rog, Pavoletti, Diawara. O non li sanno comprare, oppure tenevi Higuain. Per me il Pipita non è un fuoriclasse, ma un campionissimo. Per me i fuoriclasse sono i vari Zidane, Totti, Schiaffino".

Interviene Ulivieri: "A un certo punto della carriera credevo di essere sfigato, non avevo mai vinto di culo. Poi mi chiama Fedele al Parma, ritrovandomi grandi calciatori. Andammo a giocare a Vicenza, giocammo male da vergognarsi. Buffon parò 7-8 tiri, Di Vaio segno all'incrocio alla fine e lì ho finito di essere sfigato. Quando hai grandi calciatori, non sei sfigato. Non pensate troppo alla sfida oppure a chi ce l'ha col Napoli, quando arrivi alla fine ci sono valori che possono essere anche tecnici. Parlare del bello, è soggettivo. Se facciamo vedere il calcio di Sarri a Zeman, si butta dalla finestra perché lui vuole giocare solo in avanti. Ma il gioco del Napoli è stato quello più funzionale rispetto alle qualità dei calciatori, stesso discorso per la Juventus. Poi ci sono altri tipi di gestione, nel bene e nel male. Adesso al Napoli è arrivato un grande allenatore, credo che partirà da Sarri. Porterà un correttivo, senza cambiamenti radicali".

Interviene Fedele: "Ricordo un aneddoto con Ulivieri, a Parma lui disse a Thuram che doveva muoversi in un determinato modo. Lilian venne da me a chiedere spiegazioni, ma alla fine ebbe ragione Renzo. Il ruolo di ds oggi viene interpretato dal presidente con i procuratori, oggi è diverso rispetto al passato".

Ancora Ulivieri: "Quanto vale un allenatore per i risultati di una squadra? Ai miei presidenti non ho mai detto di non poter entrare negli spogliatoi, ma potevano dire solo 'Forza ragazzi'. Altrimenti ci sarebbe stata una rottura. Al di là del Sarrismo e dell'Allegrismo, sono importanti i prossimi mesi del Napoli. Rifacendo l'intera squadra sarebbe un errore, ma non accadrà perché Ancelotti ha un certo metodo".

Parola a Rastelli: "La qualità di alcuni interpreti del nostro calcio è calata, in passato le scuole calcio era la strada. Un ragazzi acquisiva furbizia dalla strada, per poi migliorare quando giocava nelle rispettive squadre. Oggi trovi ragazzi in A che devi insegnargli come ricevere il pallone e la postura giusta, così da giocare subito la palla. L'aver formato tutte queste scuole calcio, tutte schematizzate, portano ad avere un certo tipo di calciatore. Nell'ultimo periodo il lavoro dell'allenatore incide molto di più, perché deve rimodellare i propri ragazzi. L'allenatore moderno conta tantissimo, poiché deve lavorare di più. Poi, è ovvio, dipende dal materiale a disposizione".

Ancora Rastelli: "E' difficile paragonare epoche diverse, come il Milan di Sacchi al Real di Zidane. Ma il campione resta campione, non c'è differenza in questo".

Interviene Ballardini: "Il futuro del calcio italiano sono le strutture che ora non ci sono, non so di chi sia la responsabilità ma tutti i club di A e B dovrebbero avere strutture per i ragazzi. Invece i nostri club hanno appena una struttura dignitosa per la prima squadra. Il futuro, per me, è dare ai ragazzi istruttori bravi e preparati in una struttura importante per la crescita. Poi, ogni allenatore ha una sua idea di gioco e propone il lavoro. Ognuno ha uno stile, come quello della Juve che magari non è bello da vedere ma è concreto. Sarri ha il suo stile, io preferisco meno passaggi e più profondità. Ma questa è la mia idea, non è detto che sia migliore o peggiore. Voglio che le mie squadre facciano bene le due fasi, con coinvolgimento da parte di tutti. Pochi passaggi per arrivare in area avversaria e provare a fare gol".

Ancora Ballardini: "Il ciclo del Napoli è quasi arrivato alla fine, con cinque-sei elementi con più di trent'anni. Lo dico perché ricordo che tanti di loro furono portati da Benitez, quelli arrivati negli ultimi 2-3 anni sono rimasti ai margini. Come Pavoletti, Zapata, Giaccherini, Maksimovic. Io non so se i rincalzi erano così 'inaffidabili', da indurre il tecnico a fidarsi solo di quei 12-14 calciatori. Il dato è che il Napoli è stato sempre molto competitivo in Serie A, offrendo belle gare anche in Europa, senza però essere competitivo nelle coppe come in Italia. E' un'abilità anche quella, un allenatore deve gestire 20-22-24 calciatori per tre competizioni. Il Napoli ha una rosa importante, deve prestare attenzione anche alla gestione dei calciatori e delle loro forze".

Ancora Fedele: "Orsato ha aiutato la Juve nella sfida contro l'Inter, ma il Napoli ha perso lo scudetto perché l'ha voluto perdere. Creare alibi non è da persone forti".

16.59 - Terminato il convegno AIAC all'hotel Royal Continental di Napoli.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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