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Icardi sempre più Real. Che succede con Wanda? Addio social anche a Brozovic e Perisic: è un giallo. Suning contestato, Spalletti deluso. Malagò-Fabbricini, la strada è giusta

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Tra le varie pagelle, pagelline e pagellone del mercato invernale, se c’è una società bocciata più o meno da tutti quella è l’Inter. Serviva un trequartista, un giocatore di fantasia, l’anello di congiunzione fra centrocampo e attacco e come già successo in estate, quel giocatore non è arrivato. Ma il mercato deludente, del quale parleremo più avanti, non è l’unica cosa che inquieta il mondo nerazzurro.

Da alcuni giorni sono di nuovo accesi i riflettori sul futuro di Icardi. Vi avevamo anticipato mesi fa le voci spagnole, l’amore e le attenzioni del Real, la voglia di pagare quella clausola rescissoria da 110 milioni per portare l’attaccante a Madrid per sostituire Benzema. Un tweet di Icardi sull’addio e dintorni apparso proprio in questi giorni, sta diventando un enigma.

Ha deciso? Ha accettato la corte del Real, lascia l’Inter? La cosa non ci meraviglierebbe affatto. La clausola rescissoria è bassa, pagare una cifra del genere per gli spagnoli non è un problema. Ma la situazione forse è ancora più complessa. Non vogliamo fare del gossip e la vita privata dei giocatori ci interessa il giusto, ma siccome nel frattempo Icardi ha smesso di seguire la moglie sui social e la signora Icardi, sempre sui social, ha cambiato nome tornando a farsi chiamare semplicemente Wanda Nara, la vicenda si colora di giallo. Ripeto, non è gossip perché Wanda Nara non è soltanto la moglie, ma anche la manager di Icardi per cui quelle considerazioni sull’addio insospettiscono ancora di più. C’è un crisi personale o trattasi di divergenze sul futuro calcistico dell’attaccante?

Stando a indiscrezioni che circolano, Icardi vorrebbe andare a Madrid mentre Wanda avrebbe in testa un rinnovo con l’Inter e il conseguente innalzamento della clausola rescissoria. Non basta. Oltre a non seguire più la moglie sui social, da qualche giorno Icardi avrebbe smesso di seguire anche Perisic e Brozovic. Potrebbe voler dire niente, ma potrebbe invece anche essere una traccia da seguire per capire davvero cosa stia succedendo dentro l’Inter. Non c’è più armonia nello spogliatoio? La domanda sorge spontanea e il vistoso calo di rendimento della squadra e di Icardi e Perisic in particolare negli ultimi due mesi, deve far pensare. A questo punto la palla passa a Spalletti che ha il compito di tenere assieme una situazione non facile. L’umore dell’allenatore lo capiremo meglio oggi nella conferenza stampa pre-Crotone, ma di sicuro non è felice. Anzi. Chi lo conosce bene lo racconta parecchio inquieto. Forse i cinesi che si aspettava lui sono diversi da quelli che stanno gestendo l’Inter. E il malumore di Spalletti è nulla al confronto di quello dei tifosi delusi per la lontananza (in tutti i sensi) della proprietà Suning e soprattutto per gli scarsi investimenti. Dai cinesi si aspettavano molto di più e questa palla al piede del fair play finanziario è difficile da accettare. Rafinha e Lisandro Lopez sono buoni giocatori, ma Pastore o non Pastore, serviva anche altro per rilanciare l’Inter in vista della volata Champions. Non centrare l’Europa che conta sarebbe una delusione fortissima per tutto l’ambiente ed è facilmente comprensibile. E se la società è comunque forte con i manager Sabatini e Ausilio, toccherà proprio a Spalletti dare dei segnali che vadano oltre il mercato. Nei momenti di difficoltà è l’allenatore che deve dimostrare di essere diverso da un Pioli naufragato l’anno scorso o dal Mancini di due anni fa che non riuscì a gestire la crisi. Molto si nasconde anche dietro a quel tweet di Icardi, se l’argentino ha già la testa a Madrid o ha qualcosa d’altro in mente, non sarà facile ritrovare serenità ed equilibrio.

Non sarà facile neppure ridare un senso alle istituzioni del pallone, ma le nomine dei commissari avvenute ieri fanno ben sperare. La strada è giusta.

Fabbricini in Federcalcio è una garanzia istituzionale per conoscenza ed esperienza. Costacurta è il calcio giocato, l’avvocato Clarizia l’uomo giusto per cambiare i regolamenti: due vice commissari ad hoc.

Malagò in Lega con Bernardo Corradi e l’avvocato Nicoletti vice, avranno un compito forse ancora più duro, ma sono un’altra triade ben congegnata.

Gli uomini del Coni dovranno cominciare dalle regole, vanno ricostruite le fondamenta del pallone, immesse idee e aperta la strada per uomini nuovi capaci di portare il calcio nel futuro. Non sarà facile, ma questa è l’ultima occasione: si cambia o si muore.

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