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...con Mannone

di Alessio Alaimo
Milan, contro l'Arsenal te la giochi. E stasera tifo i rossoneri. Stam mi ha parlato del suo passato italiano. In estate vorrei tornare a casa, ho sfiorato la Nazionale con Conte ed è ancora un obiettivo
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L’Arsenal palestra di calcio e di vita, il Milan la squadra del cuore. Un cuore, quello di Vito Mannone, portiere del Reading, diviso a metà. “E non potrebbe essere altrimenti, perché nell’Arsenal ci ho giocato. Mentre il Milan è la mia squadra”, ammette il portiere a TuttoMercatoWeb.

Che succede all’Arsenal?
“Ha giocatori importanti, ma non sta girando. Non è una delle annate migliori, ma è pur sempre l’Arsenal e quindi il Milan dovrà stare attento. Ogni anno dicono Wenger in, Wenger out. Non si sa se magari sia arrivato il momento che il mister vada via. I tifosi vogliono sempre di più, vorrebbero lottare per il titolo. In Champions non si va oltre i quarti. Sembra quasi che la squadra ad un certo punto abbia un ostacolo mentale. Una volta, ai tempi del nuovo stadio, il problema erano gli investimenti sul mercato, ma negli ultimi anni sono arrivati campioni. Il calcio è fatto di fiducia e risultati, quando le cose vanno bene - vedi il Milan - vincere aiuta a vincere. Quando invece gira male male diventa tutto più difficile”.

Stasera per chi tifa?
“L’Arsenal ha realizzato i miei sogni. Sul piano lavorativo è stata una tappa importante, ma al cuore non si comanda. Mio padre mi portava a San Siro da quando ero piccolo. Dico Milan. E da italiano e milanista sono fiducioso anche perché si gioca a San Siro. Il Milan parte in vantaggio. E poi mi sembra di capire che l’Arsenal abbia delle paure a giocare a Milano. Sarà una partita interessante. Ma attenzione: se l’Arsenal è in giornata può essere un problema”.

Che impatto Gattuso...
“Ogni milanista sperava che il suo carattere potesse trasformarsi in una grande caratteristica anche da allenatore. Sta facendo bene e ha sorpreso tutti”.

E Donnarumma?
“Normale che possa sbagliare qualcosa. Tutti dicono che è pronto, ma ci sono passato anche io: quando sei giovane puoi sbagliare, gli errori ti fanno crescere. Ha sbagliato Buffon da giovane, può sbagliare chiunque”.

Lei intanto continua a girare l’Inghilterra. Pronto a ritornare a casa?
“Sono al mio tredicesimo anno in Inghilterra. Belle esperienze. Ogni fine anno sono sempre aperto a vedere cosa può succedere. Mi farebbe piacere ritornare a casa. Ci sono state un paio di trattative. È brutto dirlo ma sono più conosciuto in Inghilterra che in Italia. Per fortuna il calcio inglese arriva ovunque: dovrei essere conosciuto anche in Italia. Un giorno vorrei tornare a casa”.

Il suo allenatore al Reading è Jaap Stam. Ex Milan. Vi è capitato di parlare dell’Italia?
“Qualche volta si, ma non abbiamo mai approfondita. All’inizio sapeva che sono milanista, abbiamo parlato delle sue esperienze, soprattutto quella rossonera. È stato un grande giocatore, ha vinto cose importanti”.

Pensa ancora alla Nazionale?
“Ovviamente si. Ci sono andato vicino con Conte prima degli Europei, spero di vestire azzurro. Quest’anno al Reading l’anno non è andato come previsto, devo tornare sulla scia delle mie stagioni precedenti. Si, l’Italia è un sogno nel cassetto”.

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