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ESCLUSIVA TMW - Van Ransbeeck: "Pronto al rientro. Auteri un big, lo ringrazio"

di Stefano Sica
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E' tra gli svincolati di lusso dopo un biennio a Catanzaro disputato su buoni livelli, persino con la mannaia di un infortunio rimediato lo scorso anno alla seconda giornata di campionato a Reggio Calabria, e superato brillantemente già a dicembre. A inizio mese, infatti, mister Dionigi lo inserì tra i convocati per il match casalingo col Fondi per poi farlo tornare in campo due settimane dopo in occasione del pari interno con la Paganese. Kenneth Van Ransbeeck, attualmente, è un elemento che potrebbe far comodo a tanti, sia per la versatilità che ne accompagna le caratteristiche tecniche sia per la forma fisica frutto della preparazione sostenuta con i giallorossi di Gaetano Auteri. Sì, perché la risoluzione consensuale arrivata a fine agosto non ha impedito al centrocampista belga, classe '94, di continuare a lavorare coi suoi ex compagni grazie ad un gentlemen's agreement tra le parti. Già diversi gli interessamenti per il calciatore, il quale si è raccontato ai microfoni di TuttoMercatoWeb partendo dall'ultima annata in Calabria per finire alle vicende della Nazionale belga ai recenti Mondiali in Russia.

Di fatto sei svincolato ma continui ad allenarti col gruppo di Auteri.
"Il modo migliore per non perdere ritmo e forma. Col mister si lavora duro e questo mi può essere solo di utilità. Spero soltanto di avere la possibilità di dimostrare quanto prima il mio valore con una nuova squadra. Intanto devo ringraziare Auteri: mi ha offerto l'opportunità di restare con loro e di questo gli sono grato. Lui poi è una eccellenza per la categoria perché riesce a trasformare un giocatore normale in uno bravissimo. In verità speravo di restare anche per questo, ma non posso che rispettare la decisione della società. Comunque sto bene, sono motivatissimo e non vedo l'ora di rientrare".

Due anni fa ti eri praticamente "sposato" col Benevento prima di approdare a Catanzaro...
"Avevo già firmato un biennale. Venivo da Cipro e mi stavo inserendo in un gruppo reduce dalla vittoria del campionato di C. Due percorsi chiaramente diversi. Mi dissero che sarei rimasto fuori lista ma, per fortuna, il Catanzaro mi diede subito la possibilità di rimettermi in gioco, offrendomi un triennale. Non ci pensai due volte".

Il Catanzaro è ovviamente nel nucleo di squadre che ambiscono a vincere il campionato. Come ne giudichi il momento attuale?
"Il gruppo ha le qualità per arrivare fino in fondo. Ha tanti giocatori forti in rosa. E' stato perso qualche punto ma questo ha riguardato un po' tutte le dirette concorrenti. Il campionato è lungo, avvincente ed aperto ad ogni scenario. Io in allenamento vedo dei ragazzi determinati, che hanno fame e professionalità. E in più c'è una organizzazione di gioco che a lungo andare potrà fare la differenza grazie ad un allenatore vincente. Partite storte come con la Juve Stabia possono capitare, ma non bisogna neanche dimenticare che nel primo tempo si è giocato molto bene a mio parere. Poi il rigore e l'espulsione hanno chiuso i giochi".

A quale giocatore belga ti sei maggiormente ispirato in carriera?
"Impossibile non apprezzare Nainggolan. Lo vidi dal vivo in una partita della Roma contro il Chievo. Mi impressionò per la capacità di saper fare tutto. Ha corsa ma anche testa. Ha tecnica, sa calciare in porta ma possiede anche molta cattiveria. Sa fare gol ma è anche uomo assist. Insomma, è un giocatore completo e importantissimo per una squadra, conosce i tempi di gioco e non si ferma mai. Del resto sono cose risapute che non scopro io".

E tu che tipo di calciatore sei?
"Io sono un centrale puro anche se il primo anno a Catanzaro sono stato utilizzato da mezzala. Devo migliorarmi negli inserimenti, ma mi ritengo un centrocampista versatile, adattabile teoricamente anche come trequartista. Non ho problemi a ricoprire tutti i ruoli, anche in una mediana a due".

La Nazionale di Martinez è arrivata ad un passo dal sogno della finalissima agli ultimi Mondiali in Russia. Cosa è mancato a tuo avviso a San Pietroburgo?
"Oggi abbiamo una struttura di squadra molto forte che quasi ci "obbliga" a disputare una competizione di questo livello da protagonisti. Infatti dopo la partita col Brasile, nella finale ci avevo sperato. Tuttavia, se andiamo ad analizzare bene il match con la Francia, la sconfitta è maturata per un contrasto perso su un corner. Un episodio, nulla più. Per il resto, non credo che la Francia si sia mostrata superiore o abbia avuto grosse occasioni per le quali recriminare. Lloris, invece, ha fatto una parata incredibile e Hazard ha avuto un'altra buona chance per segnare. In queste partite ci vuole anche un po' di fortuna. Poi è chiaro che la Francia ha meritato la Coppa se guardiamo a come ha condotto tutto il Mondiale. Fatto sta che la Nazionale belga ha avuto da alcuni anni una crescita esponenziale ed è arrivata ormai ad un livello che le consente di giocarsela apertamente con tutte le big. Un po' di tempo fa non contavamo come oggi e adesso siamo primi nel ranking Fifa: tutto questo è per noi un motivo di orgoglio".

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