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ESCLUSIVA TMW - Sormani vince in Danimarca: “Un mix tra A e Premier”

di Marco Frattino
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© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

L'estate ormai alle porte vedrà l'Italia mestamente fuori dal Mondiale, ma c'è un italiano che vivrà un'estate diversa. Da protagonista, da neopromosso in prima divisione. È il caso di Adolfo Sormani, Dodo per gli amici e per tutto il mondo del calcio, che ha conquistato un posto nel massimo campionato danese. Con un obiettivo, quello della promozione, agguantato al primo colpo come ha spiegato attraverso il microfono di Tuttomercatoweb.com.

Ha accettato di allenare il Vejle Boldklub un anno fa, nel mirino c'era subito la promozione in Superligaen. “Non era scontato riuscirci. In rosa avevamo otto calciatori che si sono salvati un anno prima, non senza difficoltà, all'ultima giornata. Abbiamo cambiato molto durante l'inverno, perché lì c'è una pausa abbastanza lunga. Il calciatore più importante, Dominic Vinicius, è stato venduto in Cina perché c'è stata la possibilità di cederlo a una cifra vantaggiosa. Poi, a gennaio, è sempre difficile trovare attaccanti, tutti cercano i migliori ma i rispettivi club non li cedono. Successivamente abbiamo collezionato cinque pareggi nelle prime sei sfide del nuovo anno, dilapidando sette punti di vantaggio che sembravano tanti. Abbiamo dovuto rimboccarci le maniche, però abbiamo vinto tutti gli scontri diretti chiudendo il campionato con cinque punti di vantaggio sulla seconda in classifica. Devo dire che siamo andati ben oltre le aspettative, forse anche ben oltre le ambizioni del club”.

Dopo aver festeggiato la promozione, il suo futuro immediato sarà ancora in Danimarca? “Di sicuro, il livello è ottimo. Lo conferma la presenza della Danimarca ai Mondiali, il movimento sta crescendo tantissimo. Dei 23 convocati per il Mondiale, in 20 si dividono tra Premier, Liga e Bundesliga. Questo vuol dire che la Federazione sta costruendo qualcosa di importante, ci sono giocatori forti. Il massimo torneo danese è una via di mezzo tra Premier League e Serie A, serve una certa fisicità ma c'è anche un ottimo livello tattico. La Superligaen presenta variabili tattiche, ero convinto di trovare una certa rigidità con tanti 4-4-2, invece non è così. Mi piace come campionato, rifarei la stessa scelta. Anzi, tra qualche giorno tornerò lì perché il campionato inizia tra un mese”.

Da parte della dirigenza c'è l'intenzione di operare innesti in entrata dall'Italia, dall'Inghilterra o da altri campionati di primo piano? “L'idea del club è quella di prelevare calciatori da far crescere, in Danimarca c'è il vantaggio di non avere limiti sull'acquisto di elementi extracomunitari. Può diventare una vetrina importante, l'idea del proprietario è quella di raggiungere un livello da Europa League per poi mettere in mostra i calciatori a livelli medio-alti. La nostra rosa, comunque, è già buona e lo testimonia il fatto di avere un calciatore nel giro della nazionale albanese. Poi abbiamo 3-4 elementi titolari nelle selezioni Under 21 di altri Paesi. L'idea è quella di prelevare giovani di prospettiva, per farli maturare e poi rivenderli”.

Ha avuto un passato sulle panchine della Primavera di Juventus e Napoli. Tra i calciatori che ha allenato ci sono Lorenzo Insigne, Dezi, Immobile. “E' sempre bello vedere certi ragazzi che all'epoca avevano grande potenziale, fa piacere constatare che sono riusciti a manterene le aspettative. A Dezi nessuno ha regalato la Serie A, è partito dalla C ed è arrivato dopo qualche tempo in B. A Parma ha avuto una grande chance, ora potrà mettersi in mostra nella massima categoria. Sono certo che potrà fare benissimo anche in A”.

Lorenzo Insigne ha spento da poco 27 candeline, festeggiando con la fascia di capitano in Nazionale in occasione della sfida amichevole contro l'Olanda. “Per lui è il coronamento di un sogno, adesso tutto diventa più complicato perché la gente si aspetta sempre di più da un ragazzo con le sue qualità. Ma questo - ha detto Sormani - fa parte anche del gioco, da napoletano magari dovrà assumersi un po' più di responsabilità. Tra l'altro in una annata particolare, perché con Ancelotti tutte le aspettative sono cresciute. Tuttavia bisogna restare calmi, con i piedi per terra. Bisognerà capire anche come si muoveranno le dirette rivali in ottica Scudetto”.

Lei è stato anche il vice di Gianfranco Zola al Watford, tra l'altro suo padre ha allenato proprio Ancelotti alla Roma negli anni '80. “Lo conosco, sono andato a trovarlo un paio di volte quando Carlo era al Chelsea. E' una persona che ha grande carisma, una straordinaria capacità di dialogo con i calciatori. E' una persona che ha mostrato di avere qualità dal punto di vista tecnico-tattico ma anche grandi doti sotto il profilo umano, ha una capacità di gestione davvero importante. È considerato tra i migliori allenatori di sempre, arriva in un ambiente particolare perché a Napoli tanta gente è rimasta legata a Sarri per quanto fatto negli ultimi tre anni".

I sostenitori partenopei non dovranno, però, pensare al passato e ai 91 punti dell'ultimo campionato. "Esattamente. I napoletani sono però persone intelligenti, non dovranno fare accostamenti tra il vecchio allenatore e il nuovo tecnico, sarebbe stupido e controproducente. Ora si riparte, l'obiettivo è quello di fare il massimo con un allenatore che probabilmente non ha la metodologia di Sarri ma ha vinto ovunque. Dall'Italia alla Francia, passando per Inghilterra e Germania senza dimenticare la Champions conquistata col Real Madrid. Bisognerà dargli tempo e il modo di capire anche chi avrà a disposizione, c'è anche da dire che si parla tanto ma sono i campioni a far compiere il salto di qualità. Il Napoli già adesso ha ottimi calciatori, ma il problema delle ultime stagioni è stata la rosa ristretta che non ha permesso all'allenatore di cambiare pedine quando necessario. Un calo, poi, nell'arco di una stagione è fisiologico per ogni calciatore e per ogni squadra al mondo”.

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