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ESCLUSIVA TMW - Laursen: "Indelebile il 4-2 all'Inter. Ora mi godo la vita"

di Gaetano Mocciaro
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Uno dei derby storici è quello del 21 ottobre 2001, dove il Milan all'epoca allenato da Fatih Terim travolse per 4-2 l'Inter di Héctor Cuper. Ai microfoni di Tuttomercatoweb parla uno dei protagonisti di quella sfida: Martin Laursen. Oggi 41enne, il danese ha vissuto tre anni con la maglia rossonera, vincendo una Champions League, un campionato e una Coppa Italia.

Se le dico Milan-Inter che ricordi le vengono?
"Una partita speciale. Due squadre molto forti, magari non come un tempo perché la Juve è più forte. Ai miei tempi invece il derby di Milano metteva di fronte le due squadre più forti in assoluto e vincere non significava solamente supremazia cittadina. E poi lo stadio pieno, le emozioni forti".

Lei ha giocato un derby per intero, quello del 2001
"Una partita incredibile: vincemmo 4-2 dopo esser stati sotto per un gol di Ventola. Era il derby di Fatih Terim, ed era stata la mia prima partita veramente importante in una grande squadra. I miei genitori erano lì a San Siro per l'occasione. Una serata indimenticabile".

Segue ancora la Serie A?
"Qualcosa la guardo ancora, anche se non mi è possibile vedere tutto vivendo all'estero. Leggo le notizie, vedo la classifica".

Che idea si è fatto del calcio italiano?
"Sta risalendo dopo le difficoltà economiche degli ultimi anni che l'hanno fatta retrocedere dietro la Premier League e la Liga. E il Milan come il calcio italiano ha pagato dei momenti difficili, non c'erano tanti soldi e non potevano arrivare grandi giocatori".

Meglio la Premier League?
"Per me il calcio inglese è divertente, è un campionato forte con stadi belli e pieni e la gente si comporta bene. Un calcio piacevole, dove non c'è troppa tattica. Magari è un po' troppo fisico e si lancia la palla un po' troppo in avanti, ma in generale mi piace molto".

Il calcio italiano all'estero è visto come noioso. Conferma?
"Anni fa quando giocavo io era dove noi calciatori volevamo andare, perché la Serie A era il top. Adesso i danesi preferiscono altri campionati, magari più ricchi e in paesi con una cultura più affine. Perché l'Italia è bella, ma c'è una mentalità diversa. Per questo per un danese è più facile andare in Olanda, in Inghilterra o in Germania anche perché con la lingua è più semplice".

Qual è il suo bilancio dei suoi tre anni di Milan?
"Ho vissuto due anni difficili. Il primo anno con Terim e poi Ancelotti ho giocato, poi è arrivato Nesta e Maldini ha voluto giocare centrale, lasciando la fascia sinistra. Con due giocatori così per me era difficile giocare. Succedeva ogni tanto, ma non era semplice perché avevo bisogno di trovare continuità. A un certo punto mi venivano preferiti anche Costacurta e Roque Junior. Insomma, con una concorrenza così faticavo a trovare il mio spazio".

Fra gli attacchi subiti anche quella di perdere troppo spesso le lenti a contatto...
"Anche qui sono state create delle storie esagerate. A Verona non mi succedeva mai di perdere le lenti. Al Milan solo per alcune coincidenze sfortunate magari mi arrivava una manata da qualcuno e perdevo le lenti. È successo 2-3 volte, ma solo per questi tipi di coincidenza. Hanno esagerato con questa storia".

Di cosa si occupa adesso Martin Laursen?
"Vivo in Spagna, a Marbella. Alleno i miei figli di 5 e 7 anni, mi godo la vita".

Ha pensato di rientrare nel mondo del calcio?
"Sì, ho fatto dei corsi UEFA prendendo il patentino A. Mi piace allenare, ho fatto anche il commentatore. Ma adesso ho altre priorità: preferisco stare con la famiglia e non in una società dove tutti i weekend sono via per le partite. Per ora preferisco questa vita, in futuro non si sa mai".

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