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ESCLUSIVA TMW - Moriero: "Conte il migliore al mondo, è scappato dall'Italia"

di Michele Pavese
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© foto di Federico De Luca

La Serie A 2017-18 è arrivata al giro di boa con il Napoli di Maurizio Sarri in testa seguito, a una sola lunghezza, dalla Juventus campione in carica. Della prima parte della stagione e dei problemi del calcio italiano ha parlato, in esclusiva per Tuttomercatoweb.com, un grande ex di Inter e Roma, Francesco Moriero, oggi allenatore.

Mister Moriero, che campionato è stato finora?
Un campionato molto equilibrato, anche se Napoli e Juventus hanno dimostrato di avere qualcosa in più. Le inseguitrici sono tutte alla pari: Inter, Roma e Lazio stanno ben figurando. La Lazio, in particolare, è una squadra che gioca bene, dà fastidio a chiunque e sta cercando di portare avanti un certo tipo di progetto, con giocatori funzionali. Il Napoli esprime un gioco fantastico; ha avuto un attimo di appannamento altrimenti avrebbe qualche punto in più di vantaggio. La Juventus è la solita squadra tenace, che non molla mai. Negli scontri diretti non sbaglia, è sempre sul pezzo”.

Alla fine tutto potrebbe ridursi a un duello tra Napoli e Juventus.
“La lotta per lo scudetto sarà senz’altro tra queste due squadre, sono un gradino superiori e sono giustamente in fuga”.

La Roma ha perso qualche punto per strada.
“L’obiettivo dei giallorossi è quello di arrivare tra le prime quattro. Stanno disputando una grande stagione e hanno espresso un bel calcio anche in Europa”.

A proposito di Champions: può essere l’anno della Juventus?
“La Champions è sempre particolare, bisogna arrivare preparati mentalmente e fisicamente all’ultima parte della stagione. Mi auguro che anche quest’anno i bianconeri arrivino fino in fondo, così come la Roma. Ma non è facile fare pronostici adesso”.

L’Inter è stata il terzo incomodo fino a questo momento.
“Spalletti ha dimostrato ovunque di essere un grande allenatore, riesce a rendere semplici anche le situazioni più difficili. Si è preso un rischio, perché l’Inter veniva da stagioni fallimentari e la rosa non è di primissimo piano. Ha cominciato in modo eccezionale, arrivando anche in testa alla classifica. Poi la differenza la fanno i calciatori: l’Inter non ha la stessa qualità di Napoli e Juventus. Il calo era preventivabile”.

Il Milan invece ha deluso.
“Il Milan merita un discorso a parte. Ha investito tanto in estate e c’erano già stati dei malumori con Montella. Credo che si sia ripetuta la storia di Mancini all’Inter: quando una società non crede nel lavoro e nelle idee di un allenatore, è meglio che si cambi subito. Adesso c’è Gattuso, uno che conosce benissimo la piazza ma inesperto. Essere stato un grande ex giocatore potrebbe non bastare per guidare un club che in passato ha vinto tutto e che ha aspettative alte. Il suo lavoro sarà complicato ma mi auguro che riesca a risollevare la situazione”.

Quali giocatori l’hanno impressionata di più?
“Uno su tutti El Shaarawy. Finalmente quest’anno ho rivisto quel calciatore che mi aveva stupito ai tempi delle giovanili del Genoa. Si è ritrovato, è uno dei pochi in grado di saltare l’avversario e di fare la differenza. Mi auguro che sia importante anche in chiave Nazionale”.

Quali sono i colleghi che stima maggiormente?
“Cerco di imparare dai più bravi, Sarri e Spalletti su tutti. Poi c’è Inzaghi, che sta crescendo e sta dimostrando di essere un allenatore da big”.

Già sette cambi in panchina a metà stagione. L’ha sorpresa l’impatto di Oddo a Udine?
“Oddo si è preso la sua rivincita dopo la prima esperienza in A tutt’altro che felice. Sta facendo bene, sono contento per lui perché è giovane e riesce a ottenere grandi risultati, esprimendo un bel calcio”.

Anche a Sassuolo le cose stanno andando bene dopo l’esonero di Bucchi.
“Sul valore di Iachini non c’erano dubbi. È un allenatore preparato, ha sempre fatto bene; poi in queste piazze si esalta perché riesce a trasferire la sua carica. È un allenatore sottovalutato e per questo trascurato dalle grandi squadre. Per me è al livello di Gasperini”.

In fondo alla classifica la lotta sembra ristretta a 5/6 club.
“Hellas, Crotone e Spal se la giocheranno fino alla fine. La classifica però è corta e anche Sassuolo e Chievo dovranno lottare per raggiungere l’obiettivo della permanenza. Il Genoa ha esperienza, riuscirà a salvarsi”.

Che idea si è fatto del VAR?
“Io faccio parte di un altro mondo, in cui il calcio era più immediato e istintivo. Adesso la partita si ferma per alcuni minuti, la gente si guarda in tribuna e cerca di capire quali siano le decisioni arbitrali. Non ci saranno più gli scandali degli anni passati, è vero, però si sta perdendo la vera essenza del gioco, lo stiamo trasformando in qualcosa che non è più sport. La goal-line technology va bene ma l’arbitro deve mantenere il suo potere”.

Il 2018 sarà l’anno del Mondiale in Russia, un Mondiale senza l’Italia. Quali sono le cause del flop azzurro e quali i provvedimenti da prendere?
“In Italia manca la qualità. Ci dobbiamo svegliare e adeguare a quello che succede nel resto d’Europa: bisogna ricominciare da zero, ripartire dai settori giovanili e dalle scuole calcio, con figure competenti. Ai miei tempi ci si concentrava solo sul pallone e sulla tecnica mentre oggi ai ragazzini si fanno provare schemi e diagonali. C’è bisogno di istruttori qualificati che facciano rinascere quel talento, quella qualità e quella fantasia che il calcio italiano ha sempre espresso. Gli stranieri erano tanti anche ai miei tempi ma i ragazzi italiani di 17-18 anni come Conte, Costacurta e Maldini giocavano perché erano bravi”.

Chi vedrebbe bene come prossimo CT?
“Un tecnico esperto, un selezionatore che venga supportato da altre figure. Noi abbiamo avuto il migliore al mondo, Antonio Conte, e lo abbiamo fatto scappare perché voleva mettere delle regole e far diventare la Nazionale come un club. Questo ci deve far riflettere”.

Qual è invece il futuro di Francesco Moriero?
“Avevo cominciato un percorso importante con la Sambenedettese: con una squadra giovane avevo raccolto ottimi risultati, eravamo la rivelazione del campionato. Dopo due prestazioni negative, contro Vicenza e Sudtirol, la società ha deciso inaspettatamente di cambiare. Eppure giocavamo bene ed eravamo in linea con le aspettative. Spero di dimostrare il mio valore e mettere in pratica le mie idee in una società che creda nei giovani e conceda tempo agli allenatori. Sono tenace, il mio obiettivo è quello di allenare un giorno in Serie A”.

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