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Juve-Napoli, ecco come giocheranno. Sui bianconeri le maggiori pressioni. Dybala è il dubbio. Pjanic recupera. Milik in vantaggio su Mertens. Restare o andar via? Il futuro di Allegri e Sarri passa da questo scudetto. Italia, Mancini CT

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Hai nove punti di vantaggio, praticamente già vinto lo scudetto e pochi minuti dopo scopri che quei punti si riducono a quattro e ritorna tutto in discussione. Non deve essere simpatico. Non è un momento semplice per la Juve alla vigilia dello scontro diretto col Napoli, pochi giorni dopo la beffa di Madrid.
Ma Juve e Napoli è la storia infinita di questi nostri tempi. C’era da aspettarselo e la sensazione è che il finale sia ancora tutto da scrivere e possa riservare sorprese. Lo penso riguardando le ultime partite giocate dalle due squadre e analizzando il calendario.
Ora le pressioni maggiori sono tutte per la Juventus che deve assolutamente vincere domenica sera. Anche con un pareggio, anche tenendo il Napoli a quattro punti, può diventare tutto molto rischioso quando devi ancora affrontare Inter e Roma in trasferta. Il Napoli invece può andare a Torino con un calendario agevole e la tranquillità di chi sa di avere già fatto qualcosa di importante arrivando secondo e conquistando la Champions e (in teoria) senza niente da perdere. Oggi la Juve ha la testa più pesante, il Napoli più leggera. E se l’esperienza di certe partite e di certe situazioni mi fa pensare che comunque la Juve saprà trovare la chiave giusta per uscirne fuori, il Napoli può comunque diventare un incubo. Fra l’altro in tre partite giocate allo Stadium con il Napoli (due in campionato, una in coppa Italia), Sarri non ha portato via neppure un punto e anche questo nella legge dei grandi numeri è un dato a sfavore di Allegri. Insomma, la Juve si è complicata la vita e questo è evidente. Fa bene Allegri a dire che due mesi fa avrebbe firmato per arrivare con questo vantaggio a questo punto della stagione, ma è altrettanto vero che la favorita per lo scudetto è sempre stata la Juventus per l’organico e la storia. Se non vogliamo tirare in ballo i fatturati.
Come se la giocheranno i due allenatori?
Da Vinovo le cronache raccontano che Pjanic e Mandzukic sono tornati ad allenarsi in gruppo. Molto probabilmente saranno abili e arruolati. Se così fosse, la tentazione più grande potrebbe essere quella di tornare al famoso 4-2-3-1 con il quale la Juve ha eliminato l’anno scorso il Barcellona regalando spettacolo. Ma oggi sono in grado questi giocatori di fare una partita dispendiosa, di imporre il gioco? I dubbi sono tanti. Troppi. Se fossi Allegri ripartirei dalla squadra di Madrid. Ma in questo caso cresce Dybala che rischia di essere il vero problema per domenica sera. Dybala dentro o fuori? Io non avrei dubbi, se Mandzukic ce la fa gioco con il 4-3-3 e sugli esterni piazzo Mandzukic a sinistra e Douglas Costa a destra. Forza, velocità e la giusta imprevedibilità per accompagnare Higuain e le eventuali ripartenze. Del resto Dybala non è lui e la cosa è evidente. Su cinquanta partite a stagione non ne puoi giocare bene quindici-venti soltanto. Con quelle qualità devi essere sempre determinante, ma a questo aggiungiamo anche un carisma che manca e che invece hanno giocatori come Mandzukic. Comunque non è facile privarsi di un giocatore così e me ne rendo conto.

Non ho parlato della difesa. Spero che Allegri non si innamori ancora di Barzagli largo a destra. Caso mai, allora, meglio passare al 3-5-2 con Douglas Costa a fare il tornante a destra, Alex Sandro a sinistra e davanti Dybala-Higuain. Ma anche sacrificare Mandzukic è una bella responsabilità.
E Sarri che farà? Sfrutterà la freschezza e l’energia anche psicologica di Milik o partirà con il Trio recuperando Mertens al centro dell’attacco? Anche qui la scelta è complicata, ma la difesa della Juventus va attaccata anche con la fisicità e l’elevazione di Milik. Se il Trio fosse in forma come due mesi fa direi che la palla a terra e la velocità sono armi importanti. Oggi, a velocità più bassa, Milik può essere più decisivo di Mertens. Il belga, poi, entrando con la testa giusta (?) quando gli altri sono stanchi potrebbe essere un’arma letale. E pensare al 4-2-3-1 dall’inizio con il Trio dietro a Milik? Escluso. Sarri poi non avrebbe attaccanti freschi in panchina per cambiare la partita. Quindi penso al Napoli solito con il ritorno di Koulibaly, a centrocampo Allan e Jorginho con Hamsik. Non c’è tattica da prevedere, il Napoli giocherà come sa, alla sua maniera: l’unica.
Lo scudetto o meno, inciderà anche sul futuro dei due allenatori. Se Allegri lo vince, quasi certamente resta. Ci sono da stabilire dei programmi, da fare il punto sugli acquisti, ma questa sembra la strada più logica. Se, viceversa, non dovesse farcela, senza Champions e senza scudetto credo che vorrebbe dire addio.
Per Sarri il discorso è l’opposto. Come vi abbiamo anticipato due mesi fa, De Laurentiis ha rivelato in settimana di avere fatto la sua proposta a Sarri. All’allenatore è piaciuta, ma ha chiesto di entrare nei dettagli soltanto a fine stagione. Se dovesse vincere lo scudetto, dopo uno shock emozionale così forte, Sarri vorrà capire se troverà ancora dentro di se gli stimoli per ripartire nella stessa piazza. Dubbio legittimo. Eventualmente le soluzioni e le offerte non mancherebbero né per l’uno, né per l’altro. Il discorso panchine è bollente e il risiko non è ancora partito.
Una corsa invece è finita da qualche giorno, è quella per la panchina azzurra. Il nuovo Ct sarà Roberto Mancini come ampiamente previsto dopo il no di Ancelotti che storicamente è arrivato in febbraio. L’ufficialità della Federcalcio soltanto a campionato finito. Ora si cercano altre figure, è stato contattato anche Paolo Maldini che riflette. L’idea è quella di strutturare la Nazionale come un club con un presidente del Club, un manager, team manager e così via.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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