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Tra voluntary Milan e rating BB- Inter. Gigio, la prova del nove. ADL: Ounas? No, Donnarumma!

di Mauro Suma
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Certo che al Milan non si fanno salti di gioia. Sul piano industriale presentato a Nyon e sulle successive integrazioni in base alle richieste di documentazione UEFA, il Club rossonero aveva puntato molto. In ogni caso il tono del comunicato europeo, come tutti hanno potuto verificare e riscontrare, non è quello di una sanzione o di una mazzata. E non solo perchè non esistono nella storia degli ultimi anni precedenti di un Voluntary agreement concesso. Ma anche perchè il primo riferimento del testo UEFA è sul rifinanziamento, la cui strategia rossonera prosegue e sul quale sono attese novità positive in primavera. Mentre sulle garanzie circa le coperture finanziarie della proprietà, la sensazione è di una scelta politica di casa Nyon dopo le perplessità planetarie sollevate anche dal New York Times. Insomma siamo nell'ambito di quel "paio di richieste che sono impossibili da portare a termine" che erano già state citate e preventivamente anticipate da Marco Fassone. Sicuramente il no al Voluntary copre ancora una volta quello che accade dall'altra parte di Milano. Dove non è noto se le azioni del Club siano o meno ancora in pegno alla Merdeka (società delle isole Cayman) come nell'era Thohir che ancora oggi è il presidente del sodalizio, dove non è noto quante azioni del Club abbia effettivamente acquistato la nuova proprietà intesa come casa madre (cit. Corriere della Sera). E dove è stato emesso un bond (?) per rifinanziare il debito (con scadenza 2019) contratto durante la gestione di Erick Thohir con Goldman Sachs. Al bond in questione, Standard & Poor’s ha attribuito un rating BB-, corredato da outlook stabile. Quella doppia B, che nel club fondato dai fratelli Hintermann noti per la loro maledizioni (un vero e proprio atto di fondazione, chapeau), avrà sicuramente fatto inorridire qualcuno (chi di doppia B ferisce, da doppia B viene sfiorato per gentile concessione dei media), ma nel linguaggio finanziario significa sia "debito prevalentemente speculativo" che "qualità discutibile", e cioè "titolo dalla solidità incerta, ovvero molto sensibile alle circostanze avverse". Tutto bene? Insomma, abbiamo capito la lezione. L'Inter in questa stagione ha fatto bene sul campo, per cui fuori dal campo tutti zitti. Il Milan dal canto suo ha fatto male sul campo, per cui fuori dal campo tutti addosso. Nel frattempo al di là delle sigle e di storie diverse vissute negli ultimi anni, la situazione finanziaria, i problemi e le relative strategie dei due club milanesi sono molto ma molto simili. E Brignoli non potrà essere una foglia di fico per un tempo infinito.

Gigio Donnarumma, del quale parliamo e scriviamo con un affetto infinito, ha avuto tre prove e il tempo sta per scadere, come giustamente gli sta facendo notare tutta la sua tifoseria e anche la sua famiglia alla quale lui stesso è il primo a sfuggire quando, per alcune ore del giorno, rientra nella incomprensibile influenza e pressione dei suoi amici. Le tre prove: la prima era stata quella del sette, a giugno, quando gli hanno attribuito il famoso post "ieri, oggi e domani" proprio nel momento in cui milioni di tifosi erano in attesa di una sua parola su ben altri temi. La seconda è stata quella dell'otto, quando l'hacker ha oscurato il suo vero pensiero, poi invece confermato dal prolungamento del mese successivo con il Milan. La terza è quella del nove, la celeberrima e spettacolare pressione morale e psicologica sulla firma contrattuale di luglio. Alla luce di tutto questo, è pacifico che poi i tifosi rossoneri, tutti e indistintamente, non perdano tempo ad inseguire il comunicato della tarda serata che, dopo la smentita del proprio assistito, tentava forse anche goffamente di creare un clima da lite fra comari, tranello nel quale il Milan si è ben guardato dal cadere. Tutti i tifosi rossoneri, invece, potranno anche attutire la loro contestazione a Gigio, vista la maturità con cui si sono esposti Gattuso e Bonucci, ma continueranno a guardare il loro portiere perplessi e increduli. Con quell'espressione di chi si chiede: ma quanto ti renderai finalmente conto di quello che ti stanno facendo?

Il Napoli ha perso in tre giorni la Champions League e il primo posto in classifica. La squadra sul campo lotta e si impegna, ma non ha cambi all'altezza. L'estate è trascorsa senza un adeguato rinforzo, ma non solo: ancor prima dell'infortunio di Ferrara contro la Spal, si era capito che Milik non era tornato ai suoi livelli, eppure è stato concesso ugualmente Duvan Zapata alla Sampdoria. E che un centravanti potente, tattico, disponibile al sacrificio come lui non potesse adattarsi al gioco di Sarri, è ben difficile da dimostrare. Ci sono una infinità di argomenti d'attualità che riguardano il Napoli da lui presieduto, ma Aurelio De Laurentiis di chi va a parlare? Ma di Donnarumma, naturalmente. Infilando nell'argomento anche un paio di giudizi su un altro Club e un'altra squadra che se li avesse fatti il Milan apriti cielo. Buon ultimo ADL nell'esprimere un parere su Gigio, manca all'appello ormai solo il presidente Trump e qualcosa ci induce a pensare che prima o poi..., ma non particolarmente gradito. Esattamente come l'ex presidente di Bonucci che non potendo e non volendo esprimersi sui mal di pancia di Alex Sandro o di Lichtsteiner, sulle lentezze di Khedira, sulla vita d'atleta di Dybala o sugli umori di Marchisio, ha scelto anche lui il Milan per fare la sua battuta. Si vede che va di moda. Tocca a Gattuso e alla sua squadra smettere di essere incudine e tornare ad essere martello. Perchè le licenze poetiche di alcuni fini dicitori stanno diventando davvero insopportabili per milioni di tifosi.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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