Inter, testa al PSV e non al Camp Nou. Isolarsi per vincere
L'errore è sperare prima ancora di aver battuto il PSV. Anche perché chiudere con uno scherzetto che rallegrerebbe tutti meno che l'Inter, a van Bommel non dispiacerebbe affatto. Perciò la squadra che scenderà in campo domani sera a San Siro, indipendentemente dalle scelte, al di là delle cifre già incassate e di quelle potenzialmente raggiungibili, dovrà essere affamata e affrontare gli olandesi come fossero il peggior nemico di sempre. Primo perché nessuno ha voglia di scendere precocemente al livello inferiore, l'Europa League, dopo aver visto di che luce brilla il paradiso. C'è tutta l'intenzione di puntare sempre più in alto, volare ad ali spiegate, respirare ancora aria fresca. Per farlo occorrerà isolarsi tra le mura di San Siro, da Barcellona-Tottenham al Camp Nou, dai numeri pericolosi dell'ultimo periodo: tre ko (Atalanta, Tottenham e Juve), due pari (Barcellona e Roma) e una sola vittoria (Frosinone) con tanto di 9 reti subite e appena 5 tiri totali nello specchio. Roba da brividi se non fosse che, in effetti, il calendario era e sarà tostissimo.
Ecco perché non bisognerà mai guardarsi alle spalle. La strada è sì tortuosa, ma al contempo non varia. Il PSV è sì già fuori dai giochi, ma in ogni caso resta un avversario temibile, reduce da un 6-0 netto all'Excelsior in un campionato che domina con 14 vittorie e una sola sconfitta (a Rotterdam per 2-1). Skriniar e de Vrij dovranno ancora tenere a bada un attacco da 31 gol in stagione, figli del tridente composto da Lozano, Bergwijn e de Jong, capocannoniere dell’Eredivisie con 14 centri (e 3 assist) e in gol nelle ultime tre sfide di Champions. Come se non bastasse, nel weekend, l'ex Newcastle ha trovato la rete altre due volte. Tenerlo distante dall'area diventa così una priorità, stare alti con il baricentro (nessuno come i nerazzurri in A) e verticalizzare improvvisamente una strategia determinante se si vuole chiudere in fretta la pratica. Fatto questo si potrà poi, e solo poi, attendere il responso dalla Spagna. Insieme a quei 65mila che ancora una volta saranno a San Siro per iniettare interismo fino allo stremo.