Inter, solita caccia al capro espiatorio
Fonte: Sportitalia
Trovarne la causa è un esercizio al quale non proviamo nemmeno ad accostarci, tanto sembra impossibile ottenere un riscontro. Ad ogni modo è indubitabile che anche in questa stagione, così come in tutte quelle passate dal 2011 ad oggi, l’Inter sia sprofondata nell’assuefazione totale al suo momento di crisi. Solo la credibilità pregressa di un tecnico dal valore indiscutibile quale Luciano Spalletti certamente ha dimostrato di essere, impedisce che in casa nerazzurra si facciano largo le prime ipotesi di ribaltoni che hanno invece contraddistinto le scelte passate, a testimonianza tangibile del fatto che il problema sia da ricercare ovunque tranne che per quanto riguarda la guida tecnica.
Nella fattispecie, è innegabile che la responsabilità più importante sia quella da ascrivere alla proprietà: cieca e poco lungimirante nella scelta di non avere supportato con investimenti adeguati nel mercato di gennaio la mole di lavoro e di risultati raccolti da Spalletti e dalla squadra nei primi mesi della stagione. Un mercato a costo zero e con la conseguente impossibilità di trovare interpreti utili nell’immediato per la causa, è stato parte integrante della mancata risoluzione di problemi che affliggono i meneghini da più di due mesi. Solo dopo arrivano le valutazioni sulle presunte difficoltà di spogliatoio e di rapporti, che per quanto labili non hanno mai influenzato il rendimento di squadre di un certo peso specifico. Che questa Inter ne abbia davvero, a proposito, è materia tutta da verificare.