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TMW RADIO - Agostinelli: "La Lazio subisce torti ormai da un mese"

di Alessandro Rimi
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Andrea Agostinelli, allenatore e centrocampista tra le altre della Lazio, ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione ‘Due in Fuorigioco’, del momento dei biancocelesti e della sfida di Coppa contro il Cittadella.

Stasera la Lazio affronta il Cittadella in un momento di turbolenza: che sta succedendo?
“Al termine della sfida con il Torino c’era tanta tensione. Quello che hanno subito i ragazzi di Inzaghi è abbastanza evidente: il 90% dell’Olimpico avrebbe scommesso sulla concessione del rigore e, invece, non solo il penalty non arriva, ma si assiste anche a un cartellino rosso. Questa situazione di confusione a Roma dura ormai da quattro domeniche di fila. Ad esempio, la Fiorentina pareggia nel finale con un calcio di rigore assegnato dopo la consultazione con il VAR e va bene. La dirigenza laziale però va giustamente su tutte le furie quando su un fallo evidentissimo su Parolo il VAR non interviene. Questo è solo uno degli episodi che hanno visto i biancocelesti sfavoriti nell’ultimo mese”.

Smorzare un po’ i toni però può aiutare. In questo senso molto bravo Inzaghi…
“Simone ha utilizzato i giusti modi per dire la sua. E cioè che la Lazio nonostante tutto non deve crearsi alibi perché sarebbe deleterio. Lancio però una provocazione: se queste gestioni dubbie avessero avuto protagoniste altre squadre, specie quelle che stanno più su, cosa sarebbe successo?”

Beh a inizio stagione la polemica c’è stata anche da parte della Juventus…
“Che poi però ha virato sul silenzio e sulla fiducia verso la tecnologia. Giusto laddove la malafede non aiuta, però bisogna anche capire che in una piazza protagonista di grandissimi risultati, mantenere l’equilibrio di fronte a così tante direzioni eclatanti risulta difficile. La società certamente proverà a ricompattare l’ambiente, ma contestazioni così dure in casa Lazio non le avevo quasi mai viste. Di sicuro non consultare il VAR per un episodio come quello tra Immobile e Burdisso mi è sembrato abbastanza clamoroso”.

Forse la società poteva comunque gestire meglio il post-gara, per evitare che potesse svanire il concetto di fondo?
“Assolutamente sì, ma come dicevo bisognerebbe andare più indietro. Lo sfogo della Lazio parte appunto da alcune decisioni dubbie prese in precedenza e che, contro il Torino, hanno toccato il punto più alto. Tare, grande professionista e persona seria, non si sarebbe infatti mai esposto in questo modo. Tuttavia questa situazione va chiusa quanto prima possibile”.

Diciamo che i fatti di lunedì stonano un po’ con quanto di buono fatto dalla squadra fino ad ora…
“Certo, i toni a un certo punto vanno abbassati. È vero che i tifosi hanno chiesto alla società di chiamarsi fuori dal campionato, ma non è una cosa possibile oltre che per niente semplice. Le tifoserie però vanno capite. Io sono stato in tante piazze e alla fine, chi più chi meno, contestano un po’ tutte”.

La gara contro il Cittadella va temuta vista la prova del Pordenone a San Siro?
“Se qualcuno pensa che nel calcio conti solo il blasone si sbaglia di grosso. Per trovare altre situazioni clamorose non serve andare troppo indietro. Basti pensare alla Roma eliminata dallo Spezia due anni fa. Se non ci metti un minimo di concentrazione, rischi di perdere la partita. Penso pure al Real Madrid contro Al-Jazira: i blancos, evidentemente, erano rimasti a giocare a carte dentro gli spogliatoi. Bisogna stare sempre molto attenti perché la figuraccia è dietro l’angolo”.

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