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Wenger, che disastro: Sanchez e Ozil fra 5 mesi possono firmare a parametro zero. La differenza…

di Redazione TMW
Fonte: Alfredopedulla.com
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© foto di Panoramic/Insidefoto/Image Sport

Sono passati pochi giorni, nemmeno due settimane, dalla chiusura della sessione estiva nelle realtà principali, ma, complice lo stop dei campionati per gli impegni delle Nazionali, è ancora tempo di bilanci di mercato ad ogni latitudine. A livello europeo non può che essere evidenziato il disastro firmato Arsenal. Non ci riferiamo chiaramente alle due uniche operazioni in entrata, risalenti all’inizio di luglio e relative a Sead Kolasinac, l’esterno sinistro bosniaco arrivato a zero dallo Schalke 04, e Alexandre Lacazette, prelevato dal Lione per una sessantina di milioni, bonus compresi. Bensì al fatto che i Gunners, che comunque hanno iniziato bene la stagione vincendo la Community Shield a poco più di due mesi dal successo in Coppa d’Inghilterra, vivranno i mesi che verranno con lo spettro del mega bagno di lacrime e sangue ad aleggiare sull’Emirates Stadium: dal primo febbraio, infatti, Alexis Sanchez e Mesut Ozil, in assenza di rinnovo, sarebbero liberi di firmare con altri club, per poi accasarsi a parametro zero con effetti dal primo luglio 2018. E ad oggi non ci sono i presupposti per pensare ad inversioni di tendenza quanto ai rispettivi prolungamenti. Wenger e Gazidis, l’uomo forte scelto dalla composita proprietà (con i due azionisti di riferimento, Usmanov e Kroenke, sempre su lunghezze d’onda differenti), mediaticamente non battono ciglio ma intimamente non possono dormire sonni tranquilli. Nell’estate delle valutazioni folli, le più folli di sempre, entrambe le situazioni andavano risolte, come minimo una. In un senso o nell’altro. D’altronde sia per il trequartista tedesco che, soprattutto, per l’attaccante cileno erano pervenute offerte importanti. Il club del nord di Londra ha scelto di privilegiare l’aspetto tecnico, ammesso che l’assunto valga per due top player che non nutrono più grande fiducia nella bontà del progetto. La sensazione resta quella del clamoroso autogol all’incrocio dei pali.

Wenger, dopo aver archiviato in fretta il sogno Mbappé, ha dato la caccia fino all’ultimo istante ad un altro gioiello del Monaco, quel Thomas Lemar per il quale si è sentito dire no dal club del Principato pur avendo offerto 100 milioni (!). Il longevo tecnico transalpino avrebbe invece dovuto, in primo luogo, preoccuparsi di evitare un potenziale bagno da 150 milioni (tanto varrebbero complessivamente, in condizioni normali, i cartellini di Sanchez e Ozil…cifre indicate senza pensare all’effetto Neymar). Dopotutto già a fine maggio le situazioni erano chiare. Perlomeno il vecchio Arsene è riuscito a monetizzare dal cartellino dell’altro big in scadenza, Oxlade-Chamberlain, volato al Liverpool l’ultimo giorno di mercato. Indubbiamente l’Arsenal ci riproverà, sia per El Niño Maravilla che per l’ex madridista Mesut, ma la strada è tutta in salita. Specie perché non si tratta tanto di una questione economica, quanto di ambizioni dei diretti interessati, ai quali – con tutto il rispetto per l’ambitissima FA Cup – interesserebbe competere sul serio anche per Premier e Champions League. La prossima volta, magari, in casa Arsenal farebbero bene ad alzare la cornetta: un colpo di telefono a Villa San Sebastiano non guasterebbe. Claudio Lotito è tutt’altro che un maestro in tema di tempistica sui rinnovi, si sa, ma alla fine è comunque riuscito ad incassare circa 60 milioni per Biglia e Keita. Senza arrivare al cappio di settembre. C’è una bella differenza.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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