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Cucchi "Per rilanciare il calcio servono capitali trasparenti"

di RMCSport Redazione
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© foto di Federico De Luca

Ai microfoni di RMC Sport, durante la trasmissione "Maracanà", è intervenuto l'ex radiocronista Riccardo Cucchi. Queste le sue parole:

Riccardo, abbiamo parlato in questi giorni dell'affare Ronaldo e delle differenze del calcio in Italia: da un lato la Juventus che acquista grandi campioni, dall'altro società che falliscono. C'è un distacco troppo grande: di chi è la colpa?

"Sono due aspetti contraddittori che ci dicono della difficoltà del nostro calcio, costretto a stare al passo con gli altri campionati. Da anni non siamo al livello della Spagna e della Francia e, per quanto siano bravi i dirigenti, una squadra di calcio ha bisogno di buoni calciatori per crescere. Purtroppo i costi, in certe situazioni, sono probatori. Accade che spesso i presidenti facciano il passo più lungo della gamba e che, dunque, società gloriose come Cesena e Bari, purtroppo, scompaiano".

Citavi la necessità dell'arrivo di grandi calciatori. Delle inseguitrici chi secondo te può intraprendere più velocemente delle altre un percorso virtuoso come quello della Juventus?

"Dietro ai successi sportivi ci vuole un gruppo dirigente adeguato e un capitale trasparente. Da questo punto di vista, la società più strutturata mi pare sia l'Inter, che ha una proprietà cinese solida che per le competenze tecniche si è affidata a uomini di grande caratura ed esperienza. Mi spiace che un calciatore come Alisson sia dovuto andare via dalla Roma, seppur a cifre mai viste per un portiere. Alisson è forse il migliore al mondo al momento, ma ho l'impressione che società come il Liverpool “droghino” il mercato grazie a un capitale economico smisurato che permette investimenti monstre. La Roma adesso ha un cospicuo budget a disposizione, ma credo sia anche in questo caso una conferma di come società di per sè competitive siano quasi costrette ad investire privandosi prima di pedine importanti".

Passiamo al Napoli. In città si sta vivendo una sorta di psicosi dopo l'arrivo alla Juventus di Cristiano Ronaldo, con i tifosi che spingono per l'arrivo di un top player. Quante possibilità ci sono per un acquisto di questa portata?

"Il Napoli dal punto di vista societario è in tutto e per tutto racchiuso nella figura di Aurelio De Laurentiis. I tifosi devono essergli grati, visti gli investimenti e i risultati sportivi raggiunti; è ovvio tuttavia che non avendo a disposizione una struttura come quella della Juventus il Napoli sia costretto a fare i conti con la propria dimensione. La cosa più difficile nel calcio moderno è conciliare bilanci sani con i risultati sportivi: in questo senso, fondamentale è una dirigenza adeguata, che sappia anche scovare grandi campioni. Ancelotti è il vero grande acquisto del Napoli ed è necessario dargli fiducia. Carlo può essere l'elemento equilibratore e sono certo che, in un certo senso, “allenerà” anche il suo presidente. Ritengo che i partenopei non abbiano affatto chiuso la propria campagna acquisti: qualcosa arriverà e, anche se non saranno colpi del livello di Cristiano Ronaldo, saranno certamente giocatori importanti".

C'è un sogno chiamato Robben in casa Lazio. Come vedi questa possibilità?

"Da laziale dichiarato, dalla prima volta che ho visto giocare Robben ho sognato di vederlo galoppare sulla fascia in maglia biancoceleste. E' un giocatore per cui personalmente stravedo. Immaginare il suo arrivo è come pensare a una bella donna che si accorge di noi quando è ormai un po' avanti con gli anni, ma noi ne siamo ancora perdutamente innamorati. Robben alla Lazio, seppure a 34 anni, sarebbe un colpo assolutamente straordinario".

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