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Le incertezze della Champions: la cura non è solo il mercato...

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Possiamo dirlo senza mezzi termini: peggio di così difficilmente poteva andare. Martedì sera le due italiane non sono riuscite a qualificarsi nonostante avessero avuto tutto a disposizione, non soltanto in questo turno di Champions, ma anche i precedenti.
Mercoledì Juve e Roma si imbattono in due euro figuracce, seppure con la qualificazione al sicuro e la Juventus, addirittura, nonostante la sconfitta passa il turno comunque come prima (visto che c’è sempre chi fa di peggio).
Possiamo dirlo apertamente: è una questione di mentalità, di approccio, di motivazioni. O di tutte e tre le cose insieme. Sono le caratteristiche che non puoi comprare al mercato, che devi avere, devi avere la pazienza di costruire, vengono con l’esperienza.
L’unica giustificabile è la Juve per tutta una serie di motivi. Innanzi tutto quello pratico: la sconfitta è indolore (per fortuna dei bianconeri) e poi perché è la prima in trasferta di tutto il 2018 (23 vittorie e 3 pareggi) e in Champions bisogna risalire ancora più dietro: 12 settembre 2017, Barcellona Juventus 3-0. Insomma un passaggio a vuoto si può anche perdonare, soprattutto visto che non è costato nulla in termini di classifica (visto che quest’anno arrivare primi conta...).
Le altre sinceramente devono leccarsi le ferite e cercare di ri-trovare la proria identità. La Roma non doveva vincere, anche se lo avesse fatto non sarebbe cambiato nulla per il proprio destino. Ma perdere, così no. Visto che ci si aspettava una reazione d’orgoglio, visto che serviva dare delle risoposte a Di Francesco rispetto al lavorod i quest’anno. E invece è arrivata ancora una sconfitta che se da una parte nel cammino di Champions non sposta assolutamente nulla, dal punto di vista del morale la situazione cambia eccome. All’orizzone la sfida con l’ex Prandelli e una squadra che vuole riscattarsi e poi la Juventus prima di Natale. Insomma bisogna rimettersi in pista subito: ecco perché la sconfitta contro io Viktoria Plzen fa male. Consegna una squadra con un’emorragia che non è stato possibile frenare e la situazione sta diventando (soprattutto a livello ambientale) molto delicata.
Senza contare che il futuro (almeno a livello di numeri e statistiche) non sorride ai giallorossi. A Sky abbiamo calcolato le probabilità dei sorteggi tenendo conto dei paletti (no squadre stesso paese e no squadre stesso girone): bene la Juventus come squadra più “probabile” (sebbene non con una probabilità altissima: 18,51%) ha l’Atletico Madrid (che insieme al Liverpool è la più forte che i bianconeri possono pescare), mentre alla Roma nel 23,76% dei casi spetta il Manchester City (in questo caso percentuale non così irrilevante). Non sarebbe cambiato nulla con una vittoria stasera, solo la testa sRebbe stata diversa e forse la convinzione. Detto che da qui a febbraio può cambiare molto, se non tutto.
Sarebbe cambiato qualcosa se le altre due italiane fossero passate. E lo avrebbero potuto fare.

Il Napoli aveva a disposizione due risultati su tre. Ne avrebbe avuti anche di più se non avesse preso il gol della Stella Rosa, o se ne avesse segnato uno all’andata, o se Di Maria al 93esimo non avesse trovato il tiro del 2-2. È arrivata a giocarsela all’ultima giornata (e questo è un merito) ma poi non ha retto l’urto del Liverpool che è stato devastante. Certamente vanno fatti i complimenti ai ragazzi di Klopp, ma il Napoli deve rimproverarsi altrettanto certamente qualcosa. Ancelotti aveva detto “saremmo dei coglioni a non passare il turno”. Ora non serve essere così duri, ma una riflessione va fatta sulla capacità di crescita a livello internazionale dei partenopei.
A maggior ragione la riflessione la deve fare l’Inter. Non basta Marotta. A san Siro si è vissuto quasi uno psicodramma. L’Inter aveva davvero il suo destino in mano (nonostante dipendesse dal Barcellona) ma con due partite gestite nel peggior modo possibile ha buttato al vento una qualificazione che sembrava davvero alla portata. Qui non è questione soltanto di uomini o di scelte dell’allenatore. È proprio l’approccio, la gestione della vigilia e della gara, la frenesia e la frustrazione durante la partita. Il lavoro di Spalletti da questo punto di vista non è affatto completato. Anzi: quando sembrava che l’Inter ne fosse fuori ci è ripiombata con tutte le scarpe. Complici sicuramente gli ultimi risultati (Roma, Tottenham e Juve, appunto). Il distacco dalla prima della classe, l’eliminazione dalla Champions impongono riflessioni. Profonde riflessioni. Ma attenzione che gli errori non sono mai soltanto da una parte sola.
È per questo che il mercato conta relativamente, in questo frangente. È chiaroche un giocatore in più o in meno può fare la differenza. Ma le 4 di Champions devono pensare ai loro equilibri, alle loro strategie.
E Juve a parte, tutto ancora sembra in discussione...

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