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ESCLUSIVA TMW - Grella: "Australia, occhio ad Arzani. Ricorda Kewell"

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Richard Sellers/Sportsphoto

C'era una volta l'Australia capace di sorprendere tutti, eliminare la Croazia e mettere in seria difficoltà i futuri campioni del mondo dell'Italia. Una squadra con talenti del calibro di Kewell e Viduka, ma che da quell'edizione del 2006 non si è mai ripetuta. E oggi i socceroos appaiono fra i più deboli del lotto, anche se in un girone con Francia, Danimarca e Perù nulla è perduto, almeno per il secondo posto. Ai microfoni di Tuttomercatoweb è intervenuto Vincenzo Grella, vecchia conoscenza del calcio italiano e con due Mondiali all'attivo. Ex centrocampista, oggi Grella fa il procuratore e fra i suoi assistiti c'è il giocatore più giovane del torneo: Daniel Arzani, 19 anni compiuti lo scorso 4 gennaio.

Vincenzo Grella, che cosa ci dobbiamo aspettare dall'Australia?
"È una squadra che negli ultimi anni ha avuto dei cambiamenti importanti perché i giocatori di maggior fama hanno smesso. Aspettiamo che le nuove leve prendano il loro posto e si confermino a livello internazionale".

Sembrano lontani i tempi di Viduka e Kewell. Come mai si fatica a trovare giocatori di questo livello?
"È una domanda che in Australia ci facciamo da tanto tempo. Quella era una bella generazione che aveva con sé piccoli campioni, ma non sempre può capitare che escano fuori questo tipo di giocatori".

Il fatto che il calcio sia poco popolare non aiuta di certo
"Il movimento calcio è sempre stato un po' schiacciato da rugby e football australiano, è una questione di cultura di vecchia data. Il calcio ha preso campo, una statistica dice che è lo sport più praticato dai giovani in Australia. Peccato che poi non trovino i canali giusti perché il livello professionistico è limitato e allora magari ripiegano su rugby e football australiano. Anche come considerazione da parte dei media c'è un dato indicativo: se guardi le pagine di sport 4-5 pagine di rugby e mezza pagina di calcio".

Pensa che il Mondiale possa aiutare a far crescere il movimento calcio?
"Il popolo australiano ama le sfide e il Mondiale avrà un buon seguito di pubblico. Ma tutto è circoscritto lì. Ci sarà una piccola spinta ma a torneo finito tutto sarà come prima".

Lei è agente del giocatore più giovane del Mondiale. Ce lo presenti
"si chiama Daniel Arzani, ha 19 anni e l'ho preso quando ne aveva 16 e nessuno sapeva chi fosse. Aveva già allora una marcia in più e una cosa che a noi manca: la personalità, la sfacciataggine nel saltare l'uomo. E non è un caso che diversi club italiani lo tengano d'occhio".

Si aspettava la sua convocazione?
"No, perché col cambio di commissario tecnico (Bert van Marwijk ha preso il comando della selezione a qualificazione avvenuta, ndr) pensavo che si andasse sul sicuro convocando i giocatori più esperti, possibilmente impiegati in campionati differenti da quello australiano, il cui livello è bassino. Invece è stato chiamato per fare la preparazione in Turchia, ha fatto bene, ha convinto e sarà in Russia".

Lo vedremo in campo?
"Magari per qualche spezzone. Del resto nell'amichevole contro l'Ungheria non doveva nemmeno entrare invece ha persino segnato. Ha le qualità per giocare e secondo me può essere una carta che il ct sfruttereà".

A chi somiglia?
"Per come sta venendo fuori ricorda il primo Kewell: sfacciato, bravo nell'uno contro uno e nel trovare le soluzioni in velocità. Da quando Kewell si è ritirato Arzani è il giocatore che più gli somiglia. E aggiungo: se fosse stato brasiliano o argentino sono certo che sarebbe partita l'asta da parte dei grandi club europei per assicurarselo".

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