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TMW RADIO - Scanner - Infortuni: il legame con il tipo di allenamento

di Giulio Dini
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Gli infortuni: tanti anche nel nostro campionato. C'è un legame con la tipologia di allenamento?
“Questa emergenza infortuni impone questo tipo di domanda. In un calcio globalizzato ci dobbiamo confrontare per forza con metodologie di allenamento diverso e con calciatori che provengono da altri campionati e dove probabilmente le tipologie di preparazione sono diverse. Gli infortuni possono dipendere dalla metodologia di allenamento ed è quello che emerge dall'indagine di Tozzi sul sito Gianluca Di Marzio, nel quale ha avviato un'indagine molto interessante sull'argomento”.

Si parla sempre più di forza, un calciatore si allena sempre più in palestra, non solo da adesso ma ormai da anni, perché un giocatore deve lavorare in questo senso?
“È una questione controversa, ma il punto è proprio qui: è la forza e quindi la possibilità di aumentare la massa muscolare e aumentare peso in questi termini, che permette al giocatore di aver e maggiore esplosività e velocità. La prestazione migliora in misura direttamente proporzionale al lavoro specifico sulla forza, ed è quello che ci risulta dall'indagine raccolta sul lavoro del professor Tozzi”.

Esistono tre tipi di fibre muscolari qual è che interessa la forza?
“Sono fibre lente, rosse intermedie o le bianche che sono le fibre veloci,legate alla forza e al lavoro muscolare e quindi direttamente al carico di pesi che gli sportivi fanno, perché la regola d cui stiamo parlando, ci viene passata come un principio, che vale non solo per i calciatori ma per tutti gli sportivi di ogni genere. Dal velocista, allo sciatore. Ci dicono anche le altre discipline che per avere grandi prestazioni è necessario lavorare in maniera specifica sulla forza. Il vasto mediale è quel muscolo che “regge” il ginocchio ed è quello che cede nei casi in cui vediamo una rottura del crociato”.

In che modo andrebbe sviluppata la forza?
“Non sono io che lo dico, ma raccolgo il frutto delle indagini dei professionisti del settore. La Forza è una qualità che può essere allenata e a sentire gli specialisti richiede poca dedizione, nel senso che è possibile aumentarla facendo un carico massimale, ma con poche ripetizioni. Il professionista dello sport dovrebbe mettere il massimo nelle poche ripetizioni sia nel bilanciere che negli squat per esempio, e si aumenta la velocità, conseguente allo sviluppo muscolare che si ottiene con poche ripetizioni: 5-6 leggendo i report. Questo permette di lavorare in maniera ottimale facendolo nella giornata di riposo o nel giorno in cui la squadra non lavora tanto. Siamo abituati a vedere le nostre squadre che lavorano tantissimo sulla corsa, le ripetute, sugli scalini e si ha sempre l'impressione che questo sia legato alla prestazione, questo tipo di allenamento, allena le fibre rosse quelle lente, e conferisce allo sportivo resistenza, ma non velocità. Per avere velocità e esplosività dobbiamo sviluppare le fibre bianche, lavorando sulla forza, la velocità viene con gli squat e non con la corsa”.

“Lo sportivo professionista sia un velocista, o un calciatore è fisicamente cambiato rispetto al passato negli ultimi 30 anni, cambiando di conseguenza anche le prestazioni. Sulla forza si può lavorare, può essere allenata, ma è una qualità legata al soggetto quasi genetica. Quel giocatore che ha quella particolare esplosività ce l'ha perché ha naturalmente più fibre bianche, quindi la prevalenza di queste fibre lo renderà più veloce degli altri”.

Intervento del Professore Stefano Fiorini, presidente dell'associazione italiana preparatori atletici di calcio.
Vedendo la quantità di infortuni nel calcio ci chiediamo se siano legati alla metodologia di allenamento e quanto la forza possa essere di aiuto al calciatore per evitare l'infortunio.
“La velocità dipende dalla forza. Il concetto è complesso, però diciamo che più uno si allena bene, più uno vive la sua attività nella maniera migliore e meno corre il rischio di incorrere in infortuni. Parlando in termini tecnici l'infortunio nel calcio è multifattoriale non dipende mai da una cosa sola. C'è chi si allena poco, chi tanto, chi fa uso di sovraccarico e chi no e i calciatori si fanno male comunque. Io sono assolutamente convinto che per ridurre il numero di infortuni è necessario dedicare tanto tempo al proprio corpo in tutti ai suoi aspetti, dagli allenamenti in campo, da quello che viene fatto prima di entrare in campo e da quello che viene fatto una volta terminato l'allenamento. Faccio un esempio banale un attore si esercita nella recitazione un ora, magari però mantiene il suo fisico in buone condizioni con tutta una serie di attività collaterali e per il calciatore dovrebbe essere la stessa cosa. Non si può limitare a quell'ora, ora e mezza che viene fatta quotidianamente e sul campo. Infatti tutti i grandi club hanno un approccio ormai totalizzante nell'attività. Il calciatore va alla mattina e fanno colazione insieme, pranzano insieme e rimangono al centro sportivo per quello che gli è necessario, e più un calciatore è consapevole di questo e più si dedica a mantenere in buona efficienza il proprio corpo. Anche gli allenamenti sono competitivi perché con rose ampie l'allenatore fa giocare quelli che vede più pronti in preparazione. La proposta di allenamento corretta, aiuta sempre. Ti faccio un esempio un po' datato, Mennea in 10-12 anni di attività quanti pesi avrà sollevato? E' aumentato di 700 grammi è un luogo comune dire che chi solleva pesi aumenta la massa non è così. Se uno solleva pesi nella maniera giusta, migliora la sua capacità propulsiva, ma non aumenta la massa. Anche per sollevare pesi però ci sono approcci specifici. Il riposo quanto è importante? Il riposo e la rigenerazione sono importanti quanto l'allenamento. Il problema non è tanto la partita, sono i viaggi, magari dormi in un orario non consono e a volte si rischia in un sistema debilitato di debilitarlo ulteriormente. L'alimentazione è anche fondamentale, tanto che nell'organizzazione del club Italia, la nutrizione non è più nell'area sanitaria ma in quella della performance, legandola alla prestazione del calciatore. Di solito ad alti livelli due pasti su tre sono controllati. Il buon vecchio Trapattoni faceva allenamento solo la mattina, perché costringeva il giocatore ad andare a letto presto la sera”.

Batistuta come si gestiva?
“Gabriel è stato sempre irreprensibile un professionista vero di esempio per tutti. Ancora oggi cura l'alimentazione in maniera importante. E' sempre stato attento alla cura di sé. Ci sono stati tanti campioni ma pochi hanno fatto per 10 anni 20 gol tutti gli anni, giocando il 90% delle partite”.

Altro esempio di professionista scrupoloso era Pippo Inzaghi, famosa la leggenda della bresaola, pasta al pomodoro, un regime alimentare molto rigido che ha dato i suoi frutti.
“Mettiamo in questo elenco di cura maniacale Cristiano Ronaldo, e si vede nelle prestazioni di ogni anno e lui lavora tanto nella forza, basta osservarlo”.

“Prima non si toccava il pallone, oggi siamo costretti a muoverci , accentuando i disagi di una ripresa di attività. Ripeto al di là delle partite il problema sono gli spostamento e i viaggi”.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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