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Juve, Bentancur: "Buffon? Non credo abbia veramente 40 anni"

di Chiara Biondini
Fonte: Calcio2000 n. 233 è in edicola
Calcio2000 n. 233 è in edicola
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

20 anni ma una maturità spaventosa, paragonata solo all’enorme potenziale calcistico, stiamo parlando del giocatore della Juventus, Rodrigo Bentancur, intervistato da Calcio2000, nel numero 233 in uscita oggi.

“A tutta la mia famiglia, il calcio è sempre piaciuto moltissimo. Già i nonni, poi mio padre e, di seguito mio fratello maggiore hanno sempre masticato calcio. Mia mamma mi portava a vedere le partite. Diciamo che il pallone fa parte della mia vita da sempre”.
Dall’Uruguay all’Argentina… Da Nueva Helvecia a Buenos Aires, per giocare nelle fila del Boca Juniors. Un bel salto, no?
“Avevo solo 13 anni quando ci siamo trasferiti in Argentina. La mia cittadina era di 8/10.000 abitanti, Buenos Aires è una metropoli… Ero piccolo, ho dovuto lasciare molti famigliari e gli amici. È stato importante mio padre che mi ha aiutato a prendere la decisione, spiegandomi che era una grandissima occasione. Quando ho deciso di accettare, tutto è volato velocemente, tanto che, a 17 anni, ero già in Prima squadra”.
Due domande in una: sempre giocato come centrocampista e i tuoi idoli da giovanissimo…
“Sì, ho sempre giocato in mezzo al campo, come centrocampista. Ho giocato sia da “5” che da “8”. Nel Boca giocavo da interno di centrocampo a destra. I miei idoli? Sicuramente Riquelme, un giocatore spettacolare, e Pacheco del Penarol. Poi, a livello di nazionale uruguaiana, avevo un debole per Forlan”.

Parliamo dei tuoi esordi in Argentina con il Boca Juniors. Eri giovanissimo, anno 2015…
“Sì, la mia prima partita con il Boca Juniors in Primera Division fu alla Bombonera, contro il Nueva Chicago mentre, in Copa Libertadores, ho esordito, neanche a farlo apposta, in Uruguay, nel mio Paese, allo stadio del Montevideo. C’era tutta la mia famiglia a vedermi, è stato incredibile”.
Parliamo della Juventus. Come è stato il primo giorno?
“Già sull’aereo ero emozionato. Sono arrivato in hotel e mi ricordo che sono andato a comprarmi una camicia per essere pronto per la mia prima giornata da bianconero. Quando arrivi qui, capisci subito che sei in un grande club. Io, per fortuna, arrivo dal Boca, un club dove, come qui alla Juventus, devi sempre vincere trofei, non puoi fare altro. Quello che mi ha colpito è stato l’atteggiamento dei giocatori bianconeri, il modo in cui si allenano, l’impegno che ci mettono, la voglia… Mi è piaciuto molto anche il centro sportivo, davvero all’avanguardia”.

Chi ti ha aiutato maggiormente ad inserirti nel club bianconero?
“Appena sono arrivato, il mio procuratore mi ha dato una grande mano. Tramite un suo contatto, mi ha permesso di entrare subito in sintonia con la città. A livello di squadra, sicuramente il gruppo di sudamericani mi ha subito accolto alla grande. Devo dire che i vari Buffon, Chiellini, Barzagli e Marchisio mi hanno fatto sentire subito a casa”.
E Allegri, che tipo è? Un suo pregio e un suo difetto…
“Ho un rapporto speciale con lui. Mi sta aiutando tantissimo nella mia crescita professionale. Mi ha fatto sentire subito importante, mi ha dato una fiducia incredibile. Un difetto? Grida molto (Ride, ndr)”.
Nonostante i 20 anni di età, appari molto sereno. Sei molto più maturo rispetto ai tuoi coetanei. Quale è il tuo segreto?
“Nessun segreto, devo ringraziare la mia famiglia che mi ha insegnato a tenere sempre i piedi per terra. Avendo iniziato a giocare così giovane, la presenza della mia famiglia è fondamentale, da sempre”.

Ma che cosa vuole vincere Bentancur?
“Il primo obiettivo è vincere tutto quello che si può con la Juventus. Voglio provare a vincere Champions League, Scudetto e Coppa Italia. Poi, ovviamente, c’è il Mondiale. Mi esalta la possibilità di giocare un Mondiale a 21 anni, sarebbe fantastico. Spero che se ne avverino il più possibili di questi sogni”.
Hai parlato di Mondiale. L’Italia non ci sarà, che effetto ti fa da straniero che gioca in Serie A?
“È davvero stranissimo, quasi irreale. Un Mondiale senza Italia è davvero insolito. Speriamo che torni subito al Mondiale”.
L’hai fatto notare ai tuoi compagni italiani che l’Uruguay ci andrà e loro no?
“No, non mi permetterei mai. Ho grande rispetto dei miei compagni e non li prenderei in giro mai, allo stesso modo come non mi piacerebbe essere preso in giro io”.

Sul compagno di squadra Gigi Buffon
“No, non credo abbia veramente 40 anni. È qualcosa di unico, fantastico, incredibile. Quando è tornato in campo e ha parato il rigore, in Coppa Italia, contro l’Atalanta è stato un momento da ricordare. Quello che mi fa impazzire di lui è che è sempre sorridente, pronto a lavorare e a darti una mano. La prima volta che l’ho incontrato, mi ha dato la mano e mi ha salutato con il mio nome. Ero sorpreso, un fuoriclasse come lui sapeva il mio nome. È bellissimo averlo nello spogliatoio come compagno di squadra”.

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