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Juve: attacchi, pareggi, parole (e anche alcuni fatti...). Inter: Spalletti, il derby e le idee chiare. Milan: il problema dell'"obiettivo" e i soliti chiacchieroni. Napoli: c'è chi si stupisce...

di Fabrizio Biasin
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© foto di Alessio Alaimo

Ho veramente poco tempo. Scusate.
Veniamo ai fatti. Sono dieci.

1) C’è stato il derby. 2) Ha vinto l’Inter. 3) Hanno eletto Gravina presidente federale col 97 % dei voti. 4) Hanno fatto vedere il servizio di Report. 5) La Juve ha perso due punti in campionato. 6) Oggi e domani c’è la Champions. 7) Di Francesco ha problemi. 8) Il Napoli funziona che è un piacere. 9) Brocchi è il nuovo tecnico del Monza. 10) Gattuso torna sotto ai riflettori.

Svolgimenti.

Il derby è stato stupendo. Non tanto per quello che si è visto in campo, ma per l’atmosfera. San Siro pieno, zero incidenti, tutti allo stadio insieme, sfottò, 5 milioni di incasso, super coreografie. L’Inter ha vinto in campo, Milano ha vinto in generale.
L’Inter porta a casa i tre punti. Ci riesce grazie al suo capitano, bravissimo eccetera eccetera. Tutti dicono “che belli gli attaccanti moderni che danno una mano”, poi non segnano per una settimana e gli rompono le balle (vedi Dzeko). Icardi ben fa "a fare quello che fa", Spalletti ben fa a tenerlo “lassù”. Pensate, c’è chi riesce a criticare il tecnico dei nerazzurri anche dopo 7 vittorie filate perché “non cambia mai modulo”. Chi lo attacca non si rende conto che, al contrario, la scelta del 4-2-3-1 ha tanto senso: è il modo certamente migliore per far rendere quel fenomeno là davanti (prima lo capiscono anche in Argentina, meglio è per loro).
Abbiamo un presidente Figc. Ci abbiamo messo un anno ma alla fine quantomeno ha vinto con percentuale bulgara. Il motivo è semplice: il sistema elettorale (fino a modifica dello statuto) fa prevalere non chi ha le idee, ma chi riesce a strappare il consenso per “fette di voti”. Chi fa meglio politica, insomma. Ma in questo caso le cose sembrano combaciare. Incrociamo le dita che, per fortuna o purtroppo, si può solo migliorare.
Ho mandato questo pezzo alle 22. Ergo, non so una mazza. La sensazione (ma ripeto: non ho visto nulla) è che si cerchi in ogni modo di trovare qualche nuovo argomento per completare la frase “la Juve ha vinto negli ultimi sette anni perché…”. E invece ha vinto solo perché è stata la più brava a gestire un calcio che è cambiato drasticamente negli ultimi dieci anni.
Succede. Eppure c’è chi ha già detto “questa Juve non è una macchina perfetta”. È vero, ci mancherebbe, ma non lo era neppure prima del gol di Bessa. In ogni caso non sarà semplice fermare la corsa di una squadra che nel secondo tempo ha messo in campo Dybala, Duglas Costa e Bernardeschi. La Juve ha una rosa superiore e l'ha messa insieme grazie a programmazione e intuizioni, altro che balle.
Dove le italiane devono confermare i progressi dell’ultimo giro. Ci eravamo lasciati con quattro vittorie sue quattro, un’abbuffata. Ora gli avversari sono più tosti: il Cska, ma anche lo United, il Psg, il Barcellona. In caso di nuovo filotto avremo una conferma in più in merito alla crescita delle nostre squadre. E chi sostiene che non ne meritiamo quattro in Champions forse aveva ragione un tempo, ma non l’avrebbe più ora.
Tattici e “psicologici”. Nel senso che la Roma sembra montata male, con qualche doppione di troppo e qualche falla rimasta scoperta. E poi pare avere leader pigri, come Dzeko: a volte è una furia, altre sembra il fratello triste del primo anno in Italia. La Roma avrebbe bisogno di continuità ma per ottenerla è necessario che siano continui i suoi giocatori. E di sicuro anche la sua proprietà.
Funziona perché Ancelotti l’ha cambiato ma non "tanto per". L’ha cambiato per migliorarlo: 4-4-2, meno fronzoli, più responsabilità ai giocatori. Parliamoci chiaro: più di Ancelotti stupisce "chi si stupisce".
Berlusconi ha esonerato il tecnico Zaffaroni al Monza. Al suo posto ha scelto Brocchi. Dovrà giocare con due punte, sembra evidente. Ed un trequartista. Pure. In ogni caso può essere una buona idea: Brocchi ha bisogno di rilanciarsi tanto quanto il Monza. Il tempo ci dirà se Silvio ci ha azzeccato.
Molti vogliono l’esonero di Gattuso perché ha tanti punti quanti ne aveva il Milan l’anno scorso dopo 8 giornate. Lo massacrano perché ha perso il derby. Perché ha detto che “l’Inter ai punti ha meritato”. Essere onesti e sinceri non significa essere "cattivi allenatori". La verità è che Gattuso raramente parla a sproposito: che il Milan non sia ancora al livello dell’Inter è evidente, anche solo per questioni del genere "da dove si è partiti". Il Milan deve arrivare al quarto posto, pretendere di più è semplicemente controproducente. Il discorso è sempre lo stesso: cambiare valutazione su squadre e soprattutto tecnici ogni santa settimana è sciocco. Lasciamoli lavorare.
Scusate, sono veramente fuori tempo massimo. La vita è complicata. "Voglio morire adesso, voglio morire qui. Senza pietà". (Cit.).

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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