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CR7 vince il primo round. Ma Messi e Neymar hanno una squadra

di Ivan Cardia
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Il primo round parla portoghese. Cristiano Ronaldo ha messo subito la sua firma sul mondiale di Russia 2018. Rigore, azione, punizione: una tripletta per tenere a galla un Portogallo meno che modesto, contro una Spagna che ha impressionato per tutto tranne che per la fase difensiva. Il fenomeno di Madeira, nella partita più complicata del girone B, ha riscattato un rapporto deludente con la rassegna iridata: tre gol nelle precedenti tre partecipazioni, tre gol in una sola partita dell'edizione 2018. Chapeau.

A CR7 dovevano rispondere Lionel Messi e Neymar. Nel calcio dei personalismi e dei grandi campioni, la corsa al Pallone d'Oro è tutta limitata a loro tre, e dipenderà in gran parte dall'andamento di questo mondiale. Almeno, è quello che l'argentino e il brasiliano devono sperare, perché la Champions League è già andata ad arrichire la bacheca di Cristiano Ronaldo. 1-0 e palla al centro? Non proprio, perché la prima giornata del mondiale russo certifica il 2-0 per il portoghese.

Messi ha risposto malissimo. Incapace di trascinare l'Argentina in campo contro l'Islanda, l'ha addirittura affossata fallendo il rigore che avrebbe potuto, parola sua, cambiare la partita. Merito anche di Halldorsson, ma dalla Pulce ci si aspetta sempre qualcosa in più. La Seleccion lo aspetta da anni, a dirla tutta: 31 anni fra meno di una settimana, la spedizione russa potrebbe essere l'ultima occasione di riscattare una carriera internazionale con tanti, troppi, argenti.

Neymar si è piaciuto troppo. E questa cosa, del brasiliano, la si potrebbe dire ogni volta che scende in campo. Finte, controfinte, tacchi e volteggi: sembrava uno spot televisivo, ha fatto divertire il pubblico, ma il Brasile non è andato oltre uno scarno pareggio contro una Svizzera molto compatta. Se per Messi si può parlare di (temporanea) bocciatura, Neymar ha giocato comunque al di sopra della sufficienza. Senza però caricarsi la squadra sulle spalle, senza andare oltre lo spettacolo. Quello che al Brasile è costato caro, troppe volte. Ha da guardare alla storia recente, Neymar: il Brasile ha vinto quando ha saputo essere concreto, nel 2002 come nel 1994.

La differenza tra Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar? Per ora, la tripletta che CR7 pare aver segnato non solo a De Gea, ma anche ai suoi diretti avversari. Nel lungo periodo, però, Argentina e Brasile hanno qualcosa da offrire alla propria stella: una squadra. Ciò che il Portogallo non è sembrato in grado di garantire a Ronaldo: delle tre, la selezione lusitana è quella parsa più dipendente, per necessità e non solo per scelta, dal proprio fuoriclasse. L'Argentina passa sempre la palla a Messi, ma ha altri campioni, Aguero e non solo, che possono supportarlo. Difesa permettendo. Il Brasile, infine, è sembrato comunque la squadra più completa della competizione: un po' lezioso come il suo numero 10, ma con colpi in canna tali da poter vincere anche senza Neymar, una difesa solida e un centrocampo fatto per supportare le scorribande dei propri attaccanti. Ecco, se Tite desse una mano al suo campione coi cambi, la strada verso il successo potrebbe essere più semplice.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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