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Torino, Sirigu: “Siamo molto concentrati a livello tattico sulla fase difensiva”

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
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© foto di Federico De Luca

Il nuovo portiere del Torino, Salvatore Sirigu, ha parlato in conferenza stampa ecco che cosa ha detto:

Perché ha scelto il Torino?
“Mi hanno cercato loro, per me questo è stato importante che la società mi abbia cercato e voluto dimostrando interesse nei miei confronti in questi mesi. E’ motivo d’orgoglio e mi ha fatto piacere l’essere stato cercato in questo modo e voluto”.

In questi giorni si è allenato con Milinkovic-Savic, che impressione le ha fatto il giovane collega? E’ già pronto per la serie A?
“Non posso rispondere a questa domanda come direbbe la società, ma posso dare un giudizio da portiere: ha grandi potenzialità soprattutto fisiche. I portieri giovani, come nel caso di Vanja, devono migliorare, lui proviene da un’altra scuola e cultura, quindi, si deve ambientare e ha bisogno del tempo necessario per farlo perché la scuola dei portieri italiani è differente e particolare, però, ha tutte le potenzialità per essere un portiere importante”.

Al Palermo aveva come compagno di squadra Acquah, l’ha chiamato prima di arrivare al Torino per chiedergli qualche informazione?
“No, non ho sentito nessuno prima di firmare per il Torino, è stata una decisione mia e non volevo ? da parte di nessuno. Sapevo che c’era Afriyie, ma non ci siamo sentiti”.

L’anno scorso il Torino è arrivato nono e ha subito 66 gol, non è mai questione dei singoli o di reparto, però, il numero di reti ha influito sul piazzamento in calssifica. Quest’anno come state impostando la preparazione per incassare meno gol in modo da centrare l’obiettivo Europa League?
“L’obiettivo è quello di migliorare, se possibile, ciò che è stato fatto nella stagione passata, che, comunque, è stata positiva per il Torino sotto tanti aspetti. Quest’anno c’è la voglia di ripetersi e possibilmente migliorare: questo è l’obiettivo. Il fatto di prendere tanti gol, per me, non è solo questione del portiere o della fase difensiva, di squadra a livello generale. Considerando che la squadra ha un’anima votata all’essere offensiva ci sta anche subire un po’ di più. Non so come avessero lavorato l’anno scorso, ma da quest’anno ho notato che oltre alla voglia di migliorare a livello fisico, che è molto importante durante la preparazione estiva, c’è molta concentrazione su quello che si fa a livello tattico nella fase difensiva e magari anche nella fase di non possesso palla e questo è indicativo del fatto che stiamo cercando di migliorare quelli che sono stati i difettucci della passata stagione”.

Prima di partire per Bormio vi siete allenati al Filadelfia, luogo importante per il Toro, ha provato particolari emozioni?
“Fa uno strano effetto, soprattutto per quello che è il contorno e si capisce che si tratta della storia del Torino. E’ un punto dal quale ripartire, fa effetto soprattutto vedere tanta gente che assiste a un allenamento di calcio e che mostra grande passione per il Torino, questo fa piacere”.

L’obiettivo della squadra influirà sul suo personale?
“Sì, ma io non ho detto per venivo al Torino per riguadagnare la Nazionale. Sono qui per una mia decisione e voglio vivere alla giornata quello che mi porterà questa nuova esperienza e voglio dare tutto me stesso per la squadra. La Nazionale potrà essere solo una conseguenza derivante da quanto bene potrò fare nel Torino. Non ho voglia adesso di parlare di Nazionale perché non ha senso e non mi piace neppure fare proclami preventivi, prima bisogna giocare bene”.

Le due passate stagioni a Parigi e in Spagna non sono andate bene come avrebbe voluto, che cosa è accaduto?
“Dividerei i due anni, due stagioni fa Trapp era partito titolare dopo che io per tanti anni ero stato il primo portiere del Paris Saint Germain, ma quella non è stata una stagione negativa perché in panchina ci vanno tutti anche i grandi campioni, quell’anno è capitato a me, però, quando sono stato chiamato in causa ho fatto molto bene dimostrando di poter meritare il posto da titolare. Ho vinto due coppe nazionali ben figurando e sono stato convocato per l’Europeo, quindi, ripeto, per me non è stata una stagione negativa o da buttare. L’anno scorso la cosa che mi ha pesato di più sono stati i sei mesi a Siviglia dove mi è andata male, spesso succede nel calcio e nella vita, e devo dire che ci ho messo del mio per far andare la stagione in maniera negativa perché non sono stato il solito Sirigu. Non voglio dare colpe a nessuno e guardo ai miei errori. Negli ultimi sei mesi in Spagna per quanto siano stati macchiati dalla retrocessione dell’Osasuna mi sono serviti a ritrovare la continuità degli allenamenti e la voglia di giocare e anche delle prestazioni importanti che mi hanno fatto bene. Avremo perso tante partite e subito tanti gol, però, per me a livello mentale sono stati sei mesi positivi ”.

Nell’Osasuna aveva come compagno di squadra Berenguer che è stato appena acquistato dal Torino, che giocatore è?
“E’ un giocatore tecnico, il tipico spagnolo che quindi predilige l’uno contro uno, è molto rapido, ha una buona tecnica di base e gli piace giocare nello stretto. In Liga ha segnato a tante squadre perché ha le caratteristiche tipiche dell’attaccante spagnolo”.

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