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Gozzano, Casella: "Salvarci in C come vincere la Champions"

di Luca Bargellini
Fonte: TuttoC.com
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Con i suoi 5600 abitanti Gozzano si candida a essere tra le più piccole piazze nel prossimo campionato di Serie C. I piemontesi, radicati nella provincia novarese, hanno sorpreso tutti conquistando il Girone A di Serie D, lasciandosi alle spalle una corazzata come il Como. TuttoC.com ha intervistato il direttore sportivo dei rossoblù, il 37enne Alex Casella.

Perdoni l'irriverenza: cosa ci fa il Gozzano in Serie C?
"Questa è la magia dello sport: regalare a città e atleti poco o per nulla blasonati la possibilità di costruirsi una favola a lieto fine come la nostra, realizzando un sogno per una piazza di poco più di 5mila abitanti che potrà così confrontarsi con società e realtà di tutt'altro livello".

Qual era il vero obiettivo stagionale?
"Il terzo posto, migliorando così la prestazione della passata stagione, chiusa con la vittoria nei playoff a Varese. Negli ultimi quattro anni, dopo la retrocessione in Eccellenza, abbiamo avuto una crescita continua basata su obiettivi a medio termine: la promozione in Serie D, l'ingresso dei playoff, il migliorarsi continuamente. Forse in Serie C il 99% degli addetti ai lavori si chiede chi siamo e da dove veniamo, ma in D siamo molto conosciuti: un anno fa, tra le altre cose, abbiamo venduto Zerbin al Napoli. Abbiamo una grande professionalità, speriamo di mostrarla il prossimo anno in Lega Pro".

Quando avete capito che potevate lottare per la C?
"La consapevolezza è arrivata alle soglie del mercato invernale: lì abbiamo intuito di poter puntare al bersaglio grosso. E qui entra in gioco la nostra società, tra le più solide della categoria, che ci ha permesso di ritoccare la rosa e di poter anche tesserare anche Abel Gigli, ex Parma e Lupa Roma, nel momento in cui avevamo subìto un grosso infortunio in difesa".

Eppure, nell'ultima giornata, stavate per buttare via un campionato. Avete perso con l'Arconatese ma il Como, incredibilmente, ha pareggiato con la Folgore Caratese.
"A mezz'ora dal termine abbiamo visto passarci tutta la stagione davanti. Siamo stati primi per tutto il campionato e stavamo per buttare tutto al vento per la paura di vincere: c'è venuto il braccino all'ultimo, per fortuna la dea bendata aiuta gli audaci e i due punti in più a 90' dalla fine ci hanno permesso di farcela anche con la sconfitta contro l'Arconatese. Non dimenticherò mai i due minuti intercorsi tra il nostro fischio finale e quello del Como: sono stati eterni, abbiamo pensato di tutto. Colgo l'occasione in maniera pubblica di ringraziare il presidente Criscitiello che rappresenta la Folgore Caratese: il suo team ha onorato il campionato fino all'ultima partita, come d'altronde ha fatto l'Arconatese contro di noi. È stata una stagione entusiasmante e bellissima dal punto di vista sportivo".

C'è qualche fioretto da osservare dopo questa vittoria?
"Sì, lavorare il triplo. Dobbiamo farci trovare pronti: il tempo per adempiere a tutti gli obblighi della Lega Pro è pochissimo e sin dal giorno successivo alla promozione ci siam messi a lavorare sodo".

Dalla D alla C che pedine cambieranno?
"Partendo dalla mia figura, pur avendo qualche interessamento, devo tanto alla proprietà e la volontà è quella di continuare insieme. Lo stesso discorso vale per mister Gaburro. Riguardo la rosa confermare tutti è impossibile anche se sentimentalmente lo vorremmo fare. Purtroppo, però, i valori cambiano da una categoria all'altra: cercheremo di mantenere la struttura centrale di quest'anno, inserendo dei giocatori di categoria che potranno permetterci di non pagare lo scotto iniziale di un campionato diverso rispetto a quello a cui noi eravamo abituati. Ricordiamoci che tutti noi, dirigenti compresi, arriviamo dalla D".

Da capitano di una squadra retrocessa in Eccellenza a diesse dello stesso team promosso in C. Il tutto in quattro anni.
"Quell'annata fu drammatica: la società era la stessa di oggi, le aspettative nettamente diverse. Cambiammo due diesse, tre mister, 38 giocatori. Fu un dramma calcistico e da capitano scesi in Eccellenza. Lì la proprietà mi diede la possibilità di ripartire da direttore, con l'idea di alzare l'asticella una volta tornati in Serie D. Il tutto con una voglia di rivalsa sia da parte della società che da parte del sottoscritto. E direi che, finora, ci siamo riusciti. Speriamo anche di riuscire a salvarci in Serie C: per un paese come il nostro sarebbe come vincere la Champions per una squadra di Serie A".

Intanto si lavora per lo stadio D'Albertas.
"L'obiettivo nostro è quello di giocare a Gozzano, la famiglia Alesina vorrebbe giocare nel proprio stadio. Stiamo lavorando con il Comune per avere almeno la deroga il primo anno: non credo sarà pronto per le primissime partite, quindi dovremo valutare almeno per quelle gare Novara e Vercelli".

Il prossimo anno, vista la geografia favorevole, potreste trovarvi di fronte la Juventus B.
"Solo a pensarlo è fantastico, anche perché il nostro proprietario, Alberto Allesina, è juventino. Quel match per lui varrebbe un campionato (ride NdR). Al di là di ciò, le squadre B daranno più interesse mediatico anche se si perderanno le valorizzazioni da quei team di A che avranno i secondi team in C".

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