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TMW RADIO - Roma, l'ex Mangone: "Credo nella rimonta contro il Lione"

di Tommaso Bonan
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© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

L'ex difensore giallorosso Amedeo Mangone, campione d'Italia con la Roma nella stagione 2000/2001, è intervenuto nel corso della trasmissione VG Radio su TMW Radio.

Crede alla rimonta della Roma contro il Lione?
“Sì, io ci credo. La Roma ha dimostrato di avere tutte le caratteristiche per farlo, non credo che il Lione sia molto più forte. La Roma può ribaltare tranquillamente il risultato”.

Il turnover di Palermo basterà per restituire energie?
“Non sono d’accordo sul fatto che la Roma sia stanca. Ho visto Inter-Roma e la Roma andava a una velocità maggiore, e sono passati solo 15 giorni. La difficoltà della Roma è stata col Napoli, magari per una situazione di gioco diversa. Ha giocato Fazio da centrale, mentre è abituato a giocare a tre. Il turnover a Palermo è servito, ma non credo che la Roma sia stanca. I giocatori sono consapevoli del momento, di aver attraversato un paio di partite non al 100% e che domani hanno una grandissima occasione di ribaltare il risultato. La Roma ha come obiettivo la vittoria dell’Europa League”.

Eliminando il Lione, rimarrebbe solo il Manchester United...
“Mi auguro che, se dovesse passare, la Roma non abbia più difficoltà ad arrivare in finale. Pretendenti all’altezza ce ne sono poche”.

Domani la Roma dovrà ripresentare la difesa a 4 per l’assenza di Bruno Peres. Sarà un problema o domani si vince sul piano mentale?
“Quando la Roma ha giocato a Napoli, ha giocato con una difesa a 4 che diventava a 3. Mentre all’Olimpico questa situazione non è stata fatta. Al di là del modulo, conta l’atteggiamento. La Juventus ci insegna che giocando con 4 attaccanti, tutti attaccano e tutti difendono. Serve coraggio nell’attaccare in 4, 5, 6”.

Secondo lei chi può essere l’uomo chiave?
“Mi auguro che lo siano tutti, puntare su un giocatore sarebbe riduttivo. In questa situazione deve essere il collettivo a fare il massimo. Un singolo giocatore non può trasportare tutta la squadra, è la squadra che deve esaltare il singolo. Dovendo fare un nome, sicuramente direi Džeko. Secondo me non si è ancora espresso ai massimi livelli, ha giocate da fenomeno ma purtroppo ogni tanto non è così cattivo. Credo possa essere l’ago della bilancia. Con la sua forza fisica può essere il giocatore che aiuta tutta la squadra”.

La Roma dovrà rimontare anche nel derby.
“Il derby è sempre il derby, ma molto dipende da come la Roma affronterà questa partita. Superare il turno darebbe determinazione in più, non passarlo creerebbe difficoltà mentali”.

A Roma si parla molto del contratto di Luciano Spalletti. Rimarrà o no?
“Mi auguro di sì, è un allenatore che ha dimostrato di saper far giocare benissimo la Roma e di avere in pugno la situazione di Roma. Il discorso che non abbia ancora firmato crea perplessità, non credo ci sia dietro un’altra squadra, probabilmente vuole sapere e capire quali sono le situazioni societarie e il mercato che potrà fare. Si è sempre espresso in modo deciso sul voler restare, ha attaccamento alla società e cambiare mi sembrerebbe assurdo, per come la vedo io”.

Fino a qualche mese fa il secondo posto era nelle mani della Roma, ora c’è il Napoli. La Roma è ancora favorita o si deve preoccupare?
“Non credo, nel senso che il Napoli sta facendo un buonissimo campionato, ma ora la Roma ricomincerà a correre e giocare come sempre fatto. Può anche dare fastidio alla Juventus, i bianconeri dovranno giocarsela, credo che la Roma debba pensare a se stessa, ha le potenzialità di guardare se stessa”.

Totti smetterà o continuerà a giocare?
“Credo che lui voglia giocare ancora. Se volesse smettere, l’avrebbe già dichiarato. Mi auguro che possa giocare sempre, vederlo a 40 anni riuscire a fare certe cose dà invidia, da ex. Ti rendi conto di quello che è ed è stato, la qualità non si discute. La differenza tra lui e gli altri è che non ha mai fatto dichiarazioni lesive per l’ambiente e per l’allenatore. La scelta dipende da lui, credo che la difficoltà maggiore sia quella degli allenamenti. La partita può essere gratificante, bisogna capire se ha ancora voglia di allenarsi e mettersi in discussione”.

Come si fa ad arrivare a 40 anni, da trequartista/attaccante, a questi livelli?
“Quando giocavamo insieme era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Questo, insieme all’alimentazione, gli ha dato risultati. Ha voglia di conservare il suo fisico, non si è mai accontentato, non ha mai voluto cambiare società perché crede in quello che ha fatto e può fare nella Roma. È importante nello spogliatoio, domenica non ha voluto entrare in campo, ma il suo carattere fa sì che questo possa essere passato in secondo piano. È la dimostrazione del giocatore e della persona”.

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