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TMW RADIO - Sconcerti: "Inter, la sconfitta ha evidenziato tre grossi limiti"

di Alessandra Stefanelli
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Mario Sconcerti, prima firma del giornalismo sportivo italiano, ha analizzato ai microfoni di TMW Radio le tematiche di questo ricco sabato di Serie A, dal primo ko dell’Inter ai successi fondamentali di Napoli e Roma:

Sull’Inter: “Ci sono stati degli episodi importanti, ma secondo me l’Inter ha perso la partita all’inizio del secondo tempo quando ha cambiato Brozovic con Borja Valero, cambio che ha tolto tanto perché Borja non è un trequartista. Evidentemente Spalletti la pensava diversamente. La seconda cosa è stata secondo me il modo di difendere dell’Udinese che l’ha fatto correndo in avanti, ripartendo continuamente. Questo ha messo in difficoltà l’Inter che pensava a un avversario che si sarebbe chiuso. Questo fondamentalmente ha messo in luce i vecchi limiti dell’Inter: la mancanza di un secondo uomo che segni, di un terzo centrocampista che porti pericolo fra gli avversari e complessivamente la monotonia di un centrocampo che non ha gente che tiri in porta. Solo quattro i gol dei centrocampisti nerazzurri, questo è un limite a cui l’Inter fin qui ha sopperito con i gol di Icardi. Ma adesso è tempo di correggere questi limiti”.

Il mercato dell’Inter: “C’è il problema del Fair Play Finanziario che è un problema come il sesso degli angeli, non si conosce mai esattamente. All’Inter servirebbe un Nainggolan, un centrocampista che sappia fare il centrocampista e sappia anche andare in porta. Milinkovic-Savic? Certamente, ma siamo su livelli altissimi anche come prezzi. Tutto il centrocampo dell’Inter deve portare più gol: Gagliardini non tira mai in porta, Vecino segna poco, idem Borja Valero. A volte capita di trovare gare in cui è difficile fare gol”.

Sul Napoli: “Hamsik è uno dei migliori centrocampisti in Europa, tra i primi 4-5. Sicuramente l’ho visto anche io più giù in questo girone d’andata, ma è un giocatore di cui non si può fare a meno perché non ce ne sono di migliori in Italia e in Europa. Non si poteva fare altro che aspettarlo. È un giocatore emotivo, introverso, partecipe con i sentimenti nel proprio gioco, ma è un giocatore che sa fare tutto, fondamentale. È una delle grandi differenze del Napoli, è un centrocampista fuori dall’ordinario. Io non credevo che il Torino vincesse, ma pensavo che avrebbe impegnato molto più il Napoli. È stato un Torino scolastico contro un Napoli che se gioca con ritmo è difficile da fermare. I granata non sono abituati a questo tipo di avversari, queste gare di solito dipendono dal Napoli, se è o meno brillante. Altrimenti gli azzurri dettano la regola. Sento dire a Sarri di fare più turnover, ma sarebbe come dire a Caravaggio di non fare i suoi fondi neri. Le persone vanno usate per le qualità che hanno”.

Su Oddo: “Questa fondamentalmente è stata la prima vera partita di Oddo, che prima aveva giocato con Crotone e Benevento. Sono convinto che sia potenzialmente un grande allenatore, anche da grande squadra. È una persona istruita, che sa parlare, e un allenatore moderno. Lo dimostra il fatto che oggi si è difeso attaccando. Spero che sia un allenatore che continui a crescere perché ha molte cose da dire”.

Sulla Roma: “È una grande squadra, su questo non c’è dubbio. Oggi ha giocato male, è stata lenta. Qualsiasi squadra quando è lenta è prevedibile e la Roma non ha tanti giocatori dal dribbling facile, a parte Perotti. C’è stato questo gol che mi ha lasciato perplesso, se è stato toccato col braccio non è gol. Se tiri in porta con metà braccio non c’è volontarietà o meno, c’è solo un danno per l’avversario e nel calcio non è ammesso. È stato tutto molto confuso, ho visto una brutta uscita di Cragno. Il fatto che il braccio fosse vicino non vuol dire niente: non ti danno rigore, ma non puoi fare gol col braccio. Di positivo c’è il risultato, che conta sempre, ma la prestazione oggi è stata deludente”.

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