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Crisi Italia: da Platini a Mbappè, come è uscita la Francia dalla crisi

di Marco Conterio
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© foto di Imago/Image Sport

Le Roi rimase senza scettro Mondiale ma quella Francia, nel 1984, fu capace di vincere il titolo Europei. I quarti al Mondiale nel 1982, ko in semifinale nel 1986 contro la Germania Ovest. Poi finì l'era di Michel Platini, di Alain Giresse e nacquero i Galletti senza cresta di Eric Cantona. Che con il diez ebbe un rapporto di amore e odio ma che fallì la conquista della semplice qualificazione all'Europeo dell'88 in Germania. Poi venne escluso e, senza di lui, la Francia mancò anche il Mondiale in casa della storica nemica, l'Italia. Niente Notti Magiche, che si replicarono però per ben diciannove gare di fila, senza sconfitte: a Euro '92, però, che segnò la clamorosa vittoria della ripescata Danimarca, Cantona e Papin finirono con le polveri bagnate e con una fase finale senza successi. Da Platini a Houllier, la Francia manca pure la qualificazione a Usa '94 dopo una clamorosa sconfitta contro la Bulgaria.

La rinascita: Jacquet e la Francia multietnica Aime Jacquet, prima pro tempore e poi ct in carica, decise di tagliare col passato ma pure con un presente nero che stava arrivando con Jean-Marie Le Pen. Con coraggio e determinazione, disse basta al ciclo di Cantona e Papin, affidandosi piuttosto a una Francia multietnica. I figli delle colonie, da Zinedine Zidane, marsigliese come The King ma di origini algerine, a Marcel Desailly. Da Youri Djorkaeff a Sabri Lamouchi, da Christian Karambeu a Lilian Thuram. Scelse un nucleo, Laurent Blanc a comandare la difesa, Bernard Lama a far da chioccia a Fabien Barthez, Bixente Lizarazu a sgroppare sulla fascia. Erano giocatori scelti, che nell'Europeo del '96 arrivarono in semifinale. Però ebbe il coraggio di ripartire dai giovani e dal talento. Una scelta vincente.

Il double "La Francia si qualifica ai Mondiali di Francia '98", titolava ironicamente prima del mancato Mondiale del '94, il quotidiano Liberation. Da padrona di casa, la nazionale transalpina riparte dal nucleo di due anni prima. Barthez ha i galloni del titolare, in attacco Thierry Henry ha conquistato un posto come David Trezeguet. Ci sono reduci e volti nuovi. La corsa di Deschamps, il fisico di Desailly, le sponde di Stephane Guivarc'h, si affacceranno anche futuri protagonisti come Robert Pires e Patrick Vieira. Giovani e talento. Un nucleo solido. Così la Francia vincerà il Mondiale in casa. Così la Francia otterrà il double, nel 2000, uscendo ufficialmente dalla crisi.

Domenech e il canto del cigno Il ciclo inevitabilmente finisce, nel 2002 è disfatta con l'eliminazione al primo turno. Una crisi che pare superata a Euro 2004 ma la Grecia vince clamorosamente il torneo e batte proprio i transalpini ai quarti. Così la FFF si affida a Raymond Domenech che prova nuovamente a tagliare col passato, aprendo un nuovo ciclo, e solo l'Italia ai rigori le impedisce di vincere un nuovo Mondiale. E' però l'ultimo canto del cigno. Euro 2008 è un fallimento, Sudafrica 2010 idem. Domenech è ai titoli di coda ma la Nazionale decide di ripartire da Laurent Blanc che riapre un nuovo ciclo.

La cavalcata Mondiale Giovani e rosa nuova. Coraggio nelle scelte. Un nucleo con qualche senatore e i migliori ragazzi dell'Under 21. Laurent Blanc getta così i primi semi della nuova Francia, è Didier Deschamps però a sublimarlo. E' la Nazionale di Paul Pogba, seconda a Euro 2016. E' la Nazionale di Kylian Mbappè, considerata immatura ma talentuosa abbastanza per vincere il Mondiale di Russia 2018. E, carta d'identità alla mano, per dominare la scena internazionale anche per il prossimo quadriennio.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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