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#Inter110 - Gresko, Joao Mario e gli altri: la Flop11 degli ultimi 30 anni

di Ivan Cardia
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Tanti trofei, tante delusioni. I 110 anni di storia dell'Inter sono fatti anche di flop clamorosi. Con un po' di severità e tanta ironia, abbiamo provato a stilare un undici "tipo" delle delusioni arrivate alla Pinetina. Limitandoci agli ultimi 30 anni, perché altrimenti sarebbero troppi.

In porta, fardello pesante per Fabián Carini. Scuola Juventus, l'uruguaiano arriva all'Inter come giovane promessa, ma destinato sin da subito a non essere il titolare. Nessuno glielo chiedeva, in fin dei conti. La sua "colpa", però, è tutta nello scambio: ai bianconeri, in cambio di Carini, un certo Fabio Cannavaro.

Ampia scelta in difesa. A sinistra, impossibile non selezionare Vratislav Gresko. Al di là dei demeriti (comunque oggettivi), lo slovacco incarna lo psicodramma del 5 maggio, quando l'Inter passò nel giro di 90 minuti dal vincere lo scudetto all'ennesimo secondo posto. Le riserve non sono comunque da meno: Grīgorīs Geōrgatos e Jérémie Bréchet meriterebbero più fiducia. A destra, Zé Maria non ha fatto neanche tanto male: 30 presenze in due stagioni, con lo scudetto del 2006 in bacheca. Però, tra Zanetti e Maicon, il brasiliano non è neanche stato il miglior terzino destro nerazzurro di sempre.

Coppia centrale da favola. Meravigliosa la storia di Cyril Domoraud. Luciano Moggi era a Marsiglia per seguire un altro giocatore, notò un osservatore dell'Inter e iniziò a decantare le lodi del centrale. Detto fatto: i nerazzurri si mossero sul "nuovo Thuram", che però non ha reso secondo le aspettatite. Al suo fianco, ecco Nelson Rivas, amante del gelato col tonno. Basterebbe questo, per la flop11. Menzione obbligatoria, in panchina, per Gonzalo Sorondo.

A centrocampo, partiamo dagli anni recenti: Joao Mario, a questo punto, può definirsi un flop. 45 milioni spesi, in campo l'impressione che magari potesse, ma di sicuso non volesse mai fare la differenza. Con lui, ecco Dražen Brnčić: giocatore atipico, arrivò dal Milan nell'affare relativo ad Andrea Pirlo. I destini dei due bastano a testimoniare la differenza. ostica la scelta per completare il reparto: puntiamo su Francisco Farinós. Arrivato per 36 miliardi di lire, dopo gli anni belli di Valencia, tartassato dagli infortuni, mai capace di inserirsi nel nostro calcio. In panchina, ecco Vampeta. Antognoni lo definì un "Tardelli moderno". Ecco, non proprio. Deludente anche Geoffrey Kondogbia, impossibile non citare Santiago Solari. E la maglia di Sforza? Non era finita, ovviamente.

Attacco a tre. Un posto d'onore spetta a Sebastián Rambert. Il cui unico merito fu quello di arrivare in compagnia di Javier Zanetti. Accolto con grandi annunci, chiuse con una presenza contro il Lugano e una contro il Fiorenzuola. Centravanti, il flop Inter per eccellenza: Darko Pančev. Centravanti inarrestabile con Vardar e Stella Rossa, in Italia si fermava da solo. Completa l'attacco titolare uno che potrebbe ancora dire la sua nel mondo del calcio: Gabriel Barbosa, a cui il soprannome Gabigol non ha portato benissimo. Le riserve? Tante, tantissime: Lampros Choutos e Marko Arnautovic. Ma anche Robbie Keane e Quaresma, Antonio Pacheco e Caio Ribeiro Decoussau. La scelta è ampia.

Chiudiamo con l'allenatore. Facile puntare su Roy Hodgson, rimasto agli annali per gli sketch comici con mister Flanagan. Ma anche Marcello Lippi, nella sua breve e tormentata parentesi, ha deluso.

Flop 11: Carini; Zé Maria, Domoraud, Rivas, Gresko; Joao Mario, Farinos, Brncic; Rambert, Pancev, Gabigol.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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