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Galante: “Trovare giocatori migliori di Belotti e Ljajic non è facile”

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
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© foto di Lorenzo Marucci

Fabio Galante è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Galante attualmente è direttore sportivo e da dicembre allenatore avendo conseguito a Coverciano il patentino per allenare in serie C oppure fare il collaboratore anche in serie A, da calciatore aveva militato nel Torino dal 1999 al 2004 e in precedenza nel Genoa dal 1993 al 1996. Con lui abbiamo parlato della sfida fra le sue ex squadre, di Belotti, Ljajic e del suo futuro.
Genoa e Torino hanno solo da concludere il campionato perché ormai non hanno più obiettivi da raggiungere. Che partita sarà?
“Sarà appunto la classica partita di fine stagione e per fortuna che i tre punti non sono indispensabili perché mi ricordo di qualche Torino-Genoa che valeva la permanenza in serie A. Magari, però, i tifosi si aspettavano qualche cosa di più da queste due squadre in questo campionato, soprattutto quelli del Toro”.
Il campionato però va chiuso bene e sono soprattutto i tifosi granata ad aspettarselo visto che a inizio stagione si pensava che la squadra avrebbe lottato fino all’ultimo per l’Europa League.
“Certo, è chiaro e quando si gioca anche se non ci sono più obiettivi bisogna sempre chiudere bene e non solo per i tifosi, ma anche per i giocatori stessi che devono meritarsi la riconferma nel Toro o nel Genoa a seconda dove giocano. L’impegno, quindi, da parte delle squadre ci sarà al cento per cento, però, quello che dicevo io era che non essendoci più obiettivi non ci sarà quella tensione o quella cattiveria agonistica che viene messa dalle squadre quando hanno ancora qualche cosa da giocarsi. Spero che venga fuori una bella partita e che il pubblico possa divertirsi, a me piace vincere anche nelle partitelle d’allenamento e, quindi, penso che anche per i giocatori che scenderanno in campo oggi pomeriggio sarà lo stesso”.
Da neo allenatore, per il prossimo anno vorrebbe che rimanessero al Torino sia Belotti sia Ljajic?
“Sono valutazioni che sicuramente a fine campionato faranno sedendosi attorno a un tavolo Cairo, Petrachi e Mazzarri. I tifosi ovviamente non sono contenti, ma una società guarda prima di tutto al bilancio e alle varie vicende. Poi è normale che un club com’è il Toro debba allestire una squadra importante per raggiungere postazioni di classifica prestigiose e, quindi, sia Belotti sia Ljajic sono giocatori forti e sono da tenere se si vogliono appunto raggiungere traguardi importanti.

I movimenti e le strategie di mercato non spetta a me indicarle, posso solo dare un giudizio sui giocatori e sono, come dicevo, forti e importanti e trovarne di migliori non é facile. Se il Torino vuole migliorasi è su Belotti e Ljajic che deve puntare perché sono due giocatori che fanno sicuramente bene alla squadra. Comunque, ribadisco, spetta alla società stabilire le strategie non solo tecniche, ma anche economiche”.
Cambiando argomento e parlando di lei, continuerà a fare il dirigente oppure farà l’allenatore? Ha già avuto proposte per allenare?
“Ho fatto due anni e mezzo il direttore sportivo al Chiasso che milita nella serie B Svizzera e ho maturato esperienza e siamo riusciti a raggiungere per tre volte la salvezza che per quella realtà era come vincere il campionato per altri. Adesso ho fatto il corso per poter allenare e vedremo. Quando si tratta di calcio a me piace tutto e vado anche in televisione a parlarne, quindi, se mi si prospetterà una situazioni per iniziare ad allenare che secondo me può essere buona la valuterò, ma non direi no neppure a un incarico da direttore sportivo. Ho sempre vissuto nel mondo del calcio e mi sento pronto a tutto, anche se chiaramente essendo già stato direttore sportivo parto con un po’ di vantaggio per questo ruolo. Se dovessi fare l’allenatore e avessi la fortuna che la società mi mettesse a disposizione una buona squadra e di trovare giocatori che fanno bene di conseguenza potrò fare bene anch’io. Se verrà fuori qualche cosa sono pronto per entrambi i ruoli”.
In Italia oppure all’estero?
“Da giocatore ho voluto sempre rimanere in Italia, infatti ho giocato nell’Empoli, nel Genoa, nell’Inter, nel Torino e nel Livorno, ma avendo fatto il direttore sportivo all’estero anche da allenatore potrei prendere in considerazione una squadra straniera. La vita è un po’ cambiata e tanti giocatori vanno all’estero ed è cambiata anche la mia mentalità e se venisse fiori qualche cosa di carino all’estero, ma non lontanissimo perché non mi piace molto andare a otto o dieci ore d’aereo dall’Italia, come dicevo prenderei in considerazione al proposta”.

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