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Inter, Brozo e Perisic calciatori evoluti. Spalletti può sorridere

di Alessandro Rimi
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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Quando Perisic aveva riportato la serenità al Lužniki di Mosca (diamante a incrociare a ridosso del limite dell’area francese), la Croazia ci credeva per davvero. E buona parte del mondo, invero, era lì a farle compagnia. Un po' perché i balcanici il tetto del pianeta non sono mai riusciti a raggiungerlo, un po’ perché nel siluro di Ivan si erano riconosciuti in tanti. La tenacia e l'inesperienza (mondiale) di Davide, contro la perfezione e le armi pesanti di Golia. Questa volta, però, la storia è andata diversamente. Nondimeno, da quello che verrà ricordato come uno dei Mondiali più strani e imprevedibili di sempre, la Croazia esce e saluta solo all’ultimo step, con il miglior risultato della sua storia. Meglio del ciclo Boban, più grandi delle aspettative azzardate d’inizio competizione, messa in ginocchio da un autogol, un penalty e un tempo di gioco totale dilatato nella fase a eliminazione diretta. Peccato.

Intanto, in una finale che è il giusto riconoscimento alla manifestazione calcistica per eccellenza, l’Inter trova il modo per lasciarne il segno e, anzi, rubare pure la scena. A questo proposito, quello nerazzurro risulta essere il primo club per numero di calciatori in gol (ossia 8) in un epilogo Mondiale. Perisic è l'ultimo della lista dopo Boninsegna (1970), Altobelli (1982), Rummenigge (1986), Brehme (1990), Ronaldo (2002) e Materazzi (2006). Soddisfazioni, orgoglio, fiducia. Quella che Dalic, ct quasi per caso di questa Croazia, ha riposto in Brozovic fin dal primo momento. In Russia Epic si è confermato ad altissimi livelli come al tramonto dell’ultima Serie A. Leader, lottatore, determinante in fase di costruzione. Con Ivan e come Ivan non avrebbe mai immaginato a inizio giugno di potersi giocare il titolo più affascinante del football. Sono arrivati a tanto così e per questo dispiace.

«Siamo già così orgogliosi» ha postato Steven Zhang su Instagram al termine del match. «Complimenti comunque Ivan e Marcelo» il messaggio dell’Inter. Perché non ci sono dubbi che Spalletti li ritroverà carichi e ulteriormente cresciuti. Il tecnico sorride perché sa che ad Appiano faranno ritorno due giocatori evoluti, naturalmente più completi e avvezzi alla ricerca del compito difficile, delle pressioni più alte, delle sfide più eccitanti. Di questo i nerazzurri hanno bisogno. Mercato in uscita permettendo, la squadra di Luciano dovrà essere composta da elementi spietati sul campo e affamati di gloria. Così, prima o poi, si vince. Così ha fatto l’ultima Inter campione di tutto. Così tornerà a farlo, ancora una volta.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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