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Fiorentina, Sottil: "Il mio obiettivo era quello di rimanere a Firenze"

di Lorenzo Di Benedetto
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Riccardo Sottil, giovane attaccante della Fiorentina, ha raccontato se stesso ed il suo avvio di stagione, la prima con la prima squadra gigliata, nel corso di una lunga intervista ai microfoni di Lady Radio. Partendo però da temi legati al settore giovanile della Nazionale: "Una grande soddisfazione, abbiamo giocato due partite molto difficili con Portogallo e Inghilterra, perdendo ma offrendo un calcio che ci farà arrivare pronti agli appuntamenti. Problema giovani in Italia? No, ci sono. E sono anche molti validi in tutti i ruoli del campo. La mentalità italiana sta cambiando e tanti allenatori - come il nostro stanno piano piano lanciando giovani. Queste evoluzioni ci spingono a dare il massimo in campo".

Sulla prima esperienza in viola: "Ho fatto due spezzoni di gara, in due partite difficili. Sono contentissimo dell'occasione che mi hanno dato mister e società, e li ringrazio. Stanno credendo in me, io cerco di dare il meglio di me stesso. Sono convinto che con sudore e fatica potrò giocare di più e magari anche dall'inizio. Deciderà il mister".

Sul debutto a Marassi: "Ero in panchina, nella mia testa non ero mai convinto di entrare. Quando mancava un quarto d'ora circa il mister mi chiama, ma non l'ho nemmeno sentito. Quindi mi urlano sia lui che Murelli dicendomi di andare a scaldarmi. Nel giro di un minuto mi hanno chiamato per entrare, non ho avuto neanche il tempo di realizzare".

Su Pioli: "Mi apprezza tanto, quando mi parla e quando discutiamo. Mi dice sempre le cose che devo migliorare, mai su quello in cui sono bravo. Sta insistendo tanto sulla fase difensiva, dove devo ancora un po' crescere".

Sull'occasione all'Olimpico: "Mi son detto: stoppo veloce e tiro. Magari potevo tirare di prima... Devo dire che Radu è stato molto bravo nel chiudermi".

Su eventuali gol a Lafont in allenamento: "È molto forte ma qualche volta riesco a buttargliela dentro, dai!".

Sulle scelte del mercato estivo: "Il ritiro è stato buono, non lunghissimo ma per me importante. Dovevo fare una scelta sul mio percorso: ho avuto offerte da altre squadre che mi hanno cercato, ma il mio obiettivo è sempre stato di rimanere a Firenze: non solo sono cresciuto qui, ma sono nella piazza giusta al momento giusto".

Sulla squadra più giovane d'Italia: "Ambientarmi è stato facile, siamo tutti giovani e non ci sono senatori che possono rompere le scatole. Pezzella, il capitano, è umile e un campione. Un giovane come me deve stare ad ascoltarli".

Sul padre: "Non mi ha mai soffocato né dato troppe pressioni. Normale che a casa mi dia consigli ma mi dice sempre di ascoltare il mister e apprendere al 100% quello che mi dice. Non mi stressa, anzi".

Sul percorso giovanile: "Giocavo a Catania. Facemmo, quando avevo 7-8 anni, un torneo e la Juve mi vide e mi portò. Poi mio padre, che aveva giocato di là, mi portò ai granata. Poi ho dovuto fare una scelta, ma appena ho sentito il richiamo della Fiorentina non ho avuto dubbi. Ah, e vorrei dire che nel Genoa non ci ho mai giocato".

Su Guidi: "Oltre che un mister, per me è stata una grande persona. Era difficile abituarsi a stare lontano da casa: il primo fu mister Cioffi, che mi trattò come un figlio negli Allievi. Guidi cominciò a vedermi in allenamento e mi chiamò in Primavera. Fu un inizio difficile perché non giocai troppo, però mi diceva che per lui ero importante ma che avevo delle cose da migliorare. Diceva che ero un diamante grezzo. Con il passare del tempo, il lavoro e la partecipazione del mister, sono riuscito a fare dei grandissimi sei mesi".

Sulle due finali perse con l'Inter con la Primavera: "Fa male. Ho raggiunto tre finali in viola e le ho perse tutte. Dispiace ma fa parte del calcio ed è stato da insegnamento".

Sulla voglia di fare come Berna e Chiesa: "Sì, è un mio obiettivo. A Firenze sono stati, Chiesa lo è ancora, dei grandi giocatori. Spero di intraprendere il loro percorso".

Sul rapporto con Chiesa: "È un ragazzo umilissimo e fortissimo. Una brava persona, mi dà consigli e con lui mi trovo benissimo. Abbiamo diviso la stanza spesso".

Sul mio idolo di sempre: "Cristiano Ronaldo. Da quando avevo 5-6 anni. Giocarci contro è la cosa che ho sempre sognato".

Sul sogno della Fiorentina: "Affrontare ogni partita al massimo perché siamo un'ottima squadra. Il mister ci ha dato degli obiettivi e cercheremo di raggiungerli".

Su Sottil extra-campo: "Sono normalissimo, mi piace uscire con gli amici, giocare ai videogiochi e guardare la tv. Più di tutto però stare con la mia famiglia, anche se ora è a Catania. Da piccolo avevo un cagnolino al quale mettevo le maglie che mio padre portava a casa dopo averle scambiate".

Sul Cagliari: "Dopo la sosta non è mai facile ripartire al massimo. Quella col Cagliari non è una partita facile, hanno giocatori buoni e giovani forti. Proveremo a fare tre punti".

Su chi l'ha colpito nello spogliatoio: "Pezzella, ha comportamenti esemplari. Simeone, che ogni giorno dà il massimo in allenamento. Federico... ma son tutti dei grandi giocatori e grandi ragazzi, puoi apprendere da tutti".

Sulla maglia viola: "La mia famiglia è granata. Più che mio padre, suo fratello e suo papà sono stati ultrà granata".

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