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Dini: "Dalle seconde squadre sono nati grandi campioni"

di Giulio Dini
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© foto di (RMC Sport Network) -

Oltre il calcio giocato, oltre il calcio parlato, oltre la semplice apparenza... con l'avvocato Giulio Dini e Lorenzo Marucci, in questa puntata di Scanner si parla di seconde squadre.
“Parliamo delle seconde squadre, le abbiamo volute per tanto tempo e adesso, come facciamo spesso dalle nostre parti, dobbiamo cominciare a litigare. Si parla di riforme e poi quando arrivano si discute…è un argomento controverso questo delle seconde squadre, va ad alterare quella che è la fisionomia delle serie inferiori e quindi la logica, il campanile e anche la professione di chi fa questo lavoro a livello professionistico ma non di massima serie, perché si ridurranno gli spazi. Ci sarà chi non è contento, ma si parte sempre dal presupposto che è la Serie A che traina e che prende i soldi e che poi li distribuisce, e quindi comanda questa logica qui”.

Perché si è deciso di inserire le seconde squadre nel campionato di Serie C a partire da questo anno, si è discusso anche sui tempi…forse è stato tutto fatto troppo frettolosamente?
“Quello non è decisivo, la riforma è operativa non dalla prossima stagione 2018/19, ma sarà operativa dalla stagione 2019/20, anche se nella prossima stagione si potrà cominciare ad inserire qualche seconda squadra e vedremo come. E’ uno degli interventi che si auspicavano in molti, dopo il fallimento alla qualificazione ai Mondiali, si sostiene che la povertà anche di calciatori e la crescita rallentata di quelli italiani, sia dovuta anche ad una loro lenta maturazione, quindi c’era la necessità di trovare uno strumento che coprisse quel gap tra la primavera e la prima squadra e che spesso e volentieri si riesce a trovare tra una serie C e serie B. Due serie che hanno però manifestato le problematiche del caso come, che il calciatore che esce dalla primavera si vada a misurare in un campionato in cui non si gioca tra pari età e quindi con logiche completamente diverse. Magari non è pronto, poi la società chiede e ottiene un incentivo dal club di provenienza, la così detta valorizzazione: se me lo fai giocare ti do una cifra e non sempre questo può essere un criterio meritocratico, un qualcosa che permetta ai migliori di emergere”.

Intervento del presidente del Pordenone Mauro Lovisa sull’introduzione delle seconde squadre nella prossima Serie C: "In Consiglio di Lega è già un po' che se ne parla, ma nell'ultimo periodo c'è stata una accelerazione. Credo dia lustro alla categoria, l'importante è che le cose si facciano bene, con regole precise. Ho un solo dubbio: che ci sia poco tempo. Abbiamo bisogno che la Serie C aumenti la sua visibilità. Noi abbiamo una regola: che ci siano 60 squadre. Attualmente spazi ce ne saranno pochi, quindi bisogna preparare il tutto per bene. Noi cerchiamo sempre ciò che non va, ma quando si è deciso bisogna andare avanti. Prendiamo la VAR: tutto ciò che è migliorativo, è giusto farlo. Io credo che Milan e Juve non vengano in C per fare le comparse, ma per costruire squadre forti, con profili alti da crescere. E' un incentivo perché anche noi andiamo ad investire nei settori giovanili perché le squadre di A non daranno più i loro giocatori in prestito. Danni al territorio? Vedrete che tra qualche anno ci sarà il campionato europeo, altro che campanili".

Dini continua: “Le seconde squadre non staranno nel campionato fuori classifica ma vivranno la classifica, arrivando massimo in Serie B. Si prevede che la seconda squadra non possa competere nello stesso campionato della prima, ma nel proprio campionato vivrà la classifica”.

Come saranno formate queste squadre.
“Si farà una specie di miscela prendendo esempio dagli altri campionati con le seconde squadre in Europa. Saranno a tutti gli effetti Under23, per questo anno, 19 nati dal 1 gennaio 1996 e 4 fuori quota. Fermo restando regolamento alla mano che verrà, se un calciatore della seconda squadra dovesse fare 5 presenze nella prima squadra non avrebbe più diritto a tornare nella seconda. C’è una netta separazione, perché si vuole che i giocatori delle seconde squadre crescano effettivamente”.

“L’intento è far maturare dei calciatori che possono avere periodi di crescita diversi. Nella norma sono pochi i giocatori che maturano l’anno dopo la primavera, sono pochi quelli che con la personalità giusta, con le qualità tecniche che possono attraverso un campionato di B piuttosto che uno di C fare un gradino per avvicinarsi a quella che è la massima serie. Le società devono avere interesse a far crescere questi giovani, fanno parte del patrimonio. Ci lamentiamo che ci sono tante società che hanno tanti tesserati sparsi per i vari campionati, così si finisce, si fa una selezione, si fa una seconda squadra, quelli in cui veramente si crede. Tra i 19 e i 23 c’è tanta strada ecco…”

I tempi necessari per le seconde squadre per l’iscrizione al campionato di Serie C.

“C’è una deadline che per quest’anno vale solo per i ripescaggi, questo anno solo se ci saranno delle finestre aperte, il primo ad avere il diritto ad iscriversi sarà una seconda squadra, poi si stabiliranno le graduatorie e i criteri. Potrebbe forse dipendere dai punti, dal prestigio della prima squadra però vorrei anche ragionare al contrario, e cioè di far crescere quelle che hanno più bisogno di crescere. Ricapitolando se si aprirà una finestra si potrà iscrivere prima una seconda squadra, poi una retrocessa, e poi una dalla serie D. I posti verranno occupati in questo ordine nel caso vengano lasciati liberi a causa della mancata iscrizione di un altro club. Dalla stagione 2019/20 si partirà con un regolamento che ancora non conosciamo. Ricordiamoci che in Europa dalle seconde squadre sono nati i grandi campioni Messi, Iniesta, Xavi, Morata, Casemiro…”.

Limiti imposti
“Possono arrivare fino alla Serie B, visto che sono le seconde squadre di club di Serie A, si è stabilito l’impossibilità di giocare nella stessa categoria, è possibile anche la retrocessione però dalla C alla D e in quel caso sta ferma per una stagione”.

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