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TMW RADIO - Napoli, Dossena: "Tifosi, tramortite il Real. Poi ci pensa il gruppo"

di Marco Frattino
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Parola ad Andrea Dossena (35), ex esterno di Liverpool, Napoli e Palermo che ha parlato in vista della sfida tra azzurri e rosanero attraverso le frequenze di TMW Radio durante la trasmissione A tutto Napoli, organizzata in collaborazione della redazione di Tuttonapoli.net.

Napoli-Palermo, come vede questa gara? “Quando tutti parlavano dell'addio di Higuain, io avevo detto di non preoccuparsi perché la fortuna del Napoli è Sarri. Ha fatto rendere al massimo tutti i calciatori a sua disposizione, ha valorizzato tutta la rosa. Higuain adesso sta segnando perché è un campione, senza però riuscire a ripetere l'annata con Sarri a Napoli. Tra azzurri e rosanero, sulla carta, non c'è partita. Prendendo in considerazione i dati e le statistiche, si vede che il Napoli è nettamente favorito. A Palermo c'è confusione, l'ho vissuta anche sulla mia pelle con la retrocessione in Serie B. Ho parlato con qualcuno che è ancora lì, credevano di aver toccato il fondo e invece si continua a scavare. La squadra non è solida e cambia ogni settimana, ci sono tanti stranieri che non conoscono il contesto e il campionato italiano. Il Napoli è una macchina da guerra, una orchestra perfetta. Non vedo l'ora di vedere la sfida tra azzurri e blancos, soprattutto al San Paolo. Sarà un grandissimo duello, la sfida dell'anno”.

Cosa ne pensa di Strinic? “Quando è stato chiamato in causa, ha sempre fatto bene. Soprattutto quando ha avuto continuità, abbiamo visto che ha disputato un ottimo Europeo e sta facendo bene anche in questo mese di gennaio in maglia azzurra. Quando si gioca una gara ogni quattro o cinque impegni, è molto difficile farsi trovare pronto quando arriva il tuo momento. Quando si gioca con una certa continuità, sicuramente si fa meno fatica. C'è sempre differenza tra chi gioca e chi non gioca con una certa frequenza. Noi calciatori non siamo robot, ci sono tanti fattori che possono condizionare una performance”.

I tifosi azzurri ricordano con piacere le sue prestazioni. “Il Napoli e il San Paolo regalano tante emozioni, sono stato anche a Liverpool ma l'esperienza al Napoli è stata quella più forte. Erano gli anni della rinascita, c'era grandissimo entusiasmo”.

Ha giocato e segnato contro il Real Madrid, il Napoli come può battere le merengues? “Era un altro Liverpool e un altro Real, noi eravamo una grande squadra mentre loro arrivavano da qualche anno difficile in Champions. La decima è stata aspettata per più di dieci anni, questo Real ha i solisti più forti al mondo come Ronaldo, Modric, Marcelo. Tutti ottimi elementi, ma io sono convinto che il Napoli può fare bene. Se fossi ancora un calciatore azzurro, andrei in conferenza il giorno prima per dire ai tifosi 'tramortite il Real, ad ammazzarli ci pensiamo noi'. Ci ho pensato fin dal momento del sorteggio, Napoli sente questa gara da tanto tempo. Sono certo che il Real Madrid possa lasciarci la pelle. I blancos sono abituati a queste pressioni, a grandi palcoscenici. Ma al San Paolo è diverso. Ne parlai anche con Gerrard, che venne al San Paolo. Ma anche con qualcuno del Chelsea, che poi vinse la Champions. Ivanovic rimase stupito, ma questa è la particolarità di Napoli”.

Lavezzi poteva fare di più nel corso della sua carriera? “Io ho giocato sempre alle sue spalle, è un grandissimo solista. L'ho apprezzato tantissimo, ma faccio un esempio tra Di Natale e il Pocho. Due fuoriclasse pazzeschi, ma nell'argentino non vedevo l'intelligenza tattica del fenomeno. Lavezzi aveva grandi colpi, grande velocità. Ma non gli vedevo fare quei colpi del campione, anche nei dribbling non vedevo qualcosa di pensato. Era tutto istintivo, questo forse era il suo grande difetto. Ma si è fatto apprezzare a Napoli, credo sia il più amato dopo Maradona. Ha vinto tanto anche a Parigi, poi accettare la Cina è stata una scelta di vita. La sintesi tra Lavezzi e Cavani sarebbe stato il calciatore perfetto da consegnare a qualsiasi squadra”.

Ha condiviso lo spogliatoio anche con Insigne, si aspettava la sua crescita? Ricordiamo anche le critiche rivolte in passato a Paolo Cannavaro. “Privarsi di Paolo è stato un errore, un'assurdità. Persone e calciatori che rappresentano lo zoccolo duro, fino a quando non ce ne sono altri, non bisogna allontanarli. Benitez aveva cambiato tanto quell'anno, infatti secondo me venne a mancare un fattore importante. Adesso vedo che anche Reina, Hamsik, Mertens, Insigne hanno un senso di appartenenza. Chi arriva a Napoli, capisce cosa significa. Le qualità di Insigne si sono sempre viste, la maturazione era da mettere in preventivo. Adesso sta sfruttando il gioco perfetto che esalta le caratteristiche di tutti. Lorenzo sfrutta il gioco di Sarri, mettendo in mostra le sue doti. Le sue qualità erano note, adesso ha trovato l'ambiente giusto e la maturità per esplodere”.

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