La nuova Italia, senza un centravanti. E con Immobile scontento
Un gol di Biraghi basta a rimandare i fantasmi tutti nello sciacquone? Probabilmente no, perché la vittoria con la Polonia all'ultimo minuto è un balsamo, sì, ma non risolve un problema evidente. Questa squadra non ha un centravanti che riesca a fare la differenza sotto porta. Anche perché il 4-3-3 utilizzato da Mancini, di guardiolana memoria e barcelonissimo tiki-taka, non ha un fenomeno. Non ha una seconda punta così concreta come potrebbe essere Lionel Messi, sebbene giochi in una maniera molto simile. Tanto possesso, recupero del pallone sistematico, giocatori veloci che possono strappare. Ma nessuno che fa gol, proprio come il Barça senza il proprio argentino, almeno nella prima maniera, quello prima dell'avvento di Luis Suarez.
E proprio come Suarez servirebbe un terminale offensivo all'Italia. Belotti no, Balotelli nemmeno, Immobile era l'unico convocato dopo l'infortunio di Cutrone e quello di Zaza. Alla fine Mancini ha pescato il jolly dal mazzo, con Kevin Lasagna che ha preso il posto del laziale e ha imbroccato l'assist vittorioso per Biraghi. Immobile nel giorno prima della partita aveva zittito le critiche, mandando un messaggio ai giornalisti. "Non è per me", diceva il Mancio. Forse lo è un po' di più dopo ieri sera, perché il rischio di finire - anche lui - in un tritacarne di preconcetti è molto alto. Segnare alla Lazio e non in Nazionale è un allarme che suona, anche abbastanza evidente.