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Fiorentina, Pioli: "Sei squadre meglio di noi. Chiesa arriverà al top"

di Giacomo Iacobellis
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

L'allenatore della Fiorentina Stefano Pioli, presente alla festa per i 30 anni de La Repubblica - Firenze, ha parlato così: "Non ho trovato tantissime differenze a Firenze rispetto a quando ci giocavo. Devo dire che comunque la sto imparando a conoscere meglio adesso da allenatore che da calciatore. Adesso riesco a prendermi i miei tempi per vivere la città in ogni suo dettaglio".

Sulla rivolta in città dopo la cessione di Roberto Baggio: "Fu una stagione particolare, facemmo un campionato con molte difficoltà. Nessuno di noi pensava però che Roberto ci potesse lasciare. Era una persone che stava bene alla Fiorentina, a Firenze e in quella società. Ho vissuto quel momento in modo particolare, perché mi ero rotto il ginocchio e durante quella contestazione mi trovavo proprio a Villa Donatello, al centro della contestazione".

Sulla sua vita a Firenze: "Quando cerco serenità e ispirazioni vado in bicicletta. Mi piace molto anche passeggiare di sera in centro, scoprendo angoli della città insieme a mia moglie o anche da solo. Adoro per esempio andare al Piazzale o, ancora meglio, a San Miniato".

Sul difetto dei fiorentini: "Sono brontoloni (ride, ndr), ma dentro a questo essere brontoloni hanno anche un fantastico senso di ironia".

Sul pregio dei fiorentini: "Il cuore. Lo hanno dimostrato e continuano a farlo nei momenti in cui serve".

Su cosa gli dicono i tifosi per strada: "Mi dicono ciò che mia madre mi ripete tutti i giorni: 'Mi raccomando' (ride, ndr)".

Sull'Europa: "Ci piacerebbe molto, ma non sarà facile. Non voglio mettere le mani avanti ma credo che sia chiaro a tutti che sei formazioni sono più forti delle altre. Poi è chiaro che dietro ci siamo anche noi, pronti ad approfittarne. In questo momento vedo una Fiorentina ambiziosa, ma ancora non vincente. Tra ambiziosa e vincente c'è un passaggio che dobbiamo colmare".

Sulla Coppa Italia: "Non può essere un obiettivo secondario, è giusto puntarci e vogliamo arrivarci nel miglior modo possibile".

Sul dramma Astori: "Astori e Badelj erano i miei riferimenti. La squadra era cambiato tanto e io mi sono appoggiato molto a loro. Davide era un punto di riferimento non solo per me, ma per tutti. Quello che è successo è stato tremendo, ma mi ha spinto ad apprezzare ancora di più i miei giocatori dal punto di vista umano. Quello che ha detto recentemente Vitor Hugo è la verità: Davide è con noi. I ragazzi dell'anno scorso sono stati molto bravi a far capire questa situazione anche ai nuovi. Siamo sicuramente una squadra che ha un motivo in più per fare bene".

Sulla reazione della squadra: "I ragazzi sono stati molto forti, uniti e contatti. Ho semplicemente detto loro di portare avanti quello che avevamo iniziato con Astori".

Sul suo sogno da bambino: "Volevo fare il postino, come mio padre e mio fratello. Per fortuna ero bravo a giocare a pallone".

Sul rapporto coi giocatori: "Mi affeziono tanto ai miei calciatori, a questo gruppo in modo particolare. Credo che quello che c'è successo ci abbia uniti ancora di più, facendoci sentire ancora più forti".

Su Biraghi: "Ho provato tanta soddisfazione dopo il suo gol alla Polonia. Soddisfazione per il lavoro che abbiamo fatto e per la sua grande voglia di migliorare. Era consapevole dei suoi difetti. Lui è uno di quei calciatori che col lavoro possono migliorare molto il loro rendimento". 

Sui giovani: "Mi piace molto allenare i giovani. La mia soddisfazione più grande è portarli al massimo livello possibile".

Su cosa non gradisce nel calcio: "La maleducazione e certi atteggiamenti che vedo allo stadio. Credo che in Italia si possa migliorare ancora molto da questo punto di vista".

Su cosa gli fa battere il cuore: "Il tragitto dall'albergo allo stadio è sempre emozionante, con tanti tifosi che ci vengono a caricare prima della partita".

Su Chiesa: "Ha delle caratteristiche molto soggettive: uno strappo in velocità importante, calcia col destro e col sinistro. Sta arrivando a una completezza che gli permetterà di essere al top".

Su quanto conta l'allenatore nelle decisioni del giocatore: "Con Badelj avevamo un ottimo rapporto. Chiesa? Finora non mi ha chiesto nulla sul futuro, se me lo chiedesse saprei cosa rispondere. Credo che un allenatore possa incidere molto sulla crescita di un calciatore, sia a livello tattico che di scelte".

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