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ESCLUSIVA TMW - Paganese, Panico: "Viareggio Cup una bella vetrina per noi"

di Stefano Sica
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© foto di Giuseppe Scialla

Un entusiasmo giovanile che ben si concilia con quello dei suoi gioielli. Napoletano, 39 anni, Mimmo Panico, trainer della Berretti della Paganese, sta traghettando la sua armata di ragazzi terribili verso un sogno, quello della conquista dello scudetto di categoria. Numeri impressionanti quelli della sua squadra, in testa alla classifica del girone E e pronta a disputare i play-off da protagonista. Nell'attesa di arrivare fino al "palazzo", la sua Paganese ha disputato la recente Viareggio Cup, non qualificandosi agli ottavi ma mettendo in mostra prestazioni di buon livello. Ma, più in generale, la partecipazione al torneo ha premiato organizzazione e struttura del vivaio azzurrostellato gestito da Giuseppe Caiazzo. Panico, in carriera, ha debuttato col Real Pomigliano per poi trascorrere quasi un decennio da tecnico delle giovanili del Napoli (fino agli Allievi), prima di un campionato alla guida della Berretti della Juve Stabia (final four mancata di un soffio dopo l'eliminazione ad opera del Livorno).

Risultati magri ma prestazioni assolutamente positive: resta l'esperienza sul campo...
"Siamo stati un po' sfortunati. Anche in occasione della partita persa 2-0 col Torino, sia sullo 0-0 sia quando eravamo in svantaggio, determinati episodi ci hanno penalizzati più del dovuto. Resta il bagaglio di un confronto formativo con realtà superiori alla nostra per struttura ed esperienza. E' stata un'avventura importante che sicuramente ci servirà per il prosieguo della stagione. Il campionato Primavera è diverso dalla Berretti e questo lo abbiamo tastato con mano. La Berretti è il nostro habitat naturale, siamo stati costruiti per quello. La Viareggio Cup ci ha fatto capire che, evidentemente, dobbiamo lavorare più forte di prima. E noi siamo pronti a cogliere limiti e margini di crescita per migliorarci sempre di più".

Sabato andate a Matera: quali sono i vostri obiettivi in chiave play-off?
"In campionato ci siamo già staccati dalle altre insieme al Lecce. Siamo primi a due turni dalla fine e con quattro punti possiamo vincere il girone. Un traguardo che non credo la Paganese abbia mai raggiunto con le sue squadre giovanili. Noi abbiamo tutte le carte in regola per conquistare il titolo. Ho una squadra forte per questa competizione e l'abbiamo ampiamente dimostrato. Poi è chiaro che nei play-off sono spesso i dettagli e gli episodi a fare la differenza. Parliamo di partite secche nella prima fase".

Qual è stato il suo tema tattico in questa stagione?
"Io sono del parere che, quando si ha una squadra competitiva e completa in tutti i reparti, un allenatore debba anche variare. Soprattutto per far crescere i propri ragazzi. Avevamo un solo punto fermo: la difesa a quattro. Poi ho adottato molte soluzioni, scegliendo in base alle circostanze un centrocampo a tre o a due. Dispiace solo aver perso un giovane di grande qualità come Antonio Illuminato. Lui è il classico play capace di dettare i tempi di gioco ma purtroppo si è rotto il crociato. Avevamo fatto una grande operazione col Napoli e il ragazzo era venuto qui con entusiasmo. Antonio stava facendo benissimo, perderlo è stato un vero peccato. Ci siamo dovuti modellare in maniera diversa non avendo un altro elemento in rosa con le sue caratteristiche. Tuttavia abbiamo mantenuto un certo equilibrio visto che siamo la miglior difesa in Italia con sole otto reti subite. E' cresciuta l'attenzione generale in fase di non possesso. Un dato positivo perché nei play-off la compattezza di squadra sarà fondamentale. Tuttavia non ci siamo snaturati: per opinione di tanti addetti ai lavori, siamo una squadra che gioca bene al calcio. Anche nelle amichevoli con prime squadre di D o Eccellenza, abbiamo sempre fatto ottime figure".

Un gol per riscattarsi: quale Antonio Negro "restituisce" alla prima squadra?
"Fisicamente adesso non sta al 100%. Lui ha avuto poco spazio e, del resto, è solo la partita che può decretare la bontà del lavoro, anche atletico, di un calciatore. Per me Antonio è un attaccante importante, forse uno dei cinque centravanti del '98 più forti in Italia. Lo ha dimostrato con i numeri messi insieme con la Primavera del Napoli. E' un giocatore che ha struttura e tecnica. Lui poi è un ragazzo umile perché ha preso anche consapevolezza di qualche errore fatto in passato. Spero che con la Paganese possa avere qualche chance per dimostrare il proprio valore. E, in ogni caso, mi auguro che il prossimo possa essere per lui l'anno del rilancio tra i professionisti. Magari traendo esperienza da questa avventura a Pagani che, comunqua vada, sarà stata formativa per lui".

Dopo il crac con la Fidelis Andria si era parlato anche di lei per il post Favo...
"C'è stata una possibilità e non nascondo che mi avrebbe fatto piacere. Non si è concretizzata ma resto il primo tifoso della Paganese, con la speranza che si raggiunga la salvezza quanto prima".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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