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Dzeko: "Nessuno puntava su di noi. Chelsea? Felice di essere a Roma"

di Marco Frattino
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Edin Dzeko, attaccante della Roma, ha parlato ai microfoni del Telegraph in vista della doppia sfida di Champions League contro il Liverpool.

Su Guardiola. “È uno di quei tecnici che preferisce un attaccante di tipo diverso dal mio, ma sta avendo successo lavorando così. Dipende dal manager, dallo stile di gioco, dal campionato in cui giochi, ma nel calcio il numero 9 ci sarà sempre. Hai bisogno del numero 9 adatto”.

Su Salah. “Prima di tutto è un peccato che ci abbia lasciati, ma doveva andare via. Alla fine ha fatto bene, perché sta facendo cose pazzesche in Premier League, che non è il campionato più facile in cui giocare. Momo è un grande giocatore e un ottimo ragazzo e spero che possa battere dei record quest’anno, perché 40 gol in Inghilterra sono tanti. Spero che segni ancora in Premier League, ma non in Champions League”.

Su Roma-Barcellona. “In realtà eravamo rilassati, ma non nel senso che pensavamo, ovverosia pensando di essere già fuori. Abbiamo detto che non avevamo niente da perdere dopo il 4-1 di Barcellona. Abbiamo certamente la qualità per battere ogni squadra, ma dopo che perdi 4-1 nessuno si aspetta una tua rimonta. Ma lo stadio era pieno, i tifosi erano lì e dovevamo provarci. Quando segni nei primi minuti cambia tutto. Ci ha dato molta energia per segnare quei tre gol. La rete segnata fuori casa è stata decisiva. Sul 3-1 ho pensato che non fosse un cattivo risultato, quando abbiamo concesso il quarto sapevo che sarebbe stato difficile, perché era il Barcellona. Ma nella seconda partita abbiamo giocato una delle migliori partite che i tifosi della Roma abbiano visto nella storia”.

È stata l’emozione più grande della tua carriera? “In realtà quella c’è stata quando col Manchester City segnammo il terzo gol contro il QPR. Questa volta non ci ha portato nessun titolo, ma è stata speciale perché battere il Barcellona 3-0 è un grande successo per noi e per il club, e i tifosi sono stati felici allo stesso modo”.

Sul titolo vinto dal Manchester City. “Ho visto la partita del Manchester United contro il West Bromwich sul pullman con Kolarov, prima della partita contro la Lazio. Era solo questione di tempo, sono stato molto felice per loro. Non ho mandato messaggi perché era chiaro che il City avrebbe vinto il titolo”.

Sulla crescita del club inglese. “Ho fatto la mia parte. Il Manchester City negli ultimi 6-7 anni ha vinto il campionato tre volte, dunque ne sono certamente parte, anche se ora hanno nuovi giocatori e un nuovo staff. Ogni anno migliorano”.

Sulla vittoria del titolo del 2012 col 3-2 al QPR nell’ultima giornata. “È stato incredibile. Tutti si aspettavano una gara facile. Quello che è accaduto in quei 90 minuti, in quegli ultimi 3 minuti, è stato incredibile. Non accadrà più per tanto tempo. Era impossibile descrivere le mie sensazioni di quel giorno”.

Sul percorso in Champions League con la Roma. “Dalla fase a gironi, nessuno si aspettava che saremmo andati avanti. Nel nostro gruppo c’erano l’Atletico Madrid, che raggiunge le semifinali ogni anno, e il Chelsea, una delle squadre più forti. Non eravamo favoriti per passare il turno, ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo battuto lo Shakhtar all’italiana, nei quarti non pescato Manchester City e Barcellona e abbiamo pescato i blaugrana”.

Su Klopp. “Stavo pensando negli ultimi giorni che Klopp allenava il Borussia Dortmund. Ha giocato una finale di Champions League contro il Bayern Monaco e una finale di Europa League con il Liverpool e le ha perse entrambe. Mi auguro che non possa giocarne una terza, almeno non quest’anno. Glielo auguro per l’anno prossimo. Lo conosco da quando ero in Germania, conosco il suo stile di gioco, offensivo. Anche noi siamo il tipo di squadra a cui piace attaccare. La Roma deve essere positiva, altrimenti sarà un compito difficile. Conoscendo Klopp e il Liverpool a Anfield, loro proveranno a spingere nella prima partita. Saremo preparati, dobbiamo esserlo”.

Sulla Roma. “Abbiamo una squadra molto esperta, con più di 15 giocatori che giocano nelle loro nazionali, e hanno giocato partite come queste. Questo ci dà più forza, non meno. Punti di forza? La squadra. Una sola parola: la squadra. Tutto quello che abbiamo ottenuto, l’abbiamo fatto da squadra. Non come individui, ma come squadra, perché ci abbiamo sempre creduto quando nessuno credeva in noi e abbiamo dato tutto in ogni gara”.

Sul rifiuto al Chelsea. “Quando ho visto ciò che è accaduto nell’ultimo mese sono stato felice di essere rimasto. È un grande club ed ero felice che mi volessero, ma alla fine penso di aver fatto bene a rimanere perché volevo giocare in Champions League. Volevo provare a raggiungere prima di tutto i quarti di finale - cosa che non avevo mai fatto - e ora sono in semifinale, con l’obiettivo di raggiungere la finale. Vuol dire che ho scelto bene”.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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