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L'editoriale sulla C - Livorno, leader rinnova. FIGC, torna ballo elettorale

di Ivan Cardia
L'editoriale di Ivan Cardia per tuttoc.com
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Non siamo all’ultimo giro di valzer, ma poco ci manca. Tre giornate alla fine del campionato, i giochi sono fatti in un solo girone: quello di mezzo, dove il Padova contro la Fermana festeggerà l’agognata promozione in Serie B. Un successo che non arriva da lontanissimo, e non è stato semplice: quattro anni fa la società era fallita, è ripartita dalla Serie D, ha cominciato a ricostruire con calma e attenzione. Con qualche errore, anche, ma facendo le cose giuste lì dove servivano. E dimostrando che un allenatore può fare la differenza: Bisoli, in Serie C, è un fuoriclasse e lo ha dimostrato. È comunque un monito per le altre: se fallisci non sei spacciata, basta lavorare nel modo giusto. 

Gli altri due gironi dovranno aspettare ancora un po’ invece per sapere come andrà a finire. La sensazione è che chi conduce possa raggiungere l’obiettivo. A Livorno è scoppiata la serenità all’improvviso: segno che la proprietà ha saputo tornare sui propri passi, e che l’errore era stato mettere in discussione il lavoro di chi c’era, leggi Sottil e Facci. Gruppo di nuovo unito, leader naturali al loro posto: senza passi falsi, i labronici sono a un passo dal festeggiare. A proposito di leader naturali: la partita col Pisa porterà in dote il rinnovo di Daniele Vantaggiato. Il contratto dell’attaccante prevede infatti un’opzione per il prolungamento al sedicesimo gol. Arrivato, appunto, contro i nerazzurri. Non servivano la rete e l’assist nel derby per dimostrare quanto l’attaccante di Brindisi fosse indispensabile alle sorti della squadra, ma sono due bei tasselli in una stagione in cui il Livorno ha provato a farsi male da solo, e che potrebbe comunque concludersi nel migliore dei modi. 

Dalla Toscana al Salento: il destino del Lecce, nel prossimo turno, sarà nelle mani di altri. I giallorossi riposano, ma sul divano saranno scomodi: da Catania-Trapani passa infatti il sogno promozione. Con una vittoria degli ospiti, o anche un pareggio, la promozione sarebbe cosa praticamente fatta: tre o quattro punti di vantaggio, con due gare alla fine, sarebbero tanta roba, troppa per buttarla via. Va di conseguenza che gli etnei saranno più agguerriti che mai: un solo punto di ritardo è stato merce rara, in questa stagione, e le ultime due giornate a quel punto sarebbero davvero bellissime e combattute. Lucarelli ha detto che vorrebbe essere ricordato per avere portato il Catania in Serie B. La sensazione è che magari sarà anche così, ma il rischio che non avvenga dalla porta principale c’è. 

Tra Roma, Milano e Firenze ricomincia il tourbillon elettorale. Al Quirinale si fanno le consultazioni per capire chi sarà il nuovo presidente del consiglio, nelle stanze del calcio si cerca un accordo per andare oltre il commissariamento. Che per ora, diciamolo, ha prodotto ben poco. C’è tempo per le riforme, e la bacchetta magica non l’ha Fabbricini come nessun altro, ma la rivoluzione tarda a bussare alle porte. Per ora c’è l’AIA sul piede di guerra, e poco altro. Le seconde squadre in Serie C dalla prossima stagione una soluzione che intriga (e che sarebbe anche intelligente, parere personale) ma che a livello normativo e anche organizzativo resta molto complicata da attuare. I protagonisti sono sempre gli stessi, da Gravina a Sibilia, passando per Tommasi e lo stesso Nicchi. Gli assenti pure: la Lega Serie A, impegnata a capire se e come qualcuno ne trasmetterà le partite (e lì si gioca la vera battaglia per il futuro del nostro pallone). L’obiettivo è riprendersi il calcio, dare quel segnale di unità che a gennaio è mancato. Riusciranno i nostri eroi?

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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